Nello scorso post ho dato un’occhiata ai propositi che avevo preso a Gennaio, ma ora è il momento di essere più specifici. Perché per raggiungere un obiettivo è bene studiare le varie tappe che ci portano più vicini alla meta, invece di limitarci a guardare e provare andando a tentativi.
Un esempio pratico
Prendiamo ad esempio la frase “write more”, “scrivi di più”.
Si tratta di un pensiero più specifico di un generico “scrivi un romanzo”, eppure non sono comunque riuscita a mantenere quell’impegno.
Fresca dell’esperienza del NaNoWriMo, il mio generico “scrivere di più” si riferiva al numero di parole giornaliere che scrivevo durante quella “gara”, ma non essendomi prefissa un numero di parole da raggiungere, quella voce rimaneva molto vaga sulla mia agenda.
Ecco quindi che anche il generico “work out”, che nella mia testa era un semplice “rimettiti in forma”, è rimasta un’idea vaga che si è piano piano trasformata in “se ho tempo, mi alleno”.
Generico = confusionario
Quando me ne sono resa conto, ho capito che non potevo andare avanti così. Dovevo lasciare meno al caso, e organizzarmi un attimo.
Per ogni obiettivo posto bisognava capire quali tappe sarebbero state necessarie per raggiungerlo.
Il “scrivi di più” si trasforma quindi in “scrivi almeno 4000 parole a settimana”, il che significa fare almeno due sessione di scrittura a settimana. Il numero potrà poi essere implementato una volta che si sarà riusciti a mantenere questo obiettivo per qualche tempo.
Mentre, per esempio, il “tornare in forma” si trasforma in “fare almeno 4 sessioni di allenamento a settimana” “una sessione deve durare almeno mezz’ora”. Queste affermazioni sono decisamente più facili da mantenere di un generico “perdere TOT chili”, anche se è sempre possibile scendere nei dettagli, ad esempio il mio “evitare di prendere peso” significa
- Meno zucchero nel tè (una grande vittoria è stata riuscire ad abituarmi a una sola bustina di zucchero per tazza, ma non sono sicura di volere togliere completamente lo zucchero dai miei tè)
- Meno spuntini giornalieri
- Se hai voglia di uno spuntino, cerca della frutta o vai ad allenarti
Una volta “tradotti” questi propositi, ecco però spuntare nuove domande, tra cui la più insidiosa: quando farlo?
Gestire gli orari
Tutti noi abbiamo 24 ore al giorno a disposizione, eppure c’è gente che sembra fare un sacco di cose in una sola giornata, mentre altri riescono a malapena a trovare il tempo per farsi un bel bagno caldo in serenità. Come diceva mia nonna,
Non è vero che non abbiamo tempo.
Abbiamo tutti lo stesso tempo a disposizione, dipende tutto da come lo gestiamo.
Torniamo quindi a noi, e prendiamo ad esempio il fatidico “tornare in forma”. Ora, io sono una di quelle persone che quando si sveglia al mattino ci impiega un bel po’ prima di riuscire a carburare, mentre ad esempio mia mamma se apre gli occhi è capace di scendere immediatamente dal letto e cominciare a fare yoga.
Io è già tanto se riesco a trascinarmi prima in bagno, e poi in cucina per la colazione. Quindi fare esercizio fisico al mattino proprio non se ne parla. Ho sempre preferito farlo verso il pomeriggio tardi o direttamente prima di andare a dormire (dopo una bella doccia, ovviamente).
Ma avere la serata libera per fare esercizio, implica finire in giornata tutte le altre cose che spesso mi ritrovavo a finire dopo cena; quindi per riuscire a trovare il tempo per allenarmi un po’, significava dover anche definire degli orari di lavoro più restrittivi – e chi ha lavorato in smartworking sa quanto possa essere difficile gestire degli orari nella propria casa.
Casa, sempre casa
Lavorare da casa ha un sacco di vantaggi, ma è anche vero che spesso è difficile “dividere” le cose; la scrivania su cui lavoro è la stessa dove scrivo i post, la stessa dove mi siedo per giocare al PC o per guardare qualche video su Youtube o seguire qualche corso online.
Ed è facile quindi finire con il distrarsi più facilmente, o ricordarsi di punto in bianco qualcosa che si doveva fare (una telefonata, rispondere a un messaggio o a una mail) e finire per dimenticare ciò che si stava facendo prima, o di perdere completamente la concentrazione.
E per quanto avessi programmato ogni giornata con una lista di cose da fare, spesso mi ritrovavo a spuntarne meno della metà, senza nemmeno rendermi conto di “dove” perdessi quanto tempo.
Dividere la propria giornata in blocchi
La soluzione in realtà era proprio sotto il mio naso, ma per scetticismo non l’avevo voluta provare, finché non mi sono trovata a pensare che forse, se quel metodo funzionava per molti, valeva fare un tentativo.
