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Ep. 01 Mai Pen Rai

MyFedesign Chiacchiere e Tea – un Podcast sulla Thailandia

Oggi vedremo insieme la nostra prima frase in thailandese, Mai Pen Rai, ovvero “non ti preoccupare”, che può sì essere la risposta cordiale da usare in ogni occasione in cui si voglia seguire l’etichetta, ma che nasconde in sé anche degli accenni di filosofia buddista e può quindi essere utile a ricordare proprio a chi lo usa che non deve lasciarsi scombussolare da tutti gli eventi che possono capitare nella sua vita, bensì imparare da essi per migliorare se stesso e crescere come persona.

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Ecco qui la prima puntata del podcast sulle espressioni thailandesi comuni difficili da tradurre in italiano.

Per chi preferisse, può recuperarlo su YouTube, Spotify, Apple Podcast, Google Podcast, Castbox oppure leggere qui sotto la trascrizione del copione.

Buon ascolto (o buona lettura)!

Se qualcuno di voi ha un amico o un’amica thailandese, avrà spesso sentito dire la frase “Mai Pen Rai”. A dire il vero, molti Farang (termine thailandese con cui vengono identificati gli occidentali) pensano che questa frase sia perfetta per rappresentare la cultura e il pensiero thailandese, ma è davvero così?

Oggi voglio fare qualche riflessione con voi, nonostante abbia già scritto un post sul blog riguardante proprio questa frase, perché vorrei aggiungere qualche altro pensiero.

Per la nostra chiacchierata, oggi mi sono preparata uno dei miei tè preferiti, un earl grey, un tè nero dal sapore deciso aromatizzato al bergamotto. Ho scelto questo tè sia perché volevo la giusta carica per cominciare questo progetto di podcast, sia perché il suo gusto unico fa spesso storcere il naso a molti e non si fa apprezzare da tutti. Un po’ come alcuni pensieri un po’ controcorrente di cui vi parlerò in questa puntata, riguardo il tema di oggi.

Innanzitutto, cosa significa la frase “Mai Pen Rai”?
Ebbene, possiamo tradurlo con più termini italiani, tra cui “non ti preoccupare” oppure “non importa” o ancora “non ci pensare”. Per chi mastica un po’ d’inglese, direi che la traduzione “Don’t Worry” potrebbe essere la più vicina al significato da cui spesso gli stranieri si lasciano affascinare.

Se avete presente il titolo della celebre canzone di Bobby McFerrin “don’t worry, be happy”, ovvero “non ti preoccupare, sii felice”, potete capire perché i Farang, tra cui magari anche voi, vengano spesso ammaliati da questa semplice frase. Scommetto che se fate una breve ricerca su Google, scrivendo appunto Mai Pen Rai, vedrete un sacco di turisti descrivere la terra del sorriso come un paese dove sono tutti gentili, tutti sorridenti e che vivono spensieratamente la loro vita, senza preoccupazioni.

Magari! Non sono qui per dire che non ci sia nulla di vero, ma sono convinta che il detto “l’erba del vicino è sempre più verde” faccia vedere la realtà in maniera molto più idealizzata di come siano le cose realmente.

Il termine Mai Pen Rai non è percepito dai thailandesi come un motto o uno stile di vita, anzi, molto spesso è usato in maniera automatica perché è una risposta semplice e che si adatta a qualsiasi situazione in cui non si è sicuri di come rispondere.

In effetti, queste tre semplici parole possono acquisire il loro significato effettivo, ma possono anche nascondere un significato totalmente opposto.

Un esempio? In italiano spesso si scherza sul fatto che, se un uomo chiede ad una donna arrabbiata cos’abbia, questa risponda urlando “NON HO NIENTE!” mentre è evidente che non sia vero. Ma se spesso una donna risponde in questa maniera per motivi personali, il thailandese potrebbe utilizzare il Mai Pen Rai per educazione.

“Scusami, ma stasera non posso venire a cena con te”
“Mai Pen Rai / non fa nulla” è la risposta ideale per evitare di mostrare la propria delusione.

“Vuoi un bicchiere d’acqua?”
“Mai Pen Rai / non ti preoccupare” è la classica risposta che indica educazione, ma chi risponde così si aspetta comunque che l’altra persona gli porterà un bicchiere d’acqua .

“Ho rovinato il libro che mi hai prestato, scusami tanto!”
“Mai Pen Rai / non importa” è la risposta di cortesia, mentre più verosimilmente la risposta che si pensa è “non ti presterò più nulla”.

