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Parola d’ordine per il 2019: Equilibrio

Conoscere diverse lingue può essere molto utile per stimolare il cervello: la seconda parola per il mio 2019 è “BALANCE”, ovvero EQUILIBRIO, ed ammetto di preferire il corrispettivo inglese, poiché questo termine, nella mia testa, richiama immediatamente la forma di una bilancia i cui piatti sono in un costante, minuscolo movimento, alla ricerca di un punto di stabilità.

Ognuno di noi nella vita si è trovato svariate volte ad un punto in cui si è sentito perduto, in cui un evento o una decisione hanno scombussolato i suoi piani per il futuro o la sua quotidianità.

Può essere il lutto per la morte di una persona cara, o di un animale, problemi di salute arrivati all’improvviso, problemi economici di varia natura, la perdita del posto di lavoro o la necessità di cambiarlo perché l’ambiente lavorativo è diventato “nocivo” per noi.

Ma anche gli avvenimenti positivi possono portare questa sensazione di spaesamento: un bambino in arrivo, un’opportunità lavorativa migliore, un matrimonio, sia esso il proprio o quello di una persona cara, la decisione di andare a convivere e costruirsi una casa insieme…

Tutti questi eventi hanno in comune una cosa: la vita non sarà più come prima, dopo che saranno passati, nel bene e nel male.

Per alcuni, il cambiamento è qualcosa di spaventoso, che obbliga ad uscire dalla propria “comfort zone” e a rimettersi in gioco.

Ma badate bene, non pensate che chi la ama e non se ne voglia allontanare sia un pigro, o uno scansafatiche: a volte ci vogliono anni per costruirsi una comfort zone, per sentirsi finalmente “A CASA”.

E spesso è la vita stessa che arriva, in silenzio e di soppiatto, e cambia tutte le carte in tavola, distruggendo le nostre uniche certezze e non lasciandoci nemmeno uno spiraglio di serenità interiore.

E allora, come delle piccole formichine a cui hanno distrutto il formicaio, non ci resta che rimboccarci le maniche ed andare avanti.

E la prima cosa che mi è capitato di fare in queste situazioni, era di costruirmi una nuova comfort zone, dove rifugiarmi nei giorni no, e da dove prendere coraggio per ricostruire i miei piani per il futuro.

Si ricomincia con le cose semplici, come crearsi piccole routine da ripetere automaticamente: rifare il letto la mattina, preparare la colazione la sera prima, gustarsi una tazza di tè davanti alla televisione prima di andare a lavorare… Si tratta di piccole cose, che però danno una sensazione di normalità.

Ritrovare il proprio equilibrio, significa anche accettare qualsiasi evento negativo che ci abbia destabilizzato, e dargli un significato all’interno della nostra vita: personalmente la perdita di una persona a me molto cara, nel modo più inaspettato possibile, mi ha fatto prendere delle decisioni importanti su come reindirizzare la mia vita.

Così come era già successo quando era mancato mio papà: credo che il primissimo pensiero di “provare a vivere in Thailandia per un po’ ” sia scaturito proprio allora, e quasi sicuramente le cose sarebbero andate diversamente se ci fosse ancora.

Anche adesso penso che il mio attuale trasferimento a Phuket probabilmente non ci sarebbe stato se non fosse successo quel che è successo.

Ma il passato non si può cambiare, come diceva il saggio Rafiki.
Sembrerà una banalità, ma lo “strumento” che mi ha aiutato a superare tutti i momenti difficili, grandi o piccoli che fossero, è stato l’amore per me stessa.

Soprattutto negli ultimi anni ho imparato a ritagliarmi del tempo per me, da dedicare a me stessa, prendendomi cura del mio corpo con maschere, creme, facendo ginnastica, cercando di mangiare sano, e prendendomi cura del mio spirito, facendo ciò che mi piace, e ho imparato a “perdere tempo” solo per il piacere di rilassarmi, senza star lì a pensare che avrei potuto impiegare meglio quei momenti.

Il mio equilibrio non è perfetto, ma è perfetto per questo momento della mia vita: e c’è sempre tempo di provare altri incastri, spostando le “pietre”, lucidandole, cambiandole di posizione, alla ricerca di maggiore stabilità, e cambiare abitudini all’improvviso non mi fa più tanto spavento.

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