Dico che era sotto il mio naso, perché ormai da anni seguo diverse persone su YouTube che si occupano di organizzazione, tra cui Mariana’s Study Corner, una ragazza portoghese che fa video in inglese (e non essendo madrelingua parla più lentamente ed è più facile da seguire rispetto ad americani e inglesi DOC), e lei aveva già parlato in diversi video di questo metodo di organizzazione per le sue giornate (se volete farvi un’idea, vi lascio il link a uno dei video qui).
Si tratta del “calendar block” ovvero di un metodo in cui si divide la giornata in blocchi della durata di diverse ore. Ogni blocco ha un tema, e durante quel blocco bisogna “lavorare” solo su quel tema lì.
Quindi, ad esempio, io ho un blocco mattiniero che va dalle 7:40 fino alle 8:45 che prevede di scendere dal letto, farmi la doccia e fare colazione.
Non importa se un giorno finisco la doccia alle 8, e il giorno dopo alle 8:30; l’importante per me è che entro le 8:45 devo aver fatto queste cose.
Apparentemente mi si potrebbe dire che più di un’ora per fare tutto ciò è eccessivo, ma, ve l’ho già detto, io al mattino impiego molto tempo ad ingranare (e perdo diversi minuti controllando le storie di Instagram, per vedere cos’è successo nel resto del mondo mentre dormivo).
Qualsiasi cosa sia inerente al lavoro, che sia rispondere ad una mail, fare una telefonata o altro, può aspettare il blocco delle 9-11, in cui appunto mi dedico al lavoro/blog.
Ed è importante, mentre si fanno i blocchi, di programmare anche i periodi di svago e relax; durante la mia giornata ho ben 3 slot da dedicare ad Animal Crossing / leggere / controllare i social.
So che può sembrare strano, ma programmare anche il tempo perso, o perlomeno, il blocco di tempo in cui posso perdere del tempo, mi motiva a lavorare di più; non mi viene voglia di accendere la Switch per giocare sulla mia isola, perché so di avere un’ora di gioco al mattino, prima di pranzo, e una la sera, prima di andare a dormire (più uno slot variabile prima di cena, se finisco di allenarmi prima che la cena sia pronta).
E gli imprevisti?
E cosa fare se succede un imprevisto? Beh, si cerca di inglobarlo al meglio nei nostri piani. Gli imprevisti non si possono evitare, ma personalmente cerco sempre di classificare gli imprevisti in base all’importanza e all’urgenza. Se devo fare una chiamata, ma manca mezz’ora prima della fine del blocco “relax”, allora rimando di mezz’ora, senza però dimenticarmi di segnarlo in agenda.
Ed è sempre bene avere a portata di mano qualche foglio per appuntare le idee comparse dal nulla, in modo da poter dedicare il giusto tempo e la giusta attenzione più tardi, dopo che si ha finito di fare ciò che si stava facendo.
Altri piccoli accorgimenti
Infine, per quei propositi più ostici su cui ancora non ho lavorato, ho anche qualche piccolo consiglio che spero si riveli utile anche a voi.
Il “disegna di più” aveva funzionato quando usavo la mia domenica per disegnare (è funzionato per un paio di domeniche, ma meglio di nulla). Anche il numero di soggetti da disegnare e il tema è estremamente di aiuto per evitare il “blocco da pagina bianca”.
Lo “scrivi di più” aveva funzionato quando avevo cambiato posto dove scrivere (sempre in casa, ma invece della scrivania con il mio PC da lavoro, mi ero spostata sul tavolo da pranzo con l’iPad e una tastiera bluetooth), e avevo scelto come sottofondo una playlist coffee jazz da Spotify.
Effettivamente, non basta stilare dei punti chiave per raggiungere gli obiettivi, ma anche creare l’atmosfera giusta per dedicarsi ad una determinata attività. Avere una scrivania o un tavolo pulito aiuta, ma arrivarci al mattino e trovare già l’agenda aperta con l’elenco di cose da fare permette di mettersi subito al lavoro senza dover pensare troppo né perdere tempo.
Allo stesso modo, se fate una pausa durante un lavoro, cercate di lasciare aperte sul computer le finestre dove stavate lavorando, nascondendo i social e tutte le distrazioni, per evitare che, una volta tornati al PC, il vostro occhio cada su qualche foto/pubblicità/video, attirando così la vostra attenzione e facendovi (momentaneamente) dimenticare quello che dovevate fare.
Cerchiamo di usare il nostro tempo in maniera intelligente, senza dimenticare che lavorare 10 ore in maniera poco concentrata, controllando il cellulare ogni 15 minuti e facendo diverse pause caffè dopo mezz’ora è meno produttivo rispetto a lavorare per 4 ore mantenendo la concentrazione su ciò che si fa, con il cellulare silenzioso e avendo sulla scrivania una bella caraffa di acqua (o tè, o succo o quello che vi pare, purché vi possa idratare senza farvi alzare per andare in cucina a prendere un bicchiere di qualcosa).
E volete mettere la soddisfazione di finire un lavoro in 4 ore invece di 10? Ovviamente questi numeri sono solo per farvi un esempio, non sempre è possibile dimezzare i tempi, ma anche se fossero 7 ore invece di 10 ore, avreste comunque ottimizzato il vostro tempo, no?
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