Quest’abitudine può portare a qualche incomprensione, che però può essere facilmente risolta parlando. O, almeno, è così che ho affrontato io il problema, ovvero spiegando ai miei amici thailandesi che un NO per me è un NO, non è un Sì mascherato.

In alcuni contesti, il “Mai Pen Rai” esce di bocca automaticamente, come ad esempio se un’amica arriva in ritardo ad un appuntamento, per non farla sentire in colpa invece di mentire dicendo “sono appena arrivata”, è molto più facile dire “Mai Pen Rai”.

Se mentre ti aggiri distrattamente al supermercato urti qualcuno, dopo esserti scusato è molto facile che la risposta che ti venga data sia “Mai Pen Rai”, oppure quando qualcuno ti ringrazia perché magari ti ha chiesto un’informazione, anche qui ciò che ti trovi a rispondere è proprio la frase “Mai Pen Rai”.

Per alcuni perciò questa frase potrebbe sembrare solo una frase come un’altra, ma qui voglio riconoscere che in parte ciò che dicono i Farang è vero; dietro al Mai Pen Rai c’è anche un po’ di influenza buddista.

Attenzione, ho detto “un po’”. Non ho studi linguistici che possano convalidare questa ipotesi, ma voglio mostrarvi alcuni passaggi del mio ragionamento che mi hanno portato a questa affermazione.

Facciamo finta che ci sia qualcosa che non va secondo i nostri piani, ad esempio un colloquio di lavoro che però va male, e qualcuno commentasse l’accaduto con “dai, non fà niente, non ci pensare”, voi come la prendereste?

Personalmente so che una parte di me si indignerebbe, interpretando quella frase come un modo per sminuire la mia “sconfitta”, e so che il primo pensiero che mi verrebbe in mente sarebbe “ma come sarebbe a dire non ci pensare? facile da dire, visto che TU non ci hai rimesso nulla”.

Eppure, un’altra parte di me, quando sente dire “Mai Pen Rai”, si fa sentire con più forza, dicendomi “okay, è andata male, ma visto che non puoi cambiare ciò che è successo, tanto vale rimboccarsi le maniche e andare avanti. E poi, questa cosa ti vale comunque come esperienza per il futuro.”

E credo che sia proprio questo il segreto che sta in questa semplice frase. Mai Pen Rai non significa vivere con leggerezza e senza pensieri, ma dimostra una forza di carattere nell’affrontare tutte le situazioni che la vita ci pone davanti con una visione positiva. Impara dai tuoi errori e migliorati.

Quando ero alle medie, ad un mio compleanno ricevetti in regalo, tra le altre cose, un profumo. Ricordo che, dopo esser tornata a casa dalla pizzeria, feci vedere ai miei genitori i regali ricevuti dai miei compagni di classe, poi presi tutto e feci per salire in camera mia, quando il flacone del profumo scivolò dalla pila di cose che avevo in mano e si ruppe sul pavimento della cucina. Ricordo di essermi messa a piangere perché avevo rotto subito il regalo, e mia mamma mi disse “dai, adesso perlomeno sai che se devi spostare cose fragili li devi portare singolarmente, e non impilati sopra altre cose. E poi non ti sei fatta male, no?”

Sebbene non abbia usato il termine “Mai Pen Rai”, perché all’epoca non parlavamo thailandese in casa, mi sono resa conto molti anni dopo che quella frase racchiudeva lo stesso significato. Ed in effetti da allora quando si è trattato di trasportare oggetti fragili, che fossero tazze di ceramica o barattoli di vetro, ho sempre fatto molta attenzione. E non ho più rotto nulla.

Come si collega questo ragionamento con il buddismo? Beh, la filosofia buddista è innanzitutto legata al concetto di “non attaccamento”, non solo agli oggetti fisici, ma anche agli eventi del passato.

“Il passato non si può cambiare, ma forse… puoi imparare qualcosa da esso” per parafrasare il classico Disney de Il Re Leone. Ed in effetti il vecchio Rafiki riprende proprio il concetto per cui Buddha incita ad accettare la realtà per quello che è, e di agire di conseguenza.

Se facciamo cadere una boccetta di profumo, per riprendere l’esempio di prima, possiamo piangerci su e ripetere nella nostra testa tutte le accortezze che avremmo dovuto prendere per evitare che la cosa accadesse. Ma la nostra boccetta ormai è rotta, non importa per quanto ci pensiamo, ormai le cose sono andate in quella maniera.

