Se doveste chiedermi cosa è importante fare se si vuole venire in Thailandia, la prima cosa che mi viene da suggerire è un’assicurazione, e in particolare, un’assicurazione sugli infortuni.
In Thailandia infatti la sanità non funziona come in Italia. Qui in Thailandia la sanità è gestita sia dal settore pubblico sia dal settore privato, per cui ognuno è libero di scegliere se rivolgersi ad un ospedale pubblico oppure ad uno privato.
Ospedali pubblici
In ogni provincia, distretto e sottodistretto è presente un ospedale pubblico, solitamente riconoscibile proprio dal nome che contiene il titolo “ospedale”, che in thailandese si dice “Rong Payaban” ( โรงพยาบาล ) seguito dal nome della provincia, del distretto o del sottodistretto.
Ad esempio, nella provincia di Suratthani, l’ospedale pubblico si chiama “Rong Payaban Suratthani” ( โรงพยาบาลสุราษฎร์ธานี ) (che, letteralmente si traduce come “Suratthani Hospital”), mentre l’ospedale di Hatyai si chiama “Rong Payaban Hatyai”, cioè “Hatyai Hospital”.
Ci sono poi delle eccezioni: ad esempio proprio a Phuket l’ospedale pubblico si chiama Vachira Phuket Hospital – o, in thailandese Rong Payaban Vachira Phuket ( โรงพยาบาลวชิระภูเก็ต ) e non semplicemente “Rongpayaban Phuket” ( โรงพยาบาลภูเก็ต ).
Sebbene siano pubblici, gli ospedali thailandesi non sono completamente gratuiti; i motivi che portano le persone a sceglierli sono diversi, ad esempio:
- i prezzi molto più convenienti rispetto alle strutture private
- la possibilità di sfruttare la Social Security (ovvero la mutua)
“Bat Thong”, o “carta d’oro”
A partire dal 2001, è stata introdotta una carta sanitaria per i thailandesi, la cosiddetta “Bat Thong” ( บัตรทอง ) che può essere tradotta letteralmente come “carta d’oro”, anche conosciuta con il nome “Bat 30 baht”, ovvero “carta da 30 baht”.
Si tratta di una tessera sanitaria destinata alle famiglie a basso reddito per garantire un’assistenza sanitaria completa, che permette di accedere agli ospedali pubblici pagando solo 30 baht – il resto della spesa sanitaria sarebbe poi stata coperta dallo stato.
Legalmente parlando però, a partire dal 2006, il progetto era stato ottimizzato ulteriormente, rendendo il programma completamente gratuito.
Sebbene questo progetto sia stato molto popolare tra i thailandesi, la sua attuazione è stata più complicata del previsto: ci sono state infatti alcune strutture che hanno impedito di utilizzare la carta per alcune operazioni più costose.
A partire dal 1 Gennaio del 2022 però, l’attuale governo sembrerebbe aver cercato di riportare la situazione alla normalità, decretando che la Bat Thong può essere utilizzata in tutte le strutture sanitarie pubbliche in tutte le aree del paese.
Tipologie di ospedali pubblici
Ma ritornando a parlare delle strutture, c’è da sottolineare che non tutti gli ospedali pubblici sono uguali. Ci sono infatti diverse tipologie da distinguere (di seguito riporto le definizioni tecniche, ma non mi soffermerò sui dettagli di quali sono le cure primarie/secondarie/terziarie):
Ospedali regionali
Si tratta di strutture con almeno 500 posti letto e completi di specialisti in grado di fornire cure terziarie. Sono presenti a livello provinciale, solitamente nella città che dà il nome alla provincia stessa.
Ospedali generali
Si tratta di strutture con capacità tra i 200 e 500 posti letto e sono dotati di personale e macchinari in grado di fornire cure secondarie. Sono diffuse a livello provinciale e nei distretti principali.
Ospedali comunitari
Si tratta di strutture in grado di fornire le cure primarie, e che solitamente reindirizzano i pazienti verso le strutture specializzate più adatte per le loro cure. Gli ospedali comunitari sono i più numerosi e sono presenti anche nei sottodistretti. A seconda della grandezza della città dove sono collocati, avranno diverse capacità di posti letto:
- nelle città più piccole, gli ospedali comunitari hanno una capacità tra i 10 e i 30 posti letto;
- nelle città di dimensioni medie, queste strutture hanno una capacità di circa 60 posti letto;
- nelle città più grandi, gli ospedali comunitari hanno una capacità tra i 90 e i 150 posti letto.
