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La Muay Thai, lo sport nazionale thailandese

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Il Muay Thai (in thailandese: มวยไทย), conosciuto anche come pugilato thailandese o thai boxe, è un’arte marziale e sport da combattimento che permette di utilizzare combinazioni di pugni, calci, gomitate e ginocchiate contro il proprio avversario.

Gli incontri di Muay Thai sono molto seguiti in Thailandia, tanto che si potrebbe paragonare la passione per questo sport a quella che gli italiani hanno per il calcio.

Il termine “Muay” significa “combattimento”, mentre il termine “Thai” indica la nazione thailandese. Questo tipo di sport infatti è tipico proprio della Thailandia, e le sue origini risalgono ai tempi in cui questa terra era ancora conosciuta come Regno del Siam.

L’arte delle 8 armi

Questo stile di combattimento è anche conosciuto con la frase “l’arte delle otto armi”, in quanto prevede la possibilità di scegliere tra 8 diversi punti di contatto a seconda del tipo di colpo che si desidera fare. Le otto armi di cui si parla sono dunque: pugni, gomiti, ginocchia e stinchi.

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Le origini

Per quanto riguarda la nascita di questa disciplina, si suppone che sia nata per difendersi da altri popoli. Quando si parla di quest’epoca, risalente al 1° secolo a.C, ci si riferisce alla popolazione thailandese con il termine “Ao-Lai”.

Una prima teoria sostiene che il popolo degli Ao-Lai sia migrato dall’India fino alla valle del Mekong, per poi raggiungere il futuro Regno del Siam, e che quindi abbia sviluppato tecniche di combattimento per potersi difendere dai popoli delle terre che attraversavano e dai predoni.

Secondo un’altra teoria, invece, il popolo degli Ao-Lai avrebbe sviluppato delle tecniche di combattimento per difendersi dai popoli confinanti una volta raggiunta la terra in cui si sarebbero instaurati.

Questo stile di lotta era inizialmente chiamato Krabi Krabong, e racchiudeva diverse tecniche di combattimento sia corpo a corpo, sia con l’uso di armi. Sarà poi nel 1700 che i due stili di combattimento verranno separati, dando così origine all’attuale Muay Thai, il combattimento corpo a corpo, e mantenendo il nome Krabi Brabong per il combattimento con armi.

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La leggenda di Nai Khanom Thom

Nai Khanom Thom fu fatto prigioniero dai birmani durante la guerra tra il regno del Siam e la Birmania nel 1767. Si dice che, per celebrare la vittoria, il re birmano Hsinbyushin fece organizzare dei tornei dove i migliori guerrieri birmani potessero affrontarsi con i prigionieri siamesi.

Il re rimase particolarmente stupito dalle capacità di combattimento di Nai Khanom Thom, il cui stile univa l’uso non solo delle braccia, in maniera simile allo stile di combattimento birmano, ma anche delle gambe.

Incuriosito dalle sue capacità, il re organizzò un incontro in cui Nai Khanom Thom si trovò ad affrontare i migliori 10 guerrieri birmani scelti dal re. Nai Khanom Thom riuscì a sconfiggerli tutti, e il re Hsinbyushin, colpito dall’incontro, decise di concedere la libertà a Nai Khanom Thom e a tutti gli altri prigionieri che aveva catturato ad Ayutthaya.

Nai Khanom Thom è quindi diventato l’eroe per eccellenza, che ha onorato le sue capacità nell’arte del Muay Thai ed è riuscito a dimostrare il suo valore di fronte ad un popolo ostile, oltre che a salvare i suoi compagni di sventura.

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L’inarrivabile Hanuman

La famosa scimmia bianca, di cui abbiamo avuto modo di parlare già in diverse leggende induiste-buddiste, è conosciuta per essere un guerriero formidabile, il cui stile di combattimento è basato sulla velocità; Hanuman è in grado di schivare i colpi degli avversari, anche con grandi salti, per poi colpirli contemporaneamente con colpi dati con gomiti e ginocchia.

Moltissimi maestri siamesi hanno preso ispirazione dalle descrizioni delle battaglie del dio scimmia, narrate nel Ramakian, creando molte tecniche e forme di lotta che richiamano alcuni dei colpi invincibili di Hanuman. L’influenza di questo personaggio mitologico è talmente radicata che non si può parlare di una vera e propria scuola di combattimento specifica, poiché il suo stile ha influenzato notevolmente molti maestri, migliorandone il bagaglio tecnico e portandoli a sperimentare nuovi colpi e tecniche.

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Non solo combattimento…

Muay Thai non è solo combattimento: questa disciplina si porta dietro tutta una serie di riti e credenze sviluppatesi nei secoli, a pari passo con la crescita del paese e con i cambiamenti che hanno portato il Regno del Siam a diventare l’attuale Thailandia.

