Hatyai è la prima città in cui ho vissuto quando mi sono trasferita in Thailandia nel 2010. È una città moderna e vivace a cui sono molto legata, perché l’ho frequentata sin da bambina quando venivo a trovare la nonna e gli altri parenti materni durante le vacanze estive.
Conformazione del territorio thailandese
La Thailandia è un po’ come l’Italia: divisa in nord, nord-est, centro e sud, anche qui le diverse regioni si differenziano le une dalle altre per alcune piccole cose, come i dialetti, i cibi (il sud è rinomato per i suoi gusti speziati e soprattutto piccanti, mentre al nord il peperoncino è usato con un po’ più di parsimonia), il clima e il paesaggio (il nord è più montagnoso e il sud è più famoso per i suoi mari, in particolare l’Andaman Sea che si trova nella parte occidentale, ovvero l’oceano che arriva fino in India).
Anche l’economia è uno dei fattori che caratterizza questo paese, e forse non è corretto dire che il nord è più turistico, ma quando mi capita di parlare con chi è venuto (o ha intenzione di visitare) la Thailandia mi sento spesso rispondere “Bangkok, la capitale, e poi Chiang Mai, Chiang Rai…” e altre città che, ahimè, non conosco se non di nome.
(A volte capita che qualcuno si spinga un po’ più a sud, verso una delle tante isole della provincia di Suratthani nel golfo della Thailandia, o verso Phuket, che si trova dalla parte opposta, affacciata sull’Andaman Sea).
Dove si trova Hatyai?
La mia prima città, qui in Thailandia, è stata Hatyai ( หาดใหญ่ ), talvolta trascritto anche come Hat Yai o Had Yai o Hadyai… (e tutte queste trascrizioni sono comunque corrette). Si tratta della più grande città della provincia di Songkhla, tanto grande che spesso viene confusa con la provincia stessa (anche da alcuni thailandesi, non solo dai turisti!), forse anche perché è il maggior centro economico del sud.
Non essendo molto lontana dalla Malesia, Hatyai diventa spesso meta di visite turistiche nei fine settimana da parte dei malesi che adorano fare shopping qui, principalmente per due motivi:
- il primo è che la moneta malese vale 10 Bath thailandesi ( dato del 2019 – il che significa che con il cambio per loro è convenientissimo comprare le cose qui piuttosto che a casa loro);
- il secondo è che Hatyai può veramente essere considerata una meta per lo shopping, piuttosto che una meta turistica per il suo paesaggio: credo sia veramente difficile trovare così tanti mercati, supermercati e centri commerciali in altre città come ad Hatyai.
5 mete turistiche dedicate allo shopping
Qui ogni quartiere ha un suo mercato settimanale che varia rispetto ad altre zone, ma ci sono comunque alcune mete caratteristiche in cui ognuno sa dove recarsi se necessita di determinate cose.
Ecco un piccolo elenco dei mercati più rinomati della città:
1. IL MERCATO GIMYONG
(da leggersi con la G dura, quasi fosse una kappa “kim-yong”).
Qui sopra potete vedere la parte frontale del mercato, affacciato su una delle strade principali della città. La foto non rende affatto la grandezza di questo mercato, che dietro quei tendoni e ombrelli si sviluppa molto più di quanto non si creda, ed infatti, una volta addentratisi, ci si troverà davanti a un labirinto di stradine con bancarelle da ogni lato.
Ma cosa si può comprare al mercato Gimyong? Di tutto e di più!
Il mercato è diviso in diverse zone, ognuna dedicata ad un “settore” particolare, per cui troveremo la zona della frutta, delle spezie, dei dolciumi, delle noci, nocciole, e anche quella delle stoffe, dei vestiti, dei pigiami e accappatoi tipici thailandesi, oltre alla zona degli accessori per la casa, il tutto circondato da tante bancarelle che vendono cibi pronti da mangiare per chi si vuole rifocillarsi un attimo prima di continuare con le compere.
Guardando le immagini noterete che sono tutte bancarelle all’aperto (o meglio, lo spazio è quello di un capannone, quindi la pioggia non è un problema per i mercanti) il che significa niente aria condizionata.
E i negozietti sono addossati l’uno con l’altro quasi come le cose esposte nelle fotografie qui sopra (che non ho fatto io di persona, perché ammetto che ogni volta che ci vado non ho mai le mani abbastanza libere per fare foto). La parola d’ordine qui è CONTRATTARE: non abbiate paura di giocare sui prezzi con gli asiatici, è praticamente la loro modalità di acquisto preferita, e i venditori lo sanno!
E per concludere su questo mercato, così grande e famoso da dare il nome al quartiere dove si trova, vorrei consigliarmi di tener d’occhio le borse (anche qui purtroppo si può incontrare qualche furbetto pronto ad approfittarsi della distrazione dei compratori per accaparrarsi qualche portafoglio) e di tener a portata di mano una bottiglietta d’acqua fresca per rinfrescarvi (facilmente acquistabile in qualsiasi bancarella abbia delle bibite).
