Uno dei simboli della Thailandia è sicuramente l’elefante, o Chang come si dice in thailandese: questo animale non popola solo le foreste, ma compare anche negli stemmi e nell’iconografia ufficiale e ricopre un ruolo fondamentale nella storia thailandese. Attualmente gli elefanti ricoprono soprattutto un ruolo nel settore del turismo.
Specie
Gli elefanti thailandesi sono una sottospecie degli elefanti indiani, ma sono più piccoli, con le zampe anteriori più corte e un corpo più robusto rispetto alle controparti indiane. Per millenni, gli elefanti venivano catturati nelle foreste e addestrati per essere utilizzati per i lavori manuali, ad esempio per lavorare nei campi o per trasportare legna, e in guerra.
Gli elefanti e la famiglia reale
Gli elefanti e la famiglia reale thailandese sono legati fin dai tempi di re Ramkhamhaeng il Grande, terzo sovrano del regno di Sukhothai, che regnò dal 1279 fino al 1298. Secondo un’iscrizione dell’epoca, il re aveva 19 anni, e si racconta di come il suo elefante Bekhpon protesse suo padre durante la battaglia.
Un altro elefante famoso della storia thailandese è Chao Praya Prabhongsawadee, l’elefante del re Naresuan, re del regno di Ayutthaya dal 1590 al 1605, diciottesimo monarca del regno di Ayutthaya e secondo regnante della dinastia Sukhothai.
La storia della battaglia degli elefanti contro il re Birmano durante la guerra contro la Birmania è stata ripresa anche in un famoso film di produzione thailandese, il cui nome è “The Legend of King Naresuan” di cui esistono 6 parti (la battaglia degli elefanti è il 5 capitolo della saga, ed è uscito nel 2014) e in un cartone per bambini di cui vi parlerò più sotto.
Gli elefanti bianchi
Secondo la tradizione, se veniva trovato un elefante bianco di buona costituzione e di buona salute, questo veniva donato al Re di Thailandia. Non si parla di elefanti albini, ed in effetti i cosiddetti “elefanti bianchi” non erano propriamente bianchi, ma dotati di una pelle di un grigio molto chiaro.
Questi elefanti non erano comuni, ed si credeva che fossero sacri, anche per il loro collegamento con il buddismo. La tradizione infatti racconta di come la madre di Siddharta, Maya, sognò un elefante bianco che si avvicinò a lei con un fiore di loto nella proboscide, per posarlo accanto alla regina.
Il fiore sarebbe poi scomparso nell’utero della donna, e quando il re si rivolse ai Bramini per dare un’interpretazione, tutti confermarono che quei segni significavano che il bambino che sarebbe nato sarebbe stato destinato a diventare un Buddha.
Bandiere e simboli
L’elefante compare anche nelle prime bandiere thailandesi, dapprima inserendo un elefante bianco all’interno della ruota del Chakra, anch’esso bianco, su sfondo rosso (bandiera del 1817-1855), poi la ruota del Chakra è sparita per lasciare posto solo all’elefante bianco su sfondo rosso (bandiera del 1855-1916).
Nella bandiera degli anni 1916-1917 l’elefante assume diversi ornamenti regali verdi e gialli, per poi essere sostituita dall’attuale bandiera con 5 strisce che viene utilizzata fino ai giorni nostri. L’elefante però continua ad esistere in una versione dell’attuale bandiera della Royal Thai Navy (Marina Reale Thailandese).
Chang, chang, chang…
Nella cultura popolare thailandese ci sono almeno due elementi che voglio citare legati alla figura dell’elefante. La prima è una filastrocca/canzone molto popolare tra i bambini piccoli, che recita:
Un elefante, un elefante, un elefante!
Bambino hai mai visto un elefante?
L’elefante è molto grande, e ha un lungo naso che si chiama proboscide
Ha i denti sotto la proboscide che si chiamano zanne,
Ha le orecchie, ha gli occhi e ha una coda lunga
La canzoncina ha anche uno scopo educativo, per insegnare ai bambini le varie parti non solo dell’elefante ma anche della propria faccia, con tanto di balletto. Vi lascio un video qui sotto per farvi un’idea.
Khan Kluay, l’elefante blu
Infine, parlando di elefanti è praticamente impossibile non citare Khan Kluay, il famoso elefantino blu dell’omonimo cartone thailandese del 2006 (il film è stato rinominato “The Blue Elephant” negli Stati Uniti).
Questa animazione digitale in 3d è stata diretta da Kompin Kemgumnird, animatore thailandese che ha lavorato nelle produzioni Disney di Atlantis e Tarzan e all’Era Glaciale degli studi Blue Sky, una divisione degli studi Walt Disney.
La fama di questo cartone ha portato a moltissimi prodotti per bambini con l’immagine dell’elefantino e dei suoi amici, oltre che a una serie televisiva, le avventure di Khan Kluay. Prodotta sempre dallo studio di animazione Kantana. Nel 2009 è stato anche realizzato un sequel.
(tra l’altro, nel trailer nella prima scena che vediamo c’è un elefante che canta proprio la canzoncina di cui vi ho parlato qui sopra)
La storia di questo piccolo e coraggioso elefante blu, dal nome Khan Kluay, che significa “gambo di banana”, nato nella foresta, alla ricerca del padre, catturato dagli uomini per essere addestrato alla guerra, lo porterà a conoscere gli uomini, fino a trovarsi faccia a faccia con il re di Ayutthaya Naresuan (che gli darà un nuovo nome, se non ricordo male proprio quello che, secondo la storia, era quello del suo elefante di battaglia) e accompagnarlo in battaglia contro il re Birmano.
Dallo sfruttamento…
Parlando degli elefanti, non si possono lasciare fuori gli aspetti negativi; dal 1989 lo sfruttamento degli elefanti è stato dichiarato illegale, costringendo i “domatori” di elefanti a dover trovare una nuova occupazione per loro e i loro elefanti.
Molti hanno cominciato a portare gli elefanti in giro per le strade, alla ricerca di bambini e turisti pronti a comprare delle banane da dare agli elefanti e magari fare qualche offerta.
Quest’attività è stata resa illegale nel 2010, poiché molte organizzazioni hanno sottolineato come per un elefante camminare sull’asfalto non sia affatto salutare, anzi.
… ai santuari e alle riserve
Attualmente esistono molte riserve per gli elefanti sfruttati per eventi turistici o per l’intrattenimento, sparsi per tutta la Thailandia, in cui è possibile prendersi cura di questi animali nel loro habitat naturale. In questi santuari è possibile partecipare a escursioni nella foresta, fare il bagno con gli elefanti e imparare a conoscere meglio i parchi thailandesi e la vegetazione. In alcuni casi è anche possibile adottare un elefante.
Tra i più famosi santuari, voglio segnalarvi:
- Elephant Nature Park a Chiang Mai
- The Surin Project a Surin
- Boon Lott’s Elephant Sanctuary a Sukhothai
- Friends of the Asian Elephant Hospital
- Elephant Haven a Chiang Mai
- Burm and Emily’s Elephant Sanctuary a Chiang Mai
- Elephants World a Kanchanaburi
- Samui Elephant Sanctuary a Koh Samui
- Wildlife Friends Foundation a Phetchaburi
- Phuket Elephant Sanctuary a Phuket
- Elephant Hills a Suratthani, situato nel parco nazionale Khao Sok
- Phang Nga Elephant Park a Phang Nga
- Into the Wild a Chiang Mai
- The Happy Elephant Home a Chiang Mai
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