,

Il Buddha di smeraldo: un viaggio leggendario attraverso l’Asia

copia del Buddha di smeraldo di Chiang Rai

Tra le bianche mura del Grande Palazzo Reale di Bangkok, si cela una statua tanto piccola, quanto popolare: si tratta del Buddha di smeraldo, una delle statue più venerate al mondo.

Il Buddha di smeraldo: estetica e materiali

Il Buddha di smeraldo, conosciuto in thailandese come Phra Kaeo Morakot ( พระแก้วมรกต ), è una statua che rappresenta il Buddha Siddharta Gautama seduto in posizione meditativa.

Al contrario di quanto lascia trasparire il nome, questa statua non è realmente realizzata in smeraldo, bensì il materiale utilizzato è verosimilmente giada o diaspro, una pietra semipreziosa che, in questo caso, ha una colorazione verde che richiama il tipico colore dello smeraldo.

Wat Phra Kaew a Bangkok
Photo by Wikipedia – il complesso del Wat Phra Kaew a Bangkok

L’attuale ubicazione del Buddha di smeraldo: il Wat Phra Kaew di Bangkok

La statua è attualmente conservata al Wat Phra Kaew ( วัดพระแก้ว ) uno dei numerosi edifici all’interno del Grande Palazzo Reale di Bangkok.

È possibile visitare e vedere la statua tutti i giorni, dalle 8.30 fino alle 15.30, pagando l’ingresso che comprende la visita del Grande Palazzo Reale, il tempio Wat Phra Kaew dove risiede il Buddha di smeraldo, il museo dei tessuti Queen Sirikit e la possibilità di assistere ad un Khon, uno spettacolo tradizionale thailandese, nei 7 giorni successivi alla data di acquisto del biglietto.

Per maggiori informazioni, consiglio di consultare questo sito.

Dimensioni e aspetto

Al contrario di quanto si potrebbe immaginare, il Buddha di smeraldo in realtà ha dimensioni molto ridotte: un’altezza di appena 66 cm e una larghezza di circa 48 cm.

Uno dei riti più sentiti che riguardano il Buddha di smeraldo è il rito della vestizione della statua a seconda delle stagioni.

La vestizione del Buddha di smeraldo viene effettuata dal re, o da un suo rappresentante, durante il cambio tra le tre stagioni thailandesi, solitamente in marzo (inizio della stagione calda/estiva), luglio (inizio della stagione dei monsoni) e novembre (inizio della stagione fredda).

Cerimonia di vestizione del Buddha di smeraldo effettuata da re Rama X
Photo by kapook.com – Cerimonia di vestizione del Buddha di smeraldo effettuata da re Rama X

I tre vestiti del Buddha di smeraldo

I vestiti che si alternano sono tre:
-un abito per la stagione delle piogge;
-una veste per la stagione estiva;
-un vestito per la stagione fredda.

Le prime due vesti furono realizzate da re Rama I, mentre l’abito per la stagione fredda fu commissionato da re Rama III.

Le decorazioni attuali sono delle repliche realizzate con gli stessi materiali originali, e commissionate da re Rama IX. Gli abiti originali sono attualmente esposti al museo del tempio del Buddha di Smeraldo nella corte centrale del Grande Palazzo Reale.

Abito per la stagione delle piogge – Photo from Wikipedia
Veste per la stagione estiva – Photo from Wikipedia
Vestito per la stagione fredda – Photo from Wikipedia

La leggenda del Buddha di smeraldo

Approfondire le origini di questa statua significa avventurarsi in vicende in cui personaggi reali e mitologici si mescolano e interagiscono tra loro.

Si suppone che la statua fu realizzata nel 43 a.C in India, e raggiungerà Bangkok solo nel 1785. In questo lasso di tempo, la statua è stata avvistata in diversi paesi: Sri Lanka, Regno di Birmania, Impero Khmer/Regno di Cambogia (attuale Cambogia), Regno del Siam (attuale Thailandia), Regno di Lan Xang (attuale Laos), per poi concludere il suo viaggio al Wat Phra Kaew di Bangkok.

Le origini del Buddha di smeraldo

Per scoprire quando è nato il Buddha di smeraldo, è necessario spostarsi a 500 anni dopo che il Buddha raggiunse il Nirvana, nella città indiana di Pataliputra, sotto il regno di re Milin ( พระเจ้ามิลินท์ ), conosciuto in occidente come re Menandro I. Nonostante la maggior parte della popolazione fosse buddista, il re non mostrava alcun rispetto per i monaci buddisti.