2. GREENWAY MARKET
Green Way, ovvero la strada verde. Sinceramente non ho idea se il nome voglia suggerire che questo vuole essere un mercato “green”, ovvero naturale… certo è che il logo invece è molto particolare!
Uno dei più “giovani” mercati della città, che ha aperto se non sbaglio nel 2011-2012, e che è subito diventata la meta fissa per i giovani della città.
Complice anche la dislocazione, non molto lontana dal centro universitario, i suoi prezzi abbordabili e i suoi orari, questo mercato notturno (apre verso le 16.00 e chiude verso le 23.00, dal mercoledì alla domenica) offre la possibilità a molti studenti e/o lavoratori di poter affittare una bancarella per vendere la loro merce.
Ma perché così tanti ragazzi, si ritrovano qui? La risposta è semplice: per rinnovarsi il guardaroba. Qui si possono trovare capi di tutti i gusti, sia di prima mano che di seconda mano (moltissime studentesse vendono i vestiti e le borse di cui si sono “stufate” per poi andare a comprarsi cose nuove senza dover chiedere soldi ai genitori), a partire dalle scarpe, passando per le borse e gli accessori, per finire con maglie, gonne e pantaloni.
Ma ovviamente non ci sono solo abiti e indumenti: c’è anche una ricca area di bancarelle che offrono ristoro sia ai clienti sia ai venditori, anche qui a prezzi veramente modici.
L’area ristoro è al coperto, e ha una varietà di piatti adatta a tutti. So che da un paio di anni è stato costruito un capannone aggiuntivo, organizzato come un Food Court, con piatti anche internazionali.
Ammetto però che non sono mai stata particolarmente entusiasta dello stile dei vestiti del mercato Greenway, ho sempre preferito un altro mercato di cui parlerò tra poco (e che tra l’altro si trova solo qualche metro più in là del Greenway), ma qui ho trovato la mia fonte di salvezza durante il primo anno di permanenza ad Hat Yai: una bancarella di libri usati.
Praticamente l’UNICO posto in città dove si potessero trovare libri che non fossero in thailandese! Con mia grandissima sorpresa ho scoperto anche alcuni volumi italiani che non ho esitato a comprare. Da appassionata lettrice non ne ho potuto fare a meno, ero in astinenza di libri… ma devo ammettere che mi sono pentita dei miei acquisti dopo poco: mi sono ritrovata con un libro di Fabio Volo che avrei volentieri fatto a meno di leggere, e altri due romanzi, un thriller che non era malaccio, ma non essendo io amante del genere non ho apprezzato moltissimo, e un altro romanzo di cui non ricordo assolutamente nulla perché l’ho dovuto abbandonare semplicemente perché dopo 3 pagine non mi sembrava andasse da nessuna parte. Inutile dire che l’anno dopo ho messo i soldi da parte per comprarmi un lettore ebook per leggermi qualche libro di mio gusto, ma questa è un’altra storia…
Tornando a noi, la domanda più logica che mi sono ritrovata a fare alla commessa al momento del pagamento è stata: ma da dove sono saltati fuori questi libri IN ITALIANO?!
Ebbene è tutta colpa dei turisti. Esatto, proprio loro, armati di cartine, macchine fotografiche e dizionari e solitamente alla ricerca della tintarella perfetta.
Partono per le loro vacanze con il necessario per stare via quelle due settimane in cui si sono organizzati per vedere posti esotici e scoprire culture diverse dalla loro, e si ritrovano a litigare con le valigie per farci entrare souvenir per gli amici, vestiti comprati dalle bancarelle o nei centri commerciali, qualche accessorio asiatico per arredare la casa… e al momento di chiudere i borsoni rimangono in mano con dei libri che a volte hanno a malapena sfogliato in riva al mare oppure hanno divorato mentre viaggiavano in treno da una città all’altra, e non sanno più che farsene.
E la decisione che prendono alla fine, che siano essi francesi, russi, inglesi, tedeschi, americani o italiani, è sempre la stessa: lasciare il libro in questione sul comodino dell’albergo che stanno per lasciare.
E l’hotel che se ne fa di tutti questi libri abbandonati? Li rivendono/regalano ai negozi di libri usati che ne fanno richiesta.
Una volta scoperto ciò, ho osservato con maggiore attenzione i volumi esposti: subito dopo i libri in inglese, i più numerosi erano quelli russi e tedeschi, pochissimi romanzi in italiano, e ancor meno in francese.
E solitamente si trattava di thriller o letture leggere, nessun saggio o romanzo impegnato. Si sarebbe potuta fare una ricerca sociologica partendo da quella bancarella.
Purtroppo però i titoli non venivano aggiornati spesso, dipendeva molto dalla quantità di libri abbandonati e nei periodi di bassa stagione ovviamente potevano passare diversi mesi prima di vedere qualcosa di “nuovo”.
