La Thailandia ha da sempre affascinato gli occidentali, che spesso hanno scelto di trasferirsi in questo paese per viverci in maniera definitiva. Se in ambito artistico non possiamo non citare l’italiano Corrado Feroci, thailandesizzato Silpa Bhirasri, per quanto riguarda il settore tessile troveremo invece il famoso Jim Thompson, un americano la cui storia è piena di misteri.
Chi era Jim Thompson?
Jim Thompson, o meglio, James Harrison Wilson Thompson, era un imprenditore americano nato agli inizi del ‘900 e figlio di un ricco produttore tessile e nipote, da parte di madre, di uno dei più famosi generali dell’Unione durante la Guerra Civile Americana, il generale James Harrison Wilson.
Studente alla facoltà di architettura, lavorò come architetto in New York tra il 1931 e il 1940 (anche se, secondo quanto riportato da Wikipedia, non completò mai il percorso scolastico a causa delle sue difficoltà in calcolo infinintesimale).
Durante la Seconda Guerra Mondiale, lavorò come spia per l’agenzia di spionaggio che sarebbe poi diventata la CIA, e nel 1945 stava preparando l’invasione della Thailandia, che fu però annullata a causa della fine della guerra. Ciò però non fermò Jim, che si recò comunque in Thailandia nell’Agosto del 1945 per organizzare l’ufficio dell’intelligence americana OSS a Bangkok.
Trasferimento in Thailandia
Con la fine della guerra, Jim Thompson cominciò a passare molto tempo in Thailandia, fino a diventare un investitore del famoso hotel Oriental Hotel di Bangkok.
Questo evento segnò l’inizio della permanenza in Thailandia, ma, a causa di alcune differenze di pensiero con gli altri investitori, presto Jim Thompson abbandonò il settore della ristorazione per concentrarsi su ciò che gli portò il nome di “re della seta thailandese”.
La nascita del brand “Jim Thompson”
Attualmente il nome “Jim Thompson” è legato a doppio filo con il settore della seta thailandese.
Jim Thompson fu colpito dalle stoffe thailandesi, ed in particolare dalle sete e dai loro pattern. All’epoca, queste stoffe venivano realizzate a mano nei villaggi, ma non avevano un loro mercato vero e proprio. Jim Thompson vide la qualità di quelle stoffe, e riconobbe una grande occasione commerciale. Da quel momento cominciò il suo percorso di pubblicizzazione al mondo occidentale di questi prodotti, creando l’azienda che porta il suo nome.
Il nome di Jim Thompson divenne famoso quando, nel 1951, la designer Irene Sharaff utilizzò la seta thailandese per realizzare i costumi del musical “The King and I“, ispirato alla storia di “Anna and the King of Siam” scritta da Margaret Landon nel 1944.
Un prodotto povero per il mercato di lusso
Sul suolo thailandese i negozi “Jim Thompson” sono moltissimi, e sono considerati negozi di lusso. Il target principale sono i turisti stranieri alla ricerca di vestiti di qualità realizzati con la seta e le stoffe prodotte in Thailandia.
Jim Thompson può diventare il primo brand di lusso internazionale della Thailandia.
Jim Thompson, parlando del suo brand
Questa è una delle frasi che Jim Thompson avrebbe pronunciato con orgoglio; il fatto di voler puntare al mercato internazionale di lusso ci permette di capire facilmente quale fosse lo scopo di Thompson. Egli voleva realizzare prodotti di alta qualità con le stoffe locali, aumentando così la popolarità della seta thailandese. Fino ad allora, infatti, le stoffe thailandesi non si erano rese abbastanza interessanti agli occhi degli occidentali.
Si potrebbe dire che in realtà il lavoro di Jim Thompson si sia concentrato soprattutto sul marketing, arrivando poi ad ampliare il numero di prodotti realizzati, che attualmente prevede vestiti, camicie, pantaloni sia per donne, sia per uomini, gonne, parei, sciarpe, cravatte, borse e cuscini.
La fama tra i thailandesi
I thailandesi riconobbero sempre a Jim Thompson la popolarità della seta thailandese all’estero, ma non solo. Grazie alla sua azienda, moltissimi thailandesi delle classi sociali più basse poterono trovare lavoro, e in molti casi era possibile per le donne lavorare comodamente da casa, permettendo a molte di loro di migliorare la propria posizione all’interno della famiglia e di contribuire attivamente alle entrate finanziarie.
La casa di Bangkok
Se ripensiamo al passato di Jim Thompson, ricorderemo di aver accennato dei suoi studi di architettura. Ed è proprio grazie a queste conoscenze che Jim Thompson potè realizzare nel 1958 la costruzione di quella che sarebbe diventata il punto di riferimento dei futuri negozi di tutta la Thailandia.
La “casa nel Klong” (ovvero “House on the Klong”, con il suo nome internazionale, dove il termine “klong” significa “fiume”), meglio conosciuta come la casa di Jim Thompson, risalta tra le costruzioni moderne di Bangkok, preservando lo stile delle case thailandesi tradizionali.
Secondo i progetti, furono utilizzate vecchie parti di case thailandesi, che furono poi riassemblate per realizzare un’autentica casa tradizionale thailandese, che porta però alcuni dettagli modificati appositamente da Jim Thompson, come la scala centrale interna e l’inversione di pannelli delle pareti degli alloggi.
Attualmente, la casa di Bangkok è un museo, gestito dalla fondazione “James H. W. Thompson Foundation” sotto il patrocinio reale della principessa Maha Chakri Sirindhorn.
Questo particolare edificio racconta non solo la storia della seta thailandese, ma anche di Jim Thompson stesso. Negli anni aveva collezionato diverse opere d’arte provenienti da tutto il sud est asiatico e dalla Cina. E la maggior parte di queste opere è ancora conservata all’interno del museo.
Il mistero di Jim Thompson
Ciò che ha sempre affascinato di questo personaggio è la sua scomparsa.
Nel 1967, durante un suo viaggio in Malesia, Jim Thompson sparì senza lasciare alcuna traccia. Si dice che una mattina si allontanò per una passeggiata nelle foreste intorno al suo bungalow, e da allora nessuno ha avuto più sue notizie.
La polizia malese cominciò subito le ricerche, ma non venne ritrovato nulla, neppure un indizio che potesse confermarne la morte.
Le leggende al riguardo sono moltissime: c’è chi dice che Thompson potrebbe essere stato rapito, che la sua sparizione sia legata alle sue attività di spionaggio durante la Seconda Guerra Mondiale, secondo altre voci l’uomo sarebbe solo stato sfortunato, e potrebbe essersi imbattuto in delle tigri affamate.
Nel 1974, dopo non aver più avuto alcun aggiornamento sull’uomo, un tribunale thailandese ne dichiarò la morte presunta, permettendo così al brand di riorganizzarsi internamente e continuare il suo lavoro.
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