Ospedali gestiti dalla famiglia reale: Crown Prince Hospital o Somdet Phra Yuppharat Hospitals
Queste strutture sono particolari, perché appartengono alla sanità pubblica ma sono gestiti dalla Crown Prince Hospital Foundation.
Si tratta di 20 ospedali che furono costruiti nel 1977 dal governo del primo ministro Thanin Kraivichien come regalo per il matrimonio reale dell’allora principe ereditario Vajiralongkorn (attuale Re Rama X).
Attualmente in Thailandia sono presenti 21 ospedali di questa tipologia, caratterizzati da una capacità da 30 a 200 posti letto e in grado di fornire assistenza per le cure primarie.
Ospedali universitari
Si tratta di ospedali affiliati alle facoltà di medicina delle università. Queste strutture sono tra le più avanzate tra i vari ospedali pubblici, sia perché sono gestite direttamente dal Ministero dell’Istruzione, sia perché, rispetto ad altre strutture, permettono maggiormente la possibilità di portare avanti ricerche con studenti, professori e ricercatori.
Questi ospedali sono spesso pieni di studenti in tirocinio, che ovviamente sono controllati dai professori che approfittano di pazienti e casi reali per spiegare in maniera pratica (e non solo teorica) come bisogna relazionarsi con i pazienti, e quali step sono necessari per curare una determinata malattia.
Anni fa, all’ospedale dell’università di Hatyai, mia mamma fu operata alla tiroide, e ricordo che la mattina dopo l’intervento il dottore venne accompagnato da un gruppo di studenti che passarono il tempo a chiedere a mia mamma quali sintomi aveva avuto, come si sentiva ora, se aveva mangiato ecc… il tutto prendendo appunti sui loro quaderni.
Ospedali missionari
In molte zone della Thailandia sono presenti anche ospedali missionari cristiani, fondati da padri missionari che desideravano dare un migliore supporto alle fasce più basse della popolazione, che potevano così farsi curare senza spendere eccessivamente né aspettare le lunghe code che spesso si creano negli ospedali privati di alcune province.
Ancora adesso questi ospedali missionari sono considerati dai thailandesi quasi al pari degli ospedali privati; inoltre, per la loro natura missionaria, spesso garantiscono un livello di inglese più fluente e un maggior numero di personale in grado di parlare inglese rispetto alle strutture pubbliche (la differenza è molto più evidente nelle città più rurali rispetto alle grandi città).
Ospedali privati
Finora abbiamo parlato solo di ospedali pubblici. In Thailandia in realtà gli ospedali privati sono moltissimi, e anche in questo caso è possibile distinguere tra ospedali generali e ospedali specialistici.
Gli ospedali privati sono spesso considerati come degli ospedali VIP, soprattutto a causa del divario di prezzi rispetto alle strutture pubbliche.
Un’altra grande differenza sta nella possibilità di avere delle camere singole invece di dover condividere la stanza con altre persone, nel caso in cui si debba essere ricoverati.
Tra gli ospedali privati più conosciuti e rinomati non solo tra i thailandesi ma anche tra gli stranieri c’è il Bangkok Hospital, che ha una sede in ogni grande città. Il nome della struttura rimane sempre “Bangkok Hospital”, seguito poi dal nome della città in cui ci si trova.
Ad esempio, il Bangkok Hospital di Phuket si trova a Phuket, mentre il Bangkok Hospital di Hatyai, come si può facilmente immaginare, si trova ad Hatyai.
Un po’ come per le catene di negozi, il Bangkok Hospital è un punto di riferimento che garantisce la stessa qualità di servizi in tutte le sedi delle diverse città, e, per gli stranieri, andare al Bangkok Hospital significa trovare sicuramente del personale in grado di parlare fluentemente in inglese.
Nelle città più turistiche, è anche possibile trovare traduttori in grado di parlare in altre lingue, come cinese, russo, francese, tedesco e anche italiano. Insomma, è vero che il costo è di molto superiore rispetto alle strutture pubbliche, ma il poter essere seguiti da qualcuno che conosce la propria lingua o ha un’ottima conoscenza dell’inglese è sicuramente un valore in più da non sottovalutare.
Nelle strutture pubbliche è possibile trovare del personale in grado di parlare inglese, ma rispetto alle strutture private potrebbero esserci due grandi differenze: il numero di persone in grado di parlare inglese e il grado di conoscenza della lingua stessa.
Celerità e completezza dei servizi
Un elemento che accomuna entrambe le strutture, pubbliche e private, è la presenza di un’area farmacia all’interno dell’ospedale stesso.