In particolare, sono presenti diversi rituali che i praticanti di Muay Thai eseguono prima di un combattimento, subito dopo essere saliti sul ring. I tre rituali di pre combattimento sono:

Keun Su Weh-tee | ขึ้นสู่เวที

Letteralmente, la salita (keun | ขึ้น) sul ring (weh-tee | เวที) per combattere (Su | สู่). Si tratta di una fase molto importante dal punto di vista psicologico, perché serve a rinforzare la fiducia dell’atleta nelle proprie capacità e sgomberare la mente per concentrarsi l’incontro, tramite la meditazione, la preghiera e alcuni gesti scaramantici che possono differenziarsi da lottatore a lottatore.

Ram Muay | รำมวย

Si tratta di una danza rituale per scacciare gli spiriti maligni dal terreno dove avverrà il combattimento, e per ottenere il favore degli spiriti benigni. Il termine Ram | รำ significa letteralmente “danza”, ed è eseguita dagli atleti subito dopo essere saliti sul ring, sulle note di una musica particolare, la Dontree Muay (dove Dontree | ดนตรี significa letteralmente “musica”).

Durante la Ram Muay, l’atleta può recitare silenziosamente delle preghiere o dei mantra. Non si tratta solo di un rituale mistico-religioso, poiché la Ram Muay permette al combattente di dimostrare la sua devozione al proprio allenatore e alla propria scuola di appartenenza, dove nell’antichità questa danza era fatta come offerta di devozione al re o maestro.

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La Ram Muay si compone di diversi momenti, tra cui il più importante è il Wai Khru, ovvero “il saluto al maestro” utilizzando il Wai. Si tratta di un momento in cui l’atleta dimostra il proprio rispetto nei confronti di chi gli ha insegnato a combattere, ma anche nei confronti di tutti i maestri passati che hanno permesso al Muay Thai di arrivare fino ai giorni nostri.

Questa parte di danza non è strettamente legata alla sfera religiosa, ed è per questo motivo che molti atleti occidentali la eseguono prima dei loro incontri.

Pee-tee Tod Mongkon

Una volta terminata la Ram Muay, l’atleta normalmente si dirige verso il proprio maestro o allenatore, per ricevere la sua benedizione per l’incontro, e per fasi togliere il Mongkon dalla testa, appoggiandolo sul proprio angolo con funzione propiziatoria, affinché questo indumento possa proteggere l’allievo dagli spiriti maligni durante la durata dell’incontro.

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Gli accessori e gli amuleti della Muay Thai

Ogni accessorio indossato da un atleta di Muay Thai ha un significato preciso, e sono spesso considerati degli amuleti portafortuna da chi pratica questa disciplina.

Il Mongkon

Il Mongkon, ad esempio, è un amuleto di forma circolare che viene fatto indossare dall’atleta dal proprio maestro prima di un combattimento. Questo accessorio simboleggia il proprio maestro, la propria scuola di appartenenza, e tutti i “fratelli” che vi appartengono.

Si dice che al Mongkon venga poi aggiunto un pezzo del Kruang Ruang (il bracciale di stoffa dei combattenti) del vincitore durante una speciale cerimonia, che rende così il Mongkon più forte grazie alle vittorie passate, per infondere nuovo vigore all’atleta che lo indosserà nell’incontro successivo.

La leggenda vuole che, in passato, il Mongkon venisse realizzato utilizzando dei serpenti velenosi, che sarebbero stati di buon auspicio per il combattente, dondandogli prosperità e vigore.

Il Kruang Ruang

Il Kruang Ruang è il termine con cui si indica il bracciale di stoffa indossata dagli atleti sulle braccia, per pararsi dai colpi dell’avversario, ma che ha anche un significato profondo in quanto rappresenta il legame che c’è tra allievo e maestro.

Spesso infatti all’interno del Krueang Rueang, e talvolta anche nel Mongkon, vengono inserite delle immagini di Buddha o santi monaci buddisti, o altri piccoli oggetti o simboli venerati dall’atleta, come portafortuna e per protezione. Molto spesso questi oggetti vengono scelti con cura con il proprio maestro, e spesso il loro significato è conosciuto solo dall’allievo e dal proprio maestro.

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Nak Muay Ying

Il termine generico per indicare un combattente di Muay Thai è “Nak Muay”. Ma esiste una categoria specifica che, negli ultimi tempi, ha cominciato a dedicare tempo e passione a questo sport. Nonostante molti pensino che questa disciplina sia prettamente maschile, in realtà la nascita del termine “Nak Muay Ying”, ovvero “la combattente di Muay Thai donna”, dimostra come questo sport possa essere praticato davvero da chiunque.

Anzi, molto spesso i thailandesi incitano i bambini a cominciare da giovanissimi, indipendentemente dal loro sesso. Questo perché la Muay Thai non è vista come uno sport violento: si tratta di una disciplina marziale che può essere utilizzata per allenare il corpo e la mente e che può aiutare a trovare un equilibrio interiore, oltre che a insegnare qualche tecnica che può essere utilizzata per autodifesa.

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E con questo abbiamo finito! Spero che il post di oggi vi abbia fatto scoprire qualcosa in più su questa disciplina, e chissà, magari appena sarà possibile riprendere a viaggiare, anche voi vorrete dare una possibilità alla Muay Thai!

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