Tanto vale raccogliere i pezzi, facendo attenzione a non tagliarci o farci male, salvare il profumo se ne è rimasto nella parte di boccetta non rotta e metterlo in un nuovo contenitore.

Alla stessa maniera, se c’è qualche evento che ci ha “traumatizzato”, è bene ricordarci che ormai quell’evento appartiene al passato, e che non importa quanto tempo ci possiamo rimuginare su, non possiamo cambiare ciò che è stato. Rimanere attaccati al passato ci crea dolore, e ci impedisce di vivere il presente.

Lasciate che vi racconti ancora una piccola storia, che spiega meglio questo concetto. C’erano una volta due monaci buddisti in pellegrinaggio. Il monaco più giovane era entrato al tempio da pochi mesi, mentre l’altro indossava gli abiti da monaco da diversi anni. Una forte pioggia li colpì sulla via, e mentre i due monaci si affrettavano verso il tempio, sentirono le grida di una donna bloccata dall’altra parte del torrente.

La donna non poteva attraversare il torrente, che si era ingrossato improvvisamente, e stava chiedendo aiuto. I due monaci si fermarono, e il più anziano tra i due disse al giovane di legare una corda al tronco dell’albero più vicino poi prese l’altra estremità e si recò ad aiutare la donna.

Per riportarla dalla parte opposta, il monaco si caricò la donna sulla schiena, e, aiutandosi con la corda, la portò in salvo.
La donna li ringraziò per l’aiuto, promettendo che sarebbe tornata l’indomani con delle offerte, e si diresse velocemente verso casa.

I due monaci continuarono la loro strada verso il tempio in silenzio, ma il monaco più giovane era pensieroso; secondo le regole del monastero, i monaci dovevano evitare qualsiasi contatto fisico con le donne, per evitare qualsiasi pensiero impuro e allontanare le tentazioni della carne, e invece il suo compagno aveva addirittura preso in braccio una donna!

Il monaco più anziano notò che qualcosa turbava il monaco più giovane, e gli chiese di parlargliene.

  • Perché non siamo andati a chiedere aiuto al villaggio perché qualcuno degli uomini venisse a salvare quella donna?
  • Perché potrebbero aver impiegato troppo tempo prima di arrivare, e se il torrente si fosse ingrossato ancora, la donna sarebbe stata portata via e forse avrebbe potuto perdere la vita.
  • Ma allora perché non abbiamo lanciato la corda e lasciato che la donna tornasse all’altra riva da sola?
  • Perché la corrente era troppo forte e lei non aveva abbastanza forza per attraversare il torente.
  • Ma…

Prima che il giovane monaco potesse ribattere, il monaco più anziano gli chiese:

  • Dimmi, ora chi vedi davanti a te?
    Il monaco più giovane non capiva: davanti a lui c’era solo il monaco più anziano, che continuò
  • Vedi, io ho continuato per la mia via da solo, e ho lasciato quella donna diversi metri fa, eppure tu continui a vederla ancora sulla mia schiena.

In quel momento ho fatto ciò che ho ritenuto giusto fare, senza doppi fini, pensando solo a salvare quella donna. Eppure la cosa ti ha turbato al punto da bloccarti in quel momento passato e non farti neanche rendere conto del percorso che abbiamo seguito per arrivare fino al tempio, perché nella tua testa continuavi a rivivere quel momento.

Grazie per essere arrivati fino alla fine di questo episodio del podcast di MyFedesign.

Oggi abbiamo visto insieme la nostra prima frase in thailandese, Mai Pen Rai, ovvero “non ti preoccupare”, che può sì essere la risposta cordiale da usare in ogni occasione in cui si voglia seguire l’etichetta, ma che nasconde in sé anche degli accenni di filosofia buddista e può quindi essere utile a ricordare proprio a chi lo usa che non deve lasciarsi scombussolare da tutti gli eventi che possono capitare nella sua vita, bensì imparare da essi per migliorare se stesso e crescere come persona.

Se vi è piaciuta questa puntata e volete lasciarmi un vostro commento, potete trovare tutti gli episodi sia sul blog myfedesign.com sia nella playlist sul canale YouTube MyFedesign. E mentre sorseggio il mio ultimo sorso di tè, vi auguro buona giornata e spero di rivedervi anche nella prossima puntata.

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