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Gli elefanti in Thailandia

elefante nella foresta
Photo by sasint | Pixabay.com

Gli elefanti in Thailandia non sono semplici animali selvatici. L’elefante, o Chang ( ช้าง ) per dirlo in thailandese, è infatti uno dei simboli della Thailandia. Questo animale non popola solo le foreste, ma compare anche negli stemmi e nell’iconografia ufficiale e ricopre un ruolo fondamentale nella storia thailandese e, attualmente, anche nel settore del turismo.

Caratteristiche degli elefanti in Thailandia

Gli elefanti thailandesi sono una sottospecie degli elefanti indiani di dimensioni ridotte. Questa specie di elefanti infatti è più piccola, ed è caratterizzata da zampe anteriori più corte e un corpo più robusto rispetto alle controparti indiane. Per millenni, gli elefanti in Thailandia venivano catturati nelle foreste e addestrati per essere utilizzati nei lavori manuali, ad esempio per lavorare nei campi o per trasportare legna, e in guerra.

Gli elefanti in Thailandia
Photo by sasint | Pixabay.com

Gli elefanti in Thailandia e la famiglia reale

La famiglia reale e gli elefanti in Thailandia sono legati fin dai tempi di re Ramkhamhaeng il Grande, terzo sovrano del regno di Sukhothai, che regnò dal 1279 fino al 1298. Secondo un’iscrizione dell’epoca, il re aveva 19 anni, e si racconta di come il suo elefante Bekhpon protesse suo padre durante la battaglia.

Un altro elefante famoso della storia thailandese è Chao Praya Prabhongsawadee, l’elefante del re Naresuan, re del regno di Ayutthaya dal 1590 al 1605, diciottesimo monarca del regno di Ayutthaya e secondo regnante della dinastia Sukhothai.

La storia della battaglia degli elefanti contro il re Birmano durante la guerra contro la Birmania è stata ripresa anche in un famoso film di produzione thailandese, il cui nome è “The Legend of King Naresuan” di cui esistono 6 parti (la battaglia degli elefanti è il 5 capitolo della saga, ed è uscito nel 2014) e in un cartone per bambini di cui vi parlerò più sotto.

Gli elefanti in Thailandia
Photo by khaosodenglish.com

Gli elefanti bianchi

Secondo la tradizione, se veniva trovato un elefante bianco di buona costituzione e di buona salute, questo veniva donato al Re di Thailandia. Non si parla di elefanti albini, ed in effetti i cosiddetti “elefanti bianchi” non erano propriamente bianchi, ma dotati di una pelle di un grigio molto chiaro.

Questi elefanti non erano comuni, ed si credeva che fossero sacri, anche per il loro collegamento con il buddismo. La tradizione infatti racconta di come la madre di Siddharta, Maya, sognò un elefante bianco che si avvicinò a lei con un fiore di loto nella proboscide, per posarlo accanto alla regina.

Il fiore sarebbe poi scomparso nell’utero della donna, e quando il re si rivolse ai Bramini per dare un’interpretazione, tutti confermarono che quei segni significavano che il bambino che sarebbe nato sarebbe stato destinato a diventare un Buddha.

Gli elefanti in Thailandia
Photo by eticamente.net

Bandiere e simboli

L’elefante compare anche nelle prime bandiere thailandesi: dapprima questo animale è presente all’interno della ruota del Chakra, entrambi bianchi su sfondo rosso (bandiera del 1817-1855).

Poi la ruota del Chakra è sparita per lasciare posto solo all’elefante bianco su sfondo rosso (bandiera del 1855-1916).

Nella bandiera degli anni 1916-1917 l’elefante assume diversi ornamenti regali verdi e gialli, per poi essere sostituita dall’attuale bandiera con 5 strisce che viene utilizzata fino ai giorni nostri.

L’elefante però continua ad esistere in una versione dell’attuale bandiera della Royal Thai Navy (Marina Reale Thailandese).

Gli elefanti in Thailandia
L’insegna dello stato del Siam (1817-1855) | Photo by www.flagmakers.co.uk/flag-history/thailand
Gli elefanti in Thailandia
La bandiera dello stato del Siam (1916-1917) | Photo by www.flagmakers.co.uk/flag-history/thailand
Gli elefanti in Thailandia
a bandiera del Siam (1855-1916) | Photo by www.flagmakers.co.uk/flag-history/thailand
Gli elefanti in Thailandia
L’insegna della Marina Reale Thailandese (1917-presente) | Photo by www.flagmakers.co.uk/flag-history/thailand

Gli elefanti nella cultura thailandese

Nella cultura popolare thailandese ci sono almeno due elementi che voglio citare legati alla figura dell’elefante. La prima è una filastrocca/canzone molto popolare tra i bambini piccoli, che recita:

Un elefante, un elefante, un elefante!
Bambino hai mai visto un elefante?
L’elefante è molto grande, e ha un lungo naso che si chiama proboscide
Ha i denti sotto la proboscide che si chiamano zanne,
Ha le orecchie, ha gli occhi e ha una coda lunga

La canzoncina ha anche uno scopo educativo, per insegnare ai bambini le varie parti non solo dell’elefante, ma anche della propria faccia, con tanto di balletto. Qui sotto trovate un video così potete farvi un’idea e ascoltare la filastrocca!

