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Ep. 11 – Su Su – สู้ๆ

MyFedesign Chiacchiere e Tea – un Podcast sulla Thailandia

Nella puntata del podcast sulla Thