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Numeri arabi e numeri thai

Numeri arabi e numeri thai

La Thailandia non solo ha un alfabeto tutto suo, ma anche un modo per scrivere i numeri diverso dal nostro: sebbene sia un paese basato sul turismo, i thailandesi sono molto affezionati alla loro cultura, e usano ancora questi numeri, che ad un occhio non attento potrebbero essere scambiati per delle srane lettere; e sebbene la maggior parte dei menù, dei prezziari e dei cartelli stradali riportano i prezzi e/o le distanze con i numeri arabi, solitamente per tutto ciò che riguarda la burocrazia – documenti del catasto, documenti del tribunale, carte d’identità – i thailandesi utilizzano i loro numeri. Anche molti calendari presentano i numeri in thailandese invece di quelli arabi.

Numeri arabi e numeri thai
Un esempio di un calendario da tavolo con i numeri thailandesi

Se avete intenzione di venire qui come turisti, non dovrete imparare per forza i numeri thailandesi, però se siete curiosi potrete allenare l’occhio usando le banconote: infatti su di esse le cifre sono trascritte in entrambi i modi, sia per il valore della banconota stessa sia per quanto riguarda il numero di serie.

Ma attenzione! questo ragionamento vale per i numeri ma non per le lettere! Proviamo a fare un esempio pratico.

Numeri arabi e numeri thai

Questa è una bancota da 20 bath.
Come potete notare nell’angolo in alto a destra è riportato il valore usando i numeri arabi, mentre nell’angolo in basso a sinistra viene usato il numero thailandese (cerchiati in rosso nella foto).

I numeri di serie sono stati cerchiati di blu, e come vi dicevo la “A” che vedete non corrisponde alla lettera che vedete nel seriale thailandese (che foneticamente parlando corrisponde ad una “K”, anche se effettivamente è la prima lettera dell’alfabeto thai, ma di questo vi parlerò in un altro post).

Se siete arrivati fino a qui, potreste chiedervi come mai vi abbia parlato di questi numeri: solo per soddisfare la vostra curiosità?
Ovviamente no.

Purtroppo l’uso dei numeri thai può essere un problema per i turisti, soprattutto in certi luoghi pubblici dove esistono due tipologie di cartelli: una in thailandese, riportante il prezzo per i thailandesi e una in inglese con i numeri arabi rivolta agli stranieri, esponendo anche un prezzo differente per i turisti.

Se non mi credete, potrete trovare su questo sito www.2pricethailand.com diversi esempi fotografici che riportano questa realtà.

I thailandesi vi stanno fregando?
Perché i prezzi per i thai differiscono così tanto? O perché a volte i thailandesi possono entrare gratuitamente mentre i turisti devono pagare per tutto?

Analizzando questa situazione da entrambe le parti, non sono giunta a nessuna conclusione: da una parte capisco perfettamente i turisti, che devono pagare un prezzo (spesso) veramente esagerato se confrontato con il prezzo per i thailandesi, per cui non mi stupisco che gli occidentali, quando scoprono il vero prezzo, si sentano “truffati”.

Dall’altra credo anche di capire che per lo stile di vita dei thailandesi, se non ci fossero prezzi agevolati, la maggior parte di loro non avrebbe la possibilità di visitare alcuni luoghi particolari, e i punti di interesse diventerebbero quindi molto silenziosi – ad esempio so che alcuni musei hanno prezzi molto bassi per i thailandesi, permettendo così anche agli studenti più squattrinati di frequentarli.

Se si parla invece di templi, vi posso assicurare che, anche se per i thailandesi l’ingresso è gratuito, questo non vuol dire che non “spenderanno” soldi all’interno, al contrario! I thai amano fare le offerte nel tempio, e non mi sorprenderebbe affatto scoprire che sarebbero in grado di fare offerte molto superiori al vostro prezzo di entrata nel tempio.
Ovviamente non sto cercando di scusarli per questo comportamento, affatto: non dimenticate che in fondo sono straniera anche io!

Però non dimenticate che anche in Italia in diversi paesi funziona così: mi è capitato di visitare Venezia, e se per un Veneziano è sufficiente mostrare la propria carta d’identità per poter entrare gratuitamente nelle chiese e nei musei, mentre chi “è di fuori” deve pagare un biglietto.
E’ giusto? E’ sbagliato?

Sarò un po’ anormale, ma penso che soffermarsi eccessivamente su cosa sia giusto o sbagliato non abbia senso se non si ha la possibilità di “cambiare” il problema: voglio dire, anche se ritengo la cosa sbagliata, posso pretendere di non pagare, come i veneziani, o di pagare lo stesso prezzo dei thailandesi?

Numeri arabi e numeri thai
Photo by 2pricethailand.com

Nell’esempio riportato qui sopra, sempre preso dal sopracitato sito 2pricethailand potete vedere che effettivamente un biglietto per un adulto thai costa 30 bath, mentre uno straniero deve pagarne 100.

La differenza è tanta, un turista deve pagare più del triplo di un biglietto di un thailandese, e facendo un paio di calcoli attualmente (nb. 26 Settembre 2019) al cambio

1 euro = 33,52 bath, dunque 100 bath = 2 euro e 98 centesimi.

Personalmente l’unico consiglio che posso darvi è questo: una volta capito quanto costa “realmente” un biglietto, facendo anche i calcoli in euro, se la differenza per voi è troppa, potete tranquillamente decidere di andare a visitare qualcosa di gratuito da qualche altra parte, oppure potete provare a chiedere di pagare il prezzo dei thailandesi: chissà, a volte se trovate qualcuno di gentile dall’altra parte, potrebbe anche accettare di farvi pagare meno!

(Mi è capitato di vedere uno straniero andare a comprare della frutta al mercato, e stupire il venditore che aveva presentato un prezzo eccessivo chiedendogli gentilmente in thailandese se poteva avere il prezzo dei “thai”, rivelando quindi di essersi trasferito in Thailandia da diversi anni e di parlare un po’ di thailandese).

Se invece vi trovate qualcuno che insiste nel farvi pagare la tariffa per gli stranieri, vi consiglio di accettare, oppure di andarvene: ricordatevi che siete in vacanza e che, purtroppo, le ingiustizie ci sono in ogni paese, e arrabbiandoci o litigando con loro non risolverete nulla.

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