Ciò significa che in Thailandia è possibile:
- recarsi in ospedale, fermandosi al banco dell’accettazione per farsi indicare il reparto più adatto al proprio problema;
- farsi visitare dal dottore;
- eventualmente fare degli esami più specifici (urine, sangue, raggi X, ultrasuoni);
- vedere l’esito degli esami con lo stesso dottore;
- valutare una cura;
- farsi prescrivere le medicine e ritirare le medicine (dopo aver pagato, ovviamente).
Il tutto può avvenire in una sola giornata.
A seconda del tempo necessario per ottenere i risultati, bisognerà attendere diverse ore all’interno dell’ospedale, ma per fortuna la maggior parte delle strutture sia pubbliche sia private presenta al suo interno sia dei piccoli bar sia una zona mensa dove è possibile sedersi per mangiare o bere qualcosa durante l’attesa.
Ovviamente, se la situazione è più grave e ci si ritrova su un lettino, si verrà tenuti sotto costante osservazione del personale medico nel reparto più consono.
Sebbene non tutte le strutture siano dotate di tutti i macchinari, è possibile che il medico mandi a fare le analisi in altri ospedali specializzati, che provvederanno poi a fornire le analisi al medico di cui sopra, che sarà poi la persona a leggere i risultati e determinare il tipo di cura da seguire.
Mi è capitato di vedere una persona fare una visita con un medico in un ospedale missionario, essere mandato in un ospedale privato per fare un’analisi specialistica (in cui, tra l’altro, il personale si era scusato perché non sarebbe stato possibile fare gli esami quel giorno stesso, ma aveva disponibilità solo per il giorno successivo), e dopodiché ritornare dal primo medico per sentire il responso (inviato in via telematica dal secondo ospedale al primo) e decidere poi come curare il problema. Il tutto in soli 3 giorni.
Un sistema sanitario molto apprezzato dagli stranieri
La celerità delle strutture thailandesi, e la possibilità di uscire dall’ospedale con già le medicine in mano, senza dover passare in farmacia in un secondo momento, hanno reso popolari gli ospedali thailandesi (soprattutto quelli privati, ma anche alcune strutture pubbliche) anche tra gli stranieri, che in alcuni casi viaggiano appositamente per farsi ricoverare in Thailandia. Tant’è che esiste anche un visto apposito per questa tipologia di turisti.
In particolare, il vantaggio di avere una farmacia integrata all’interno dell’ospedale permette ai farmacisti di controllare ancora una volta le eventuali allergie del paziente con le medicine prescritte (secondo quanto riportato dalle cartelle pazienti del sistema interno dell’ospedale stesso).
Inoltre, nella maggior parte dei casi, la quantità di medicine somministrate copre solo un breve periodo di tempo: ciò significa che non sarà necessario comprare un’intera scatola di medicinali, bensì la farmacia dell’ospedale darà solo il blister con il numero di pillole necessarie per 5-7 giorni, ovvero il tempo che passa solitamente tra una visita e l’altra (il numero di giorni in cui è necessario assumere i medicinali può variare a seconda delle patologie e a discrezione del medico).
Cliniche private
Oltre agli ospedali, è anche possibile rivolgersi alle cliniche private: si tratta solitamente di cliniche aperte da dottori che lavorano in ospedale, e che possono così seguire i pazienti in maniera più continuativa.
Spesso queste cliniche sono aperti in orario tardo pomeriggio-sera, ovvero, dopo l’orario di lavoro in ospedale della maggior parte dei medici.
Si tratta di cliniche piccole, in cui spesso ci sono solo due o tre stanze per le visite generali, o in cui è possibile seguire l’avanzamento della terapia e verificare che le cure seguite fino a quel momento siano servite.
La dura vita del dottore thailandese
Una delle professioni che i genitori desiderano per i figli è proprio quella del dottore: questa categoria infatti è considerata tra le più alte a livello sociale, anche perché dietro c’è l’idea che quello del dottore sia un mestiere molto remunerativo.
Ed in effetti potremmo dire che è proprio così: basti pensare che un dottore thailandese può non solo lavorare in ospedale, ma anche aprire una propria clinica privata.
Ma lavorare tanto significa anche avere tante responsabilità: inoltre, c’è un piccolo dettaglio che spesso chi è esterno a questo sistema non conosce.
Da quanto ho capito (e mi è capitato di vedere con mano) i dottori che lavorano negli ospedali privati devono anche coprire un certo numero di ore nelle strutture pubbliche.
Mi è capitato spesso di avere colleghe che mi parlassero di un determinato dottore che lavorava sia nell’ospedale pubblico di Hatyai, sia in uno degli ospedali privati.