Khan Kluay, l’elefante blu

Infine, parlando di elefanti in Thailandia è praticamente impossibile non citare Khan Kluay, il famoso elefantino blu dell’omonimo cartone thailandese del 2006 (il film è stato rinominato “The Blue Elephant” negli Stati Uniti).

Questa animazione digitale in 3D è stata diretta da Kompin Kemgumnird, animatore thailandese che ha lavorato nelle produzioni Disney di Atlantis e Tarzan e all’Era Glaciale degli studi Blue Sky, una divisione degli studi Walt Disney.

La fama di questo cartone ha portato a moltissimi prodotti per bambini con l’immagine dell’elefantino e dei suoi amici, oltre che a una serie televisiva “Le avventure di Khan Kluay”, prodotta sempre dallo studio di animazione Kantana. Nel 2009 è stato anche realizzato un sequel.

Curiosità: nella prima scena del trailer del cartone possiamo sentire un elefante che canta proprio la canzoncina di cui vi ho parlato qui sopra.
 
La storia parla di questo piccolo e coraggioso elefante blu, dal nome Khan Kluay, che significa “gambo di banana”, nato nella foresta e che continua a viverci con sua madre. Curioso di sapere chi fosse suo padre, parte alla sua ricerca e viene catturato dagli uomini per essere addestrato alla guerra. Qui si troverà faccia a faccia con il re Naresuan, sovrano di Ayutthaya (che gli darà un nuovo nome, se non ricordo male proprio quello che, secondo la storia, era quello del suo elefante di battaglia). Dopo aver scoperto che anche suo padre era un elefante da guerra, il coraggioso Khan Kluay accompagnerà re Naresuan in battaglia contro il re Birmano.

Gli elefanti in Thailandia
Photo by dan-dare.org

Dallo sfruttamento degli elefanti in Thailandia…

Parlando degli elefanti in Thailandia, non voglio tralasciare gli aspetti negativi dell’uso di questi animali. Dal 1989 lo sfruttamento degli elefanti è stato dichiarato illegale, costringendo i “domatori” di elefanti a dover trovare una nuova occupazione per loro e i loro elefanti.

Molti hanno cominciato a portare gli elefanti in giro per le strade, alla ricerca di bambini e turisti pronti a comprare delle banane da dare agli elefanti e magari fare anche qualche offerta in denaro.

Quest’attività è stata resa illegale nel 2010, poiché molte organizzazioni hanno sottolineato come per un elefante camminare sull’asfalto non sia affatto salutare, anzi, possa essere considerata una vera e propria tortura.

… alla creazione di santuari e riserve

Gli elefanti in Thailandia
Foto di Comfreak da Pixabay

Attualmente esistono molte riserve per gli elefanti in Thailandia sfruttati per eventi turistici o per l’intrattenimento. Questi luoghi sono sparsi per tutto il territorio thailandese, in cui è possibile prendersi cura di questi animali nel loro habitat naturale.

In questi santuari è possibile partecipare a escursioni nella foresta, fare il bagno con gli elefanti e imparare a conoscere meglio i parchi thailandesi e la vegetazione. In alcuni casi è anche possibile adottare un elefante.

Tra i più famosi santuari, voglio segnalarvi:

Gli elefanti in Thailandia
Photo by FotoArtist | Twenty20.com

Se quindi volete incontrare un elefante in Thailandia, vi consiglio di informarvi su queste strutture e organizzare una giornata immersi nella natura per scoprire di più su questi meravigliosi animali!

Autore

  • Federica

    Classe 1988, una curiosa “ragazza” (per l’età che ho, so che non dovrei più farmi chiamare così, ma vabbé) per metà thailandese da parte di mamma, e per metà italiana da parte di papà, appassionata di design, architettura e arte. Finita l’università ho voluto fare una pazzia: ho comprato un biglietto di sola andata per la Thailandia, dove è cominciata la mia avventura alla scoperta delle mie altre radici; non solo i luoghi, ma anche le persone e la cultura, così da imparare anche qualcosa in più su di me.

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