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Ep.08 Krop Krua

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MyFedesign Chiacchiere e Tea – un Podcast sulla Thailandia

Oggi utilizzeremo la parola Krop Krua, ovvero famiglia, per fare qualche ragionamento sull’importanza della cucina e del mangiare nella cultura thailandese. La cucina infatti è, nella cultura thailandese, il cuore della casa, e anche se la tradizionale famiglia thailandese non si riunisce spesso alla stessa tavola nello stesso momento, la cucina è ciò che unisce i membri della famiglia. Essere una famiglia significa tra le altre cose, garantire un pasto caldo a tutti, un pasto completo realizzato con ingredienti sani e naturali.

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Buon ascolto (o buona lettura)!


Benvenuti sul podcast di MyFedesign. Io sono Fede, e sono qui per intrattenervi con qualche chiacchiera mentre sorseggio una buona tazza di tè caldo. Approfittatene per prendervi anche voi una pausa con me, oppure tenetemi come sottofondo mentre fate le faccende domestiche, o vi allenate, o fate qualche altra attività noiosa. In questa serie vi parlerò di alcune frasi e parole thailandesi particolari, perché non hanno una traduzione immediata, oppure perché non hanno un corrispettivo italiano. Se volete saperne di più sulla cultura thailandese, potete trovare altri post interessanti sul blog myfedesign.com. Ma basta perderci in chiacchiere, passiamo subito all’argomento di oggi.


Oggi faremo qualche ragionamento insieme sulla parola Krop Krua, che significa “famiglia”. Questa volta non si tratta di una parola o frase difficile da tradurre, ma ho recentemente scoperto qualcosa di molto interessante dal punto di vista culturale inerente questa parola.

Ad accompagnare i nostri pensieri, oggi c’è una calda tazza di tè verde al limone. Ebbene sì, questa bustina pronta sa già di limone, ed evita di doverlo aggiungere in un secondo momento.

A dire il vero io solitamente il tè lo bevo solo con lo zucchero, non sono solita aggiungere né limone, né latte – anche se il latte lo aggiungo volentieri se si tratta di tè specifici, come il classico Cha Yen thailandese o il Cha Kiaw, ovvero il matcha freddo.

Questo tè verde ha un gusto molto rinfrescante dato dal limone, ed è ideale da bere dopo i pasti, o da accompagnare a qualche biscotto al burro.

Quando si parla di tè verde è facile pensare a Cina e Giappone, ma è in realtà molto diffuso in tutto Medio Oriente ed Estremo Oriente. Il tè verde, al contrario del tè nero, non è fermentato, e le sue foglie conservano il colore verde, producendo un tè più limpido e chiaro rispetto ai tè neri.

Generalmente, le foglie di tè vengono esposte al sole sul bambù, per poi essere passate al vapore ed infine asciugate per far evaporare l’acqua contenuta nelle foglie.


La parola “Krop Krua” (ครอบครัว) significa famiglia, e non è un caso che all’interno di questo termine si possa trovare la parola “Krua”, ovvero cucina.

Piccola nota: in realtà, la cucina come stanza si dice “Hòng Krua”, e la desinenza Krua si utilizza con tutto ciò che è inerente all’ambiente della cucina.

Nella cultura thailandese, la cucina è il cuore della casa, sebbene in realtà i thailandesi non mangino spesso alla stessa tavola. La tipica famiglia rurale thailandese infatti è spesso descritta come una famiglia di agricoltori che si svegliano tra mezzanotte e l’una di notte per andare a intagliare i grandi alberi della gomma per ottenere il caucciù, raccogliendolo in noci di cocco che vengono legate ai tronchi degli alberi.

Chi possiede alberi piccoli però solitamente si sveglia alle 3 o alle 4 del mattino, poiché gli alberi rilasciano poco lattice.

Sembrerebbe infatti che gli alberi di gomma rilascino il caucciù solo quando non c’è il sole, ovvero nelle ore più fredde della giornata, per cui è necessario intagliare gli alberi di notte.

