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La festività dell’Asanha Bucha e il Khao Phansa

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In Thailandia Luglio è un mese molto importante, non solo perché decreta l’inizio della stagione delle piogge, ma anche perché cade una delle più importanti feste buddiste di tutto l’anno, che va ad influire direttamente sulla vita della popolazione per i prossimi tre mesi: si tratta della festività dell’Asanha Bucha, che decreta l’inizio del periodo di “Quaresima” (il termine inglese con cui ci si riferisce a questo periodo è proprio “Buddhist Lent” ovvero “Quaresima Buddista”).

Asanha Bucha Day

Questa festività cade all’incirca a metà Luglio, nel quindicesimo giorno di luna piena dell’ottavo mese del calendario lunare (ed infatti ricordo che quando ero piccola, mia nonna soleva portarmi al tempio con lei perché questa festa cadeva sempre nei pressi del giorno del mio compleanno). Durante l’Asanha Bucha si ricorda il primo discorso tenuto dal Buddha Siddharta nel parco dei cervi, ed è anche conosciuto come il “giorno del Dhamma”, in cui il Buddha cominciò ad insegnare ad altri cinque monaci le vie per l’Illuminazione, spiegando per la prima volta le Quattro Nobili Verità che andranno a diventar la base della dottrina buddista.

Credits: Wikipedia.org; riproduzione al tempio Wat Chedi Liam, in Thailandia, del sermone nel parco dei cervi

Solitamente in questa giornata ci si reca al tempio, portando offerte ai monaci – che possono essere offerte di cibi, come prevede la tradizione buddista, ma anche di tutti quei prodotti necessari per la vita nel tempio, come medicine, rasoi, pomate, asciugamani, candele (ancora oggi ci sono templi che non hanno la corrente elettrica), dentifrici e spazzolini, saponi ecc… – e rimanendo ad ascoltare il sermone riferito a questa festività.

Khao Phansa Day

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Solitamente il giorno successivo all’Asanha Bucha viene chiamato “Khao Phansa” dove “Khao” significa “entrare”; inizia infatti il periodo della Quaresima Buddista, ovvero il “Phansa”.

I buddisti credono che in questo periodo il Buddha trascese in Paradiso per poter spendere del tempo con sua madre, e secondo la tradizione, Egli avrebbe approfittato di questo periodo per insegnarle ciò che aveva appreso, in modo da poter assicurare il raggiungimento della pace anche per sua madre, aiutandola a comprendere come uscire dal ciclo di rinascite.

Analogamente, anche i monaci tornano ai loro templi (per chi non lo sapesse, esistono anche i monaci “vagabondi”, che sono in continuo pellegrinaggio per la Thailandia, solitamente prediligendo le strade non trafficate e seguendo percorsi nelle foreste mentre fanno meditazione, o per raggiungere villaggi dove potranno eventualmente chiedere ospitalità o predicare la dottrina del Buddha) e non vi usciranno per i successivi 3 mesi, periodo che utilizzeranno per dedicarsi agli studi e alla meditazione all’interno del tempio.

Questo periodo viene anche a coincidere con il periodo dei monsoni, per cui è facilmente comprensibile come sia più sicuro per i monaci rimanere al tempio, anche per evitare di camminare erroneamente nei campi di riso dei contadini, rischiando di comprometterne il raccolto.

Diventare Monaci, ma solo temporaneamente

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La tradizione prevede anche che i giorni prima del Khao Phansa gli uomini si facciano monaci, per poter praticare la meditazione e diventare più consapevoli di loro stessi e delle proprie azioni.

In realtà chiunque può farsi monaco in qualsiasi periodo dell’anno, e per quanto tempo si può permettere, ma solitamente si consiglia questo periodo perché permette ai novizi di concentrarsi sugli studi dei Sutra, sulla meditazione e poter vivere da “vero monaco” per i successivi 3 mesi.