Nelle visite successive mi concentrai dunque sulle riviste di arredamento, anche qui di seconda mano, e devo ammettere di essermi fatta una bella collezione con riviste praticamente nuove (molti di quelli che le comprano non le sfogliano per più di 3 volte, e il ritardo rispetto ai volumi appena usciti era di appena 3 mesi, ma grazie alla riduzione dei prezzi potevo comprare molti più libri che se li avessi presi in libreria, insomma, una vera manna dal cielo!).
3. Peud Dtai Market o ASEAN Night Bazaar
Il nome thailandese di questo mercato è veramente difficile da trascrivere con i caratteri italiani, più che altro perché il primo dittongo è da leggere come “peu” francese.
Recentemente, in seguito alla creazione di una nuova struttura (anche in seguito ad un incendio che ha devastato il centro del mercato), gli è stato aggiunto un nome inglese, forse anche per fare maggiore concorrenza al Greenway Market.
Questo è decisamente il mio mercato preferito: è grande, meno caotico rispetto al Greenway, ed ha un’area dedicata ai vestiti che presenta più varietà di stili che accontentano davvero tutti i gusti.
La zona dedicata al cibo presenta tanti piatti tipici thailandesi, anche di quelli più “rari” da trovare in altri posti. L’unica pecca è che è difficile trovare parcheggio se si viene in macchina, ma fortunatamente nella via parallela è costeggiata a destra e a sinistra da uffici, per cui la sera si trova sempre almeno un parcheggio libero! Al contrario, al Greenway trovare un parcheggio è quasi impossibile, data la posizione ad angolo con la strade principale e una “scorciatoia” che collega all’altra strada principale per andare al centro della città.
4. Central Festival di Hatyai
Inaugurato nel 2013, il Central Festival fa parte del complesso “Central”, che vede le sedi dislocate nelle principali province di tutta la Thailandia.
L’apertura di questo centro commerciale ha attirato l’attenzione degli abitanti di Hatyai, comportando di conseguenza una necessità di restyling di diversi altri centri commerciali, che per rimanere competitivi con l’ultimo arrivato hanno dovuto aggiornarsi sia esteticamente, sia a livelli di marche e prodotti.
Il Central infatti ospita la maggior parte delle manifestazioni e fiere (ci sono eventi sia a Capodanno, sia per il Songkran, sia per altre importanti festività), oltre che a presentare il più grande cinema della città (con il maggior numero di sale), e anche una struttura dedicata al pattinaggio su ghiaccio, oltre ad avere anche un karaoke e un bowling, oltre ad una enorme sala meeting che può essere usata per mostre ed esposizioni.
Qui potete trovare sia grandi marche internazionali, sia altre catene famose in Thailandia, e vi assicuro che una volta entrati potrete perdere la cognizione del tempo: ci sono almeno 4 catene di librerie, tantissimi bar e ristoranti con piatti sia tipici thailandesi sia internazionali, un reparto giocattoli enorme, almeno due catene di farmacie, tanti piccoli negozietti con prodotti di ogni genere, senza contare le grandi marche di vestiti come UNIQLO o H&M.
Inoltre, c’è una filiale di ogni banca della città, e il parcheggio è coperto. Inoltre, quando ho avuto modo di tornare a visitarlo recentemente, ho notato che sono state organizzate diverse aree adibite come “Coworking Space”, ovvero aree con sedute e tavoli vari, adatti sia agli studenti che devono preparare un esame o finire i compiti, sia a chi deve mandare una mail di lavoro e necessita di prese e di internet, senza dover passare tutta la giornata da Starbucks.
5. Khlong Hae Floating Market
Uno dei mercati che, ahimè, non ho ancora avuto modo di visitare personalmente, si trova poco fuori Hatyai, ed è un mercato galleggiante.
Solitamente quando si parla di mercati galleggianti si pensa sempre a quello di Bangkok, o al massimo a quello di Amphawa, ma come vi ho detto, Hatyai è consapevole di attrarre i turisti, perlopiù asiatici, ed è in continua espansione e modernizzazione.
Come ci si potrebbe aspettare, oltre alle bancarelle sulla parte interna del marciapiede ci sono anche le barche con le venditrici pronte a preparare qualche delizioso piatto da consumare sul posto, o qualche dolcetto thai da gustare durante la passeggiata.
E queste erano le 5 mete di shopping più conosciute di Hatyai!
Se mai vi capitasse di passare nel sud della Thailandia, non dimenticatevi di fare un salto in questa splendida città – ovviamente oltre ai mercati ci sono anche altre mete da visitare, ma ve ne parlerò in altri post.
E sebbene Hatyai sia una città turistica, vi assicuro che l’atmosfera che respirerete qui sarà molto diversa rispetto ad altri posti abituati a turisti occidentali, come Phuket!
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