Uno dei concetti più importanti del buddismo è il Dhamma. Capire il vero significato di questa parola, permette di entrare nella mentalità giusta per capire tutti gli altri concetti buddisti più complessi.
Premessa: i concetti di oggi valgono per il buddismo thailandese, e si basano principalmente su due libri: Dictionary of Buddhism, di Phra Brahmagunabhorn (P.A. Payutto) (versione bilingua thai + inglese) e Anapanasati. Mindfulness with breathing di Buddhadasa Bhikkhu (versione inglese), entrambi trovati nella libreria del tempio Wat Suan Mokkh.
Quando nel post parlo di buddismo, quindi, mi riferirò sempre e solo al buddismo diffuso qui in Thailandia, che si basa sui discorsi e gli insegnamenti del Buddha Siddharta.
Ovviamente, essendo un post riassuntivo, non mi dilungherò eccessivamente sull’argomento, cercando di darvi le conoscenze base per capire il significato di questo concetto, così da poter poi parlare di altri argomenti collegati più avanti, in altri post dedicati al buddismo.
I termini utilizzati saranno quelli in pali o eventualmente in sanscrito, secondo l’utilizzo internazionale, basandomi su come vengono riportati nei libri di cui sopra.
Cos’è il Dhamma?
Il termine Dhamma è un termine pali, il cui corrispondente thailandese è ธรรม da leggersi “Tham” ma che potete sentire pronunciare anche come “Thamma”.
Dhamma è il concetto che sta alla base del pensiero buddista e della meditazione.
Questo singolo termine ha molteplici significati: da una parte può indicare genericamente la dottrina e l’insieme di insegnamenti di Buddha, dall’altro può essere tradotto anche come “il segreto della Natura” (the secret of Nature).
Il termine pali per indicare la natura della vita è dhamma-jāti, da interpretare come qualcosa che esiste per sé e le leggi che regolano la sua esistenza. Si tratta quindi di un termine ampio che non indica solo ciò che è in contrapposizione a ciò che è artificiale, ma anche ciò che ne determina la sua esistenza, ed è importante anche tenere a mente che questa Natura non si contrappone all’uomo.
La meditazione, in particolare la branca dell’Anapanasati (meditazione basata sul respiro), si pone come obiettivo quello di analizzare e capire il segreto di questa Natura, dove Natura è legato a ciò che è vivo. Potreste sentirlo tradotto anche come “segreto della vita” (secret of life).
Nota: il termine dhamma, con la “d” minuscola, viene spesso utilizzato in pali come sinonimo di “cosa” generica. In questo contesto però, quando si parla di Dhamma con la “D” maiuscola, indicheremo sempre questo significato:
DHAMMA = SECRET OF NATURE / SECRET OF LIFE
I quattro aspetti del Dhamma
Nella meditazione Anapanasati, il Dhamma viene analizzato nei suoi quattro aspetti:
- La Natura
- Le leggi della Natura
- I doveri che bisogna rispettare secondo le leggi della Natura
- I benefici che si possono ottenere nel compiere quei doveri
Possiamo vedere quindi che per il buddismo il Dhamma non si ferma a capire la Natura e le sue leggi, ma cerca di analizzare anche ciò che ci si aspetta di dover fare per rispettare queste leggi, e i benefici che si possono ottenere seguendo questi comportamenti.
Come in una regola di causa ed effetto, una volta capito qual è la “melodia che fa girare il mondo”, sarà più facile “muoversi a passo di danza, senza rischiare di calpestare i piedi agli altri ballerini”.
Forse questa è una metafora un po’ troppo ardita?
Vediamo allora di fare un esempio più semplice; secondo le quattro partizioni che abbiamo visto poco fa, possiamo dire che:
- Ciò che appartiene alla Natura più vicino a noi corrisponde al nostro corpo, comprensivo di corpo fisico e anima/pensieri. Il termine corpo è da tenere in considerazione insieme ai suoi diversi significati: allo stesso tempo è sia un insieme di cellule, apparati e organi, sia un corpo fisico unico, sia un “sé” composto da corpo e anima/pensieri astratti.
- La legge della Natura è l’insieme di leggi che regolano il funzionamento del nostro corpo e dei nostri pensieri, aspetto che può essere studiato tramite l’osservazione durante la meditazione Anapanasati.
- I doveri che bisogna rispettare secondo le leggi della Natura sono quei processi naturali per il quale avvengono le cose, sia per il corpo fisico che per i pensieri. Ad esempio, se non mangio, il mio corpo diventa più debole, è quindi mio dovere mangiare per integrare ciò che serve al mio corpo per sopravvivere in salute. Un discorso simile può essere applicato anche ai pensieri, ma in questo momento sarebbe un po’ complicato da spiegare in poche righe.
- I benefici che si possono ottenere nel compiere quei doveri sono le conseguenze delle azioni che compiamo. Per rimanere nell’esempio di sopra, se mangio, il beneficio che otterrò è di avere in corpo abbastanza forze per fare qualcosa.