Dopo alcune ore, si dovranno svuotare le noci di cocco per prendere il lattice e raccoglierlo in appositi secchi. Per chi possiede grandi piantagioni, con 400-500 alberi, spesso le operazioni di raccolta del caucciù avvengono immediatamente dopo che si è finito di intagliare gli ultimi alberi, ricominciando da quelli che si è intagliati per primi.

Ciò significa che questa fase, se iniziata a mezzanotte, può portare via anche fino a 5 ore di lavoro se eseguita da poche persone. Eventualmente, è possibile dividersi il lavoro tra i diversi membri della famiglia per velocizzare le diverse fasi.

Potremmo ad esempio avere una famiglia in cui il padre e il figlio si occupino di intagliare gli alberi; più tardi, la moglie arriverà al campo per andare a raccogliere il caucciù aiutata dal figlio, mentre il padre tornerà a casa per preparare il furgone dove caricare tutto per portarlo a vendere. Il figlio poi potrebbe recarsi a scuola, mentre la madre potrebbe dedicare il resto della giornata ad occuparsi degli alberi da frutto o di galline ed altri animali domestici.

Insomma, si tratta di una routine in cui ognuno arriva a casa in orari differenti, e solitamente ognuno mangia quando ha fame, senza dover aspettare gli altri membri della famiglia.


La cucina è il posto dove si trova sempre del cibo pronto da consumare, già preparato e cotto e lasciato in tavola. I differenti piatti sono coperti da un coperchio coprivivande intrecciato in bambù o altre piante thailandesi.

Solitamente ci sono almeno 3 piatti diversi (qualcosa di poco speziato, una zuppa e qualcosa di piccante) tra cui poter scegliere, a seconda di ciò che si ha voglia di mangiare. Ah, e ovviamente non dimentichiamo l’immancabile riso, preparato fin dal mattino nella pentola per il riso automatica, che si occupa di cucinare, e poi tenere in caldo il riso senza scuocerlo per l’intera giornata.

Se si ha fame, è sufficiente prendere un piatto, servirsi prima dalla pentola di riso, e poi servirsi direttamente dai piatti presenti sul tavolo tramite un cucchiaio “di mezzo”, ovvero un cucchiaio specifico lasciato in ognuno dei piatti, la cui funzione evita di usare le posate che si mettono in bocca nei piatti in comune.

Quando si ha finito, sarà sufficiente rimettere i coperchi coprivivande al loro posto, lavare il proprio piatto e le posate, e poi tornare alle proprie occupazioni.

Questa abitudine dei thailandesi di non mangiare insieme è qualcosa che mi ha sempre fatto storcere il naso fin da piccola: a casa mia, pranzare e cenare insieme a mamma e papà è sempre stato uno dei miei momenti preferiti della giornata. Ma ricordo perfettamente che, quando ci capitava di venire a trovare mia nonna in Thailandia, nelle vacanze estive, capitava di rado mangiare tutti insieme, a meno che non si andasse al ristorante.

Spesso eravamo solo io, mia mamma, mio papà e mia nonna a riunirci intorno al tavolo, mentre mia zia e le mie cugine continuavano con le loro routine – c’è da sottolineare che le vacanze estive italiane non coincidevano mai con quelle thailandesi, per cui anche se io ero in vacanza, le mie cugine dovevano andare a scuola.

Le mie 4 cugine facevano cena mano a mano che rincasavano da scuola – alcune tornavano a casa prima, per fare i compiti e poi uscivano a giocare con le loro amiche, mentre altre andavano a fare i compiti a casa delle amiche subito dopo uscite da scuola, e tornavano a casa più tardi.

Insomma, per molti thailandesi non è importante mangiare insieme, ma mangiare quando si ha effettivamente fame, senza farsi influenzare da orari o dal dover mangiare anche quando magari non si ha fame.


Con questo non voglio dire che i thailandesi non apprezzino mangiare insieme, anzi, capita spesso che i thailandesi invitino chi è con loro a mangiare qualcosa insieme, senza però obbligare nessuno a farlo se non vuole.

