Lo scorso weekend sono andata con mia mamma al nuovo centro commerciale di Thalang, nella parte nord dell’isola di Phuket, e ci siamo trovate di fronte a un’esposizione artistica molto interessante, in cui ho scoperto la corrente artistica del surrealismo pop.
Sebbene ci fossero molte opere differenti tra loro, quelle che mi sono più saltate all’occhio sono quelle di Kanjana Khumcruth, una giovane artista presente anche sui social (ecco i suoi profili Instagram e Facebook) cui quadri sono caratterizzati da personaggi femminili con grandi occhi espressivi.
Surrealismo pop
Facendo un po’ di ricerche sul web, ho scoperto che questo stile ha un nome: surrealismo pop.
Si tratta di una corrente nata a Los Angeles alla fine degli anni ‘70 e conosciuta anche con il nome di Lowbrow.
Colori accesi e saturi e personaggi a metà tra il fantastico e il reale: questa corrente artistica ha una sensibilità molto differente rispetto al surrealismo “classico” di Dalì, Magritte o Mirò.
Spesso, inoltre, le opere surrealiste pop nascondono un senso dell’umorismo che può essere allegro, sarcastico, o persino malizioso.
Il termine “pop” poi dà una chiara idea dei riferimenti usati per le opere: passeggiando tra i vari quadri non ho potuto fare a meno di cogliere riferimenti alle composizioni geometriche di Mondrian e alle pin-up degli anni ‘50.
Occhi grandi, che nascondono la verità
Leggendo un’interessante intervista dell’artista Kanjana Khumcruth, la ragazza ha dichiarato che gli occhi sono ciò che rendono i suoi quadri reali, poiché dentro di essi si nasconde la verità. Per questo motivo gli occhi dei suoi personaggi sono così grandi, per supportare l’idea secondo la quale non ci si può nascondere dalla verità presente negli occhi di qualcuno.
L’Ariel-Pierrot: l’opera che mi ha colpito di più
Personalmente, ritengo che l’arte possa essere molto più interessante se viene spiegata: ho amato da sempre i corsi di storia dell’arte e tutta la simbologia nascosta dentro le singole opere, simbologia che spesso non avrei trovato da sola, ma più spesso gli artisti preferiscono non spiegare troppo i significati delle proprie opere, lasciando che siano le emozioni trasmesse dalle proprie creazioni a far parlare lo spettatore.
L’opera che mi ha colpito di più di questa esposizione è questa: una fanciulla dai capelli rosso fuoco (che per qualche motivo mi ricordano la sirenetta) e con il trucco sugli occhi che mi richiama alla mente personaggio di Pierrot.
Probabilmente l’artista non aveva in mente questi due personaggi, eppure, per qualche strano motivo, non riesco a scollegare queste due idee dal quadro – anche se a tratti mi viene anche da pensare ad Alice nel Paese delle Meraviglie, ma anche qui, non riesco a trovare dei nessi logici validi per supportare quest’idea.
Ma in fondo, forse l’arte non serve per darci risposte, ma a farci emozionare, a farci provare qualcosa, e, magari, anche a farci qualche domanda giusta…
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