Un giorno, Re Milin ebbe modo di incontrare il monaco buddista Phra Nagasen ( พระนาคเสนเถระ ) e, colpito dagli insegnamenti del monaco, si convertì al buddismo. I discorsi tra il monaco e il re sono riportati nei testi Milindapañhā e nel Nāgasenabhiksusūtra. In questi dialoghi si scopre anche che, dopo la morte di Buddha, molte persone malvagie hanno cominciato a disprezzare il buddismo, e secondo una profezia, questo sentimento negativo avrebbe continuato a crescere, e avrebbe causato la scomparsa degli insegnamenti del Buddha entro 5000 anni.

Venuto a conoscenza di questa profezia, Re Milin accettò di far realizzare una statua in onore di Buddha, in modo che la popolazione potesse ricordarsi sempre di Buddha e dei suoi insegnamenti. Ma quale materiale sarebbe stato il più adatto per realizzare una statua tanto importante? E quale materiale sarebbe stato tanto duraturo da resistere alle intemperie e al passare del tempo?

Un intervento divino

La leggenda narra che il dio Indra, che osservava le vicende nel mondo degli uomini, sentì i pensieri del monaco Phra Nagasen. Il dio Indra allora chiamò il dio Vishnu, e insieme scesero sulla terra per consultarsi con il monaco Phra Nagasen e aiutarlo a trovare il materiale perfetto per realizzare questa statua. Una cosa era certa: la statua di Buddha sarebbe dovuta essere scolpita a partire da una pietra speciale, e non da un materiale qualsiasi.

Dopo una lunga discussione, i tre conclusero che il materiale perfetto per questo scopo era il Kaew Rattanasophon ( แก้วรัตนโสภณ ), una pietra speciale che si trovava sulle alte montagne protette da Garuda.

I due dei partirono così alla ricerca della pietra, ma le loro aspettative furono presto distrutte. A poco servirono le richieste del dio Indra: nonostante la spiegazione, Garuda si era opposto all’uso del Kaew Rattanasophon. Garuda infatti affermava che questa pietra doveva essere usata solo per le persone che sarebbero entrate nella 1000esima era buddista, e che quindi non potevano essere utilizzate prima del loro tempo. Garuda però aveva capito la situazione, e volle così suggerire una soluzione al dio Indra. Perché non prendere gli smeraldi che circondavano la base della montagna? Il dio Indra accettò il suggerimento.

illustrazione che rappresenta Garuda e il dio Indra con in mano lo smeraldo che verrà usato per realizzare la statua del Buddha di smeraldo
Illustration from the YouTube Channel “DODI” – illustrazione che rappresenta Garuda e il dio Indra con in mano lo smeraldo che verrà usato per realizzare la statua del Buddha di smeraldo

La realizzazione della statua

Sarà però il dio Vishnu a portare lo smeraldo al monaco Phra Nagasen. Il monaco fu molto felice di aver finalmente trovato il materiale adatto per realizzare la statua. Lo smeraldo però, poiché proveniva dallo stesso luogo magico del Kaew Rattanasophon, era molto resistente e non poteva essere scolpito da un semplice umano. Il monaco si ritrovò così impossibilitato a lavorare quella pietra. Resosi conto del nuovo problema, il dio Vishnu scese nuovamente sulla terra, prese le sembianze di un monaco e si presentò a Phra Nagasen per aiutarlo nell’impresa.

Una volta terminata la statua, il dio Vishnu tornò in paradiso, e Phra Nagasen mostrò il Buddha di Smeraldo alla popolazione. La statua presto attirò l’attenzione di tutte le genti, diventando meta di pellegrinaggio da tutti gli angoli della terra.

Terremoto: un segno premonitore

Il monaco Phra Nagasen inserì all’interno del Buddha di Smeraldo sette reliquie del Buddha Siddharta. Le sette aree della statua dove furono inserite le reliquie sono: la sommità della testa, la fronte, l’ombelico, la mano destra e la mano sinistra, la coscia destra e la coscia sinistra. Prima di posare l’ultima reliquia però, un forte terremoto scosse la terra.

Una volta che la terra smise di tremare, Phra Nagasen pronunciò una profezia, che affermava come la statua del Buddha avrebbe dovuto viaggiare per cinque terre differenti (India, Sri Lanka, Cambogia, Laos e Thailandia). Il monaco aggiunse che, ovunque il Buddha di smeraldo fosse passato, quel luogo sarebbe stato in pace.

Un viaggio pacifico

Al contrario di altri oggetti di valore del mondo occidentale, la cui storia comprende furti e guerre per l’appropriazione di quegli stessi oggetti, la storia del Buddha di smeraldo è caratterizzata da una sorprendente serenità.