E, adesso che ho passato la soglia dei 30 anni, penso che in fondo questo sia una grande dimostrazione di amore verso se stessi.

Ascoltare il proprio corpo, e capire quando ha bisogno di cibo senza farsi influenzare da convenzioni esterne è un ottimo modo per capire se stessi. Anche se, con l’avvento dei lavori d’ufficio, anche questa abitudine è andata modificandosi con il tempo.

Eppure, ancora oggi la cucina è spesso la stanza in cui c’è maggiore via vai nella casa. Soprattutto nelle piccole città e nei villaggi, la cucina garantisce piatti sempre pronti per soddisfare l’appetito non solo di chi abita in quella casa, ma anche per gli ospiti.


In passato però, la cucina era anche la stanza in cui erano conservati i medicinali; alcuni medici tradizionali infatti hanno un detto che recita “แกงหนึ่งหม้อ เท่ากับยาหนึ่งหม้อ” ovvero “ad una pentola di curry, corrisponde una pentola di medicina”.

Con la parola Ke-eng (แกง) si intendono tutte le varianti di curry che si possono ottenere con spezie e verdure thailandesi. Ginger, galangar, peperoncino, pepe, aglio, cipolla, coriandolo, cardamomo, citronella, curcuma, cumino, rape, melanzane… l’elenco è davvero lungo, e non tutti questi ingredienti hanno un nome italiano.

La medicina tradizionale si basa sulle spezie thailandesi, e molti malanni venivano curati con un buon piatto di curry che conteneva i giusti ingredienti per contrastare i sintomi.

È sufficiente un mortaio per mescolare insieme gli ingredienti, e una pentola per cucinarli. Ma bisogna avere un po’ di conoscenza delle proprietà delle diverse spezie e verdure per riuscire a ottenere dei risultati.

Insomma, per la medicina tradizionale thailandese tutti gli ingredienti per combattere i malanni si possono trovare in una qualsiasi cucina.


In base a queste riflessioni, è facile capire perché la parola famiglia, Krop Krua contenga il termine “cucina”, Krua. Anche se la tradizionale famiglia thailandese non si riunisce spesso alla stessa tavola nello stesso momento, la cucina è ciò che unisce i membri della famiglia.

Essere una famiglia significa anche garantire un pasto caldo a tutti, un pasto completo realizzato con ingredienti sani e naturali. Si potrebbe quasi pensare che ciò che unisce i diversi membri della famiglia sia proprio il mangiare le stesse cose, preparate in anticipo e poi lasciate lì in attesa, sul tavolo della cucina.

Perché mangiare, nella cultura thailandese, è qualcosa di veramente importante. In uno dei primi post sul blog, vi ho parlato del mio spaesamento quando, durante i primi mesi in Thailandia, non riuscivo a tradurre correttamente la domanda “come stai?”. I thailandesi non sono così generici, il thailandese medio non ti chiede genericamente come va, ma ti chiede “hai mangiato?”.

Ed effettivamente, uno dei modi in cui i thailandesi dimostrano il loro affetto è condividendo il loro cibo. Perderei il conto a cercare di ricordare tutte le volte in cui le mie colleghe, ordinando qualche snack o dolcetto per loro, hanno ordinato molto più di quanto avrebbero mangiato.

Una collega voleva mangiare del pollo fritto? Ecco che, invece di ordinarne 4 pezzi, ne prendeva una decina, in modo che se qualcuno avesse voluto assaggiare, avrebbe potuto farlo senza imbarazzo.

Un’altra collega mentre tornava dalla pausa pranzo passava davanti ad una bancarella di banane fritte? Ecco che arrivava in ufficio con due sacchetti, per essere sicura che tutti potessero gustare quei dolcetti.

E sebbene cercassimo di fare pausa insieme, capitava spesso di dover prendere e mangiucchiare alla propria scrivania, continuando il proprio lavoro, ma condividere il proprio cibo con gli altri significava creare un bel legame con loro, anche se non si facevano gli spuntini insieme.