Solitamente chi si fa monaco lo fa per poter mettere da parte dei “Bhun”, ovvero delle “buone azioni”, da donare ai genitori, in particolare alla propria madre, su esempio di Buddha che ascese in cielo per stare con la madre e insegnarle la Via per l’Illuminazione, ed è per questo motivo che solitamente chi ha intenzione di sposarsi, se non si è mai fatto monaco prima, lo fa prima di unirsi in matrimonio, in modo da poter dare i propri “Bhun” ottenuti durante questo periodo alle proprie madri – secondo la credenza infatti, una volta sposato i Bhun andrebbero invece alla moglie.

Ma il periodo monacale è da considerare anche come un’opportunità di crescita per poter poi essere un buon marito e un buon padre: imparando a ragionare come un monaco, praticando la pazienza e la compassione, rendendosi conto di quali sono i veri problemi nella vita, può essere fondamentale per poter avere la consapevolezza di come voler organizzare la propria famiglia, imparando a conoscere i propri limiti e le proprie capacità per poter tornare poi alla vita “normale” e viverla al meglio, perché è solo imparando ad accettare se stessi che si può vivere al meglio una relazione con un’altra persona.

I monaci quindi non danno “consigli matrimoniali”, bensì delle indicazioni su come capire meglio la natura umana, per potersi poi rapportare al meglio con gli altri, in maniera più umile, consapevoli di non essere al centro del mondo, ma aprendo la propria mente per accettare le diversità altrui e accettare di scendere a compromessi – che in un rapporto di coppia sono fondamentali per poter crescere insieme e vivere una relazione sana.

Non è necessario farsi monaci per partecipare alla Quaresima Buddista

E chi si è già fatto monaco in passato, o ha già una famiglia, o è impossibilitato nel diventare monaco in questo periodo perché non può permettersi di prendersi 3 mesi di ferie?

Ebbene, in questo periodo non è necessario entrare nel tempio per praticare una vita più spirituale e applicarsi alla meditazione e alla consapevolezza: durante il Phansa infatti si invitano tutti i buddisti a recarsi al tempio più spesso, a meditare e soprattutto ad astenersi dall’assunzione di liquori: il primo e l’ultimo giorno della Quaresima non ci sarà esercizio commerciale che venderà né birre né altre bevande alcoliche, proprio per incentivare tutta la popolazione nel cercare di vivere questo periodo con più consapevolezza, e anche a prenderlo come un’occasione per liberarsi delle cattive abitudini.

Uno dei problemi della società thailandese è, purtroppo, il bere in maniera eccessiva, e l’alcolismo è un problema diffuso soprattutto tra i giovani. Da diversi anni quindi si cerca di combattere questo problema invitando chi ha il vizio di bere a fare “digiuno” solo per questo periodo, nella speranza che poi, finita la Quaresima, molti decidano di non tornare a bere, o di farlo in maniera più consapevole.

Nel video qui sopra, quando si parla di “andare a bere” si intende “riposarsi”: ci si riposa dopo il lavoro, ci si riposa quando si riceve lo stipendio, ci si riposa se ci sono le feste e non si va a lavorare, ci si riposa in molti modi diversi… ma è poi il fegato a risentirne; il messaggio finale è quindi “questo Phansa, vediamo di riposare sul serio. E di far riposare anche il nostro fegato”.

Altre pubblicità invece puntano nel mostrare come sono visti gli ubriachi, in particolar modo dai bambini, cercando di far ragionare chi guarda il video chiedendogli “è così che vuoi che tuo figlio si ricordi di te?”.

Insomma, una vera e propria campagna annuale di sensibilizzazione attuata in un periodo in cui si invita tutti a far la propria parte: e l’aiuto dei commercianti a volte è fondamentale per far sì che questo periodo possa diventare davvero un’occasione per dare una svolta alla propria vita (anche se è capitato di stranieri che si “lamentassero” perché volevano uscire a divertirsi e invece hanno trovato i locali chiusi o che limitavano la vendita di alcolici).

Voi che ne pensate di questa festa, e della sua ripercussione sulla vita dei thailandesi? Se vi va lasciate un commento qui sotto o sulla pagina Facebook; noi ci risentiamo la prossima settimana!

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