In particolare, mi viene un esempio che vorrei condividere. Riguarda una mia (ormai ex) collega, allora incinta, che si era rivolta ad una clinica privata, il cui dottore lavorava sia al Bangkok Hospital, sia all’ospedale dell’università, e che quindi le aveva dato possibilità di scelta in base alle sue possibilità economiche di partorire in una o nell’altra struttura.
Questa rotazione dei medici dovrebbe garantire un’ottima copertura sanitaria per tutte le fasce sociali, indipendentemente dalla struttura in cui si fanno ricoverare.
Insomma, non è che nelle strutture pubbliche ci siano medici “meno bravi” rispetto agli ospedali privati: la differenza non è nel servizio di cura, ma in altri piccoli dettagli, primo tra tutti la presenza di determinati macchinari, fino al più banale arredamento d’interni (forse un po’ ingiusta come considerazione, ma sicuramente le sedie degli ospedali pubblici sono molto più scomode rispetto alle poltrone imbottite degli ospedali privati – per non parlare del fatto che negli ospedali privati hai la possibilità di essere seguito e scortato da un reparto all’altro, mentre spesso negli ospedali pubblici il personale si limita a spiegarti dove devi andare, ma poi devi recartici da solo).
L’importanza di avere un’assicurazione
Per chiudere questa parentesi sulla sanità thailandese, vorrei sottolineare che, per avere una maggiore possibilità di scelta tra le varie strutture, è molto importante avere un’assicurazione che vi possa coprire.
Non solo perché, quando uno è malato, non ha la testa per mettersi a fare i conti su quanto può spendere per la propria salute, ma soprattutto perché (purtroppo) nelle strutture private il fatto di non avere un’assicurazione può comportare un trattamento davvero poco lusinghiero.
E non lo dico solo per gli stranieri: anche per i thailandesi avere un’assicurazione è davvero importante.
Una mia cara amica, diversi anni fa, ebbe un incidente stradale in moto mentre stava viaggiando con il marito. Ora, è passato un bel po’ di tempo, e non ricordo se fossero andati in Laos o Cambogia: in pratica, erano finiti fuori strada in montagna, e lei era caduta dalla moto e aveva sbattuto la testa. Non erano molto lontani dal confine, per cui erano stati riportati di corsa in Thailandia, in uno dei migliori ospedali privati della città.
La mia amica però non era assicurata, per cui, sebbene le sue condizioni fossero critiche, una delle prime cose che l’ospedale chiese a suo marito fu di depositare un acconto fiduciario per dimostrare di poter coprire le spese per le cure.
(Giusto per chiudere la storia: alla fine la mia amica se la cavò solo con una piccola cicatrice sotto l’occhio, ma nessun trauma cranico né altri problemi fisici, e dopo l’incidente una delle prime cose che fece fu proprio un’assicurazione per evitare di finire nuovamente in una situazione del genere).
Ora, molti si potrebbero chiedere:
ma può un ospedale rifiutarsi di fornire cure a una persona che ne ha bisogno?
Legalmente parlando no: l’ospedale, pubblico o privato che sia, deve fornire le cure primarie necessarie a una persona, soprattutto se questa si trova in una situazione critica (ad esempio a causa di un incidente, o di un attacco di cuore, o di un ictus). L’ospedale però, in assenza di un’assicurazione che faccia le veci del paziente e se ha le prove che il paziente stesso non ha capacità economica per pagare le spese, può, una volta accertato che il paziente è stabile, trasferirlo in una struttura pubblica o che sia comunque nelle possibilità economiche del paziente.
Il che significa che, in caso di incidente o attacco di cuore o ictus è consigliato recarsi nel pronto soccorso dell’ospedale più vicino, dove si verrà sicuramente seguiti. Una volta che non si sarà più in pericolo di vita e si sarà in condizioni stabili, si potrà essere poi trasferiti in una struttura meno costosa.
Questa possibilità fa capire come sia importante non solo avere un’assicurazione, ma anche capire dettagliatamente in quali casi l’assicurazione è applicabile.
In tutti gli ospedali comunque è presente un reparto che si occupa di tenere i contatti con le assicurazioni, per cui non dovete preoccuparvi di dover avere il numero dell’assicuratore sempre sotto mano: sarà sufficiente avere la tessera dell’assicurazione e il vostro passaporto e mostrarli al banco dell’accettazione. Il resto, ovvero il contattare l’assicurazione e il preparare i documenti per chiedere il rimborso o il pagamento, è a carico dei funzionari dell’ospedale.
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