A pranzo però, quando effettivamente si mangiava tutti insieme allo stesso tavolo, spesso ci si recava in piccoli ristoranti con menù differenti, per permettere ad ognuno di scegliere il piatto che più preferiva.

Ricordo che c’era stato un periodo in cui, con i miei colleghi, ci si recava al campus universitario dove, nell’area della caffetteria, c’erano almeno 20 bancarelle di cibi differenti, per tutti i gusti.

Non si trattava solo di un modo per variare il menù, ma anche per permettere ad ognuno di mangiare ciò che desiderava senza dover obbligare gli altri ad andare a mangiare qualcosa di cui non si aveva voglia. E questa volontà di accontentare tutti, nella maniera più semplice possibile, ci ha permesso di mangiare tutti insieme senza problemi, senza doversi preoccupare eccessivamente di allergie o scelte alimentari dovute alla religione.

Ecco quindi che il mangiare nella cultura thailandese può assumere due significati; il mangiare insieme, come evento sociale in cui ognuno mangia ciò che desidera, e il condividere il proprio cibo con chi ci sta intorno, senza bisogno di mangiare nello stesso momento, ma dimostrando comunque il proprio affetto volendo condividere qualcosa di buono con gli altri.


Per finire, oggi voglio rinfrescare la vostra memoria con la fiaba della Volpe e della Cicogna di Esopo.

C’erano una volta una Volpe e una Cicogna che avevano appena fatto amicizia. La Volpe decise di invitare a pranzo la Cicogna, preparando il suo piatto migliore, ma decise di farle un piccolo scherzo.

Quando la Cicogna arrivò, sentì un invitante odore di minestra di verdure. La Volpe servì la minestra in un bel piatto di porcellana con i bordi molto bassi, e il lungo becco della Cicogna non riusciva ad arrivare alla minestra, nonostante i suoi sforzi.

La Volpe invece, mangiò tutta la minestra con soddisfazione, chiedendo poi all’amica se il piatto non fosse di suo gradimento. La Cicogna, capito lo scherzo della Volpe, le rispose semplicemente che non si sentiva molto bene e aveva lo stomaco chiuso.

Sulla strada del ritorno, la Cicogna affamata pensò bene di servire la Volpe con lo stesso trattamento, e dopo qualche giorno, la Cicogna invitò la Volpe per pranzo a casa sua.

Ancora prima di entrare in casa della Cicogna, la Volpe annusò nell’aria un buonissimo odore di pesce, e sentì l’acquolina in bocca, pensando al piatto che avrebbe gustato di lì a poco.

La Cicogna fece accomodare la Volpe alla tavola apparecchiata con lunghi vasi trasparenti dal collo lungo e stretto, ideali per il becco della Cicogna. Quando la Volpe tentò di far entrare il muso dentro questi vasi, non ci riuscì. Tentò inutilmente di allungare la lingua il più possibile, per arrivare alla pietanza che continuava a tentarla con il suo profumo, ma invano.

La Volpe allora sbottò indignata, accusando la Cicogna di aver scelto quei lunghi vasi apposta per non permetterle di mangiare, e fece per alzarsi. La Cicogna sorrise soddisfatta, e le rispose semplicemente “chi la fa, l’aspetti!”

Beh, sicuramente, questo non è il modo migliore per condividere il cibo, né per farsi degli amici!


Grazie per essere arrivati fino alla fine di questo episodio del podcast di MyFedesign.

Oggi siamo partiti dalla parola Krop Krua, ovvero famiglia, per fare qualche ragionamento sull’importanza della cucina e del mangiare nella cultura thailandese.

Se vi è piaciuta questa puntata e volete lasciarmi un vostro commento, potete trovare tutti gli episodi sia sul blog myfedesign.com sia nella playlist sul canale YouTube MyFedesign. E mentre sorseggio il mio ultimo sorso di tè, vi auguro buona giornata e spero di rivedervi anche nella prossima puntata.

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