La statua non è mai stata al centro di saccheggi o conflitti, anzi, il suo viaggio è stato spesso segnato da richieste formali tra sovrani. Un esempio emblematico è la richiesta del re birmano Anawrahta, che desiderava portare la statua nel suo regno per diffondere e rafforzare la fede buddista nel proprio paese.

Ne è un esempio la richiesta del re Anawrahta di Birmania, che si recò in Sri Lanka per accompagnare i monaci del proprio regno per aggiornare le traduzioni delle scritture buddiste (che, secondo gli studi dei monaci dell’epoca, riportavano delle discrepanze, e dovevano quindi essere errate in alcuni passaggi).

Durante il suo soggiorno nell’isola di Ceylon, il re ebbe modo di vedere il Buddha di smeraldo e, una volta arrivato il momento di tornare a casa, chiese al re di Sri Lanka di poter portare il Buddha di smeraldo nel proprio regno, per sostenere il buddismo nel proprio paese e permettere anche alle sue genti di venerare quella statua, ed essere così ispirati nel seguire le orme del Buddha. Il re di Sri Lanka, a malincuore, accettò la richiesta.

Statua del Buddha di smeraldo a Bangkok
Photo by explore.airasia.com – Il Buddha di smeraldo nel Wat Phra Kaew a Bangkok

Un segno scritto nelle onde: il mistero del naufragio in Cambogia

Ma la nave non approdò mai sulle rive del regno di Birmania, andando invece a naufragare nel regno di Cambogia.

Quando re Anawrahta scoprì l’ubicazione della statua, si recò nel regno vicino per chiedere la restituzione del Buddha di smeraldo.

Dopo varie riluttanze, il re dell’impero Khmer disse che avrebbe inviato la statua via nave, ma non mantenne la parola. Il re Anawrahta, invece di dichiarare guerra al regno vicino, decise di non usare la forza, e scelse di interpretare il precedente naufragio come un segno che la statua non era destinata ad arrivare in Birmania.

Photo by Francesco Franceschi – Foto della copia del Buddha di smeraldo che si trova a Chiang Rai

La cronologia degli avvistamenti del Buddha di smeraldo

Avvolto da un’aura di mistero, il Buddha di Smeraldo ha viaggiato per secoli attraverso l’Asia Sud-orientale, e alcuni passaggi sono ammantati di mistero e mescolano realtà e leggende.

Ecco una lista riassuntiva dei paesi in cui la statua è stata avvistata:

  • I secolo a.C. – India (antico regno di Magadha)
  • Sri Lanka (regno Anuradhapura)
  • XII secolo – Cambogia (Impero Khmer), la statua fu tenuta nel tempio Angor Wat
  • XIV-XVIII secolo – Sri Ayutthaya (Regno di Ayutthaya), antica capitale del regno del Siam
  • XIII-XV secolo – Lawo (regno di Sukhothai), corrispondente all’attuale provincia di Lopburi
  • XIV-XVIII secolo – Vajiraprakarn (regno di Ayutthaya), corrispondente all’attuale provincia di Kampaeng Phet
  • dal 1391 al 1436 – Chiang Rai, che all’epoca faceva parte del regno di Lanna. Il Buddha di Smeraldo fu scoperto nel 1434 proprio in questa città, nel tempio Wat Phra Kaew. Da questo anno la cronologia è considerata più attendibile.
  • dal 1436 al 1468 – Lampang (regno di Lanna)
  • dal 1468 al 1553 – Chiang Mai (regno di Lanna)
  • dal 1553 al 1778 – Luang Prabang e Vientiane (regno di Lan Xang, attuale Laos)
  • 1778 – il re siamese Rama I conquistò Vientiane e riportò la statua a Thonburi (regno di Thonburi)
  • dal 1784 fino ad oggi – re Rama I trasferì la statua a Bangkok, dove risiede tutt’ora al tempio Wat Phra Kaew.

L’importanza religiosa del Buddha di smeraldo nel presente

Il Buddha di Smeraldo trascende le barriere temporali e geografiche, rappresentando un punto di riferimento spirituale per milioni di persone.

Ancora oggi la statua è venerata come l‘incarnazione della saggezza e della compassione del Buddha, e il Wat Phra Kaew è attualmente un luogo di pellegrinaggio per i buddisti provenienti da tutto il mondo.

L’aura di sacralità che emana dal tempio attrae anche numerosi turisti, desiderosi di respirare un’atmosfera spirituale e di scoprire una delle più importanti icone del buddhismo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *