Una delle bevande più apprezzate dagli occidentali è senza dubbio il caffè; ma qui esiste un tipo di caffè thailandese con un retrogusto molto diverso da quello conosciuto in Europa e America. Andiamo a dare un’occhiata ai caffè più famosi della Thailandia, ovvero l’Oyua ( โอยัวะ ) e l’Oliang ( โอเลี้ยง ).
Arrivo del caffè in Thailandia
Il caffè arrivò in Thailandia grazie a re Luigi XIV, che inviò dei funzionari consolari in Thailandia. I funzionari erano accompagnati da dei monaci cattolici e durante il loro viaggio verso l’Oriente, si fermarono nei paesi arabi, dove comprarono il caffè da portare in dono a Re Narai il grande, re di Ayutthaya.
Gusto del caffè thailandese
Il caffè thailandese è solitamente preparato con fondi di caffè di varietà robusta mescolati con vari cereali come cardamomo, mais, riso, semi di soia e semi di sesamo.
L’aroma mescola l’aroma del caffè a quello dei semi tostati, che sembrano quasi prevalere sul caffè, per un gusto davvero unico e inconfondibile.
Io personalmente non bevo caffè, ma faccio un’eccezione per l’Oliang, che ha un aroma che definirei quasi speziato, e che credo contenga davvero pochissimo caffè (o almeno, mi hanno sempre detto che l’Oliang rispetto ad un caffè occidentale è molto meno “forte”).
Caffè thailandese, ma con nomi cinesi
I nomi con cui solitamente si chiamano i vari caffè thailandesi sono termini di origine cinese che però non sono conosciuti in Cina. Se qualcuno andasse in Cina o ad Hong Kong a ordinare un Oliang, è possibile che riceva un’occhiata interrogativa, poiché lì l’Oliang non è conosciuto se non dalla comunità thai.
La coppia di termini Oliang e Oyua hanno la radice in comune; in effetti O ( โอ ) è il termine cinese che significa “nero”. Yua ( ยัวะ ) significa caldo, mentre Liang ( เลี้ยง ) significa freddo.
Oyua ( โอยัวะ ) è usato per indicare un caffè nero e caldo, senza zucchero né latte.
Oliang ( โอเลี้ยง ) invece si utilizza per indicare un caffè nero e freddo, ottenuto versando il caffè bollente in un bicchiere con ghiaccio. E si dice che siano stati i thailandesi ad “inventare” questo tipo di caffè; in nessun paese asiatico confinante esisteva un “caffè freddo”, ma solo la versione calda.
Cafè Boran, il nome thailandese
Recentemente, per distinguere il caffè occidentale da quello tradizionale thailandese, è cominciato a comparire il termine Cafè Boran ( กาแฟโบราณ ) ovvero “caffè antico”.
Anche questo caffè può essere servito caldo o freddo, a seconda delle preferenze. Nel caso in cui vogliate bere un Cafè Boran Yen, o più semplicemente Cafè Yen, ovvero un caffè tradizionale freddo, vi consiglio di fare attenzione al livello di zuccheri nel caffè: questa è infatti la tipologia più dolce, e la ricetta prevede 2 cucchiai di caffè, 355 millilitri di acqua calda, 5 cucchiaini di latte condensato, 1 cucchiaino di zucchero e un goccio di latte da versare sopra il caffè prima di servirlo! Insomma, non è la scelta ideale se vi piace il caffè amaro.
Altri tipi di caffè thailandese
Prima abbiamo visto che Oliang e Oyua sono due caffè neri puri, che possono eventualmente essere addolciti con lo zucchero. Ma esistono altre due nomenclature conosciute dai thailandesi che amano le bevande dolci.
Il Kopi ( โกปี๊ ) è un caffè nero caldo con latte condensato, bevuto solitamente a colazione, accompagnato dai famosi dolci Patongko (ve ne ho parlato in questo post). Questo caffè è servito in un bicchiere di vetro, che permette di vedere il latte condensato nella parte inferiore del bicchiere, e distinguerlo così dal caffè vero e proprio. In questo modo, chi l’ha ordinato può mescolare personalmente il latte condensato, che tenderà a far abbassare la temperatura del caffè, permettendo così di berlo senza doverci soffiare sopra.
L’Oliang Yoklo (โอเลี้ยงยกล้อ) invece si usa per indicare un caffè nero e freddo, a cui è stato aggiunto del latte e/o del latte condensato.
Come preparare l’Oliang e l’Oyua
Sia il Cafè Boran sia il Cha Thai, ossia il tipico tè thailandese, sono preparati tramite l’uso di uno speciale filtro in stoffa, chiamato TungTom ( ถุงต้ม, ovvero Tung ถุง = sacco e Tom ต้ม = bollire).
Il TungTom presenta un cerchio metallico a cui è fissato un sacchetto di cotone al cui interno si dovrà mettere la miscela di caffè o di tè, a seconda di ciò che si vuole preparare.
Dopodiché si verserà dell’acqua calda all’interno del TungTom appoggiato ad una caraffa, lasciando poi il filtro in infusione per circa 10 minuti. Passato questo periodo sarà possibile servire l’Oliang aggiungendo del ghiaccio, o l’Oyua lasciandolo in caldo.
Se invece si desidera preparare un Kopi, sarà necessario preparare un bicchiere di vetro e metterci del latte condensato prima di servire il caffè. Il Kopi viene sempre servito lasciando ben visibile lo strato di latte condensato nella parte inferiore; sarà chi lo beve a mescolarlo quando lo vorrà bere.
Il Cafè Boran nelle sue quattro varianti non è difficile da preparare in casa: è sufficiente avere dell’acqua calda, il filtro TungTom o un semplice sacchetto di cotone, e i granelli di Oliang, pronti per essere messi in infusione. Personalmente, sia per il Cha Yen sia per il Cafè Boran io prendo sempre i prodotti di ChaTraMue, uno dei marchi più famosi per quanto riguarda caffè e tè thailandesi.
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