Il concetto di dukkha
Naturalmente parlando quindi, la Natura si aspetta da noi che ci si comporti in un certo modo per sopravvivere, sia nel fisico sia mentalmente. Se si rispettano i propri doveri, ciò che si otterrà sarà un beneficio, che solitamente comporta un certo livello di sanità, calma e tranquillità.
Se invece non si rispettano questi doveri, si verrà a creare ciò che nel buddismo viene chiamato dukkha, ovvero insoddisfazione, angoscia, dolore e frustrazione.
Dhamma e dukkha
Dhamma si contrappone al dukkha, per cui la frase “vivere secondo il Dhamma” diventa sinonimo di vivere una vita tranquilla, calma e sana, secondo le regole della Natura.
Tutto ciò che comporta dolore, insoddisfazione o frustrazione nella vita è “dukkha”, termine che acquisisce sempre un’accezione negativa nel buddismo.
Il termine dukkha potrebbe semplicemente essere tradotto come “problema”. Ecco quindi che, con questa accezione scopriamo come la nostra vita di tutti i giorni sia piena di “dukkha”, di problemi.
Ma è proprio attraverso il riconoscimento e l’identificazione di questi problemi che uno può cominciare il suo percorso di meditazione del Dhamma.
Come diceva il Venerabile Monaco Buddhadasa Bhikkhu, se uno non ha problemi, e pensa che tutto nella sua vita sia “okay”, non ha bisogno di andare a meditare al Wat Suan Mokkh.
Se uno non sente la presenza di alcun dukkha,
il Venerabile Monaco Buddhadasa Bhikkhu
non avrà alcun motivo per voler studiare il Dhamma
(Anapanasati. Mindfulness with breathing di Buddhadasa Bhikkhu)
Il concetto di Dhamma nella vita moderna (e non)
Prima abbiamo fatto un esempio davvero semplice su cosa sono i vari aspetti del Dhamma sul nostro corpo, basandoci sul dovere del singolo (verso se stesso) di dover sopravvivere.
Ma, passando ad un livello più generale, qual è il nostro dovere in quanto essere umano?
Spostandoci a pensare alla vita di tutti i giorni, potremmo dire che il nostro dovere è quello di “sviluppare/migliorare la vita” (developing life) secondo questi altri quattro aspetti:
- Prevenire nuovi pericoli/problemi/dukkha
- Liberarsi dei vecchi pericoli/problemi/dukkha
- Creare cose utili per la vita
- Mantenere ed aumentare le cose utili e benefiche per la vita
Vi suona familiare?
E se proviamo ad analizzare qualsiasi periodo storico, non sono forse questi quattro aspetti a spiegare alcune azioni o eventi storici avvenuti in passato, dai più piccoli ai più eccezionali?
Nei primi due punti, possiamo riconoscere come la nostra intera vita è un cercare di sfuggire al dukkha, ai problemi. Consapevoli o meno, la nostra natura è quella di fuggire i problemi per ricercare una vita serena e tranquilla.
E per creare questa vita tranquilla, siamo naturalmente portati a cercare soluzioni utili che portino benefici alla nostra vita, meglio ancora se si tratta di soluzioni a lungo termine o che comunque ci possano assicurare un lungo periodo di tranquillità.
Che cos’è quindi il Dhamma?
Per concludere, possiamo dire che il Dhamma è: la Verità/la Dottrina, la Natura, la Legge della Natura, i doveri/l’ordine naturale delle cose e i benefici/le conseguenze.
Il Dhamma è il segreto della Natura
il Venerabile Monaco Buddhadasa Bhikkhu
che deve essere compreso
per sviluppare la vita
al più alto scopo e beneficio possibile.
(Anapanasati. Mindfulness with breathing di Buddhadasa Bhikkhu)
Dhamma is the secret of nature,
il Venerabile Monaco Buddhadasa Bhikkhu
which must be understood
in order to develop life
to the highest possible purpose and benefit.
(Anapanasati. Mindfulness with breathing di Buddhadasa Bhikkhu)
Note:
Allora, come vi è sembrato questo post? Pensate di aver capito meglio cos’è il Dhamma? Come avete letto, alla base del buddismo non c’è un Dio, (Buddha stesso non è considerato un Dio, anche perché Siddharta sa bene di essere un uomo, sebbene la sua condizione di Buddha lo ponga comunque su un altro livello rispetto agli altri non-risvegliati).
Inoltre Buddha stesso dichiara nei suoi discorsi che anche gli dèi sono sottoposti alle regole della Natura e subiscono il destino delle altre creature viventi [nel contesto dei suoi discorsi, Siddharta parla sempre di dèi indiani, che sono quelli che lui conosce per periodo storico e luogo geografico] e non si tratta di una questione di fede, bensì di analisi e osservazioni del mondo fisico e spirituale.
Spero che questa nuova rubrica sui termini buddisti vi piaccia, ogni tanto porterò qualche altro termine alla vostra attenzione, quindi non dimenticate di lasciare un like sulla pagina Facebook per rimanere sempre aggiornati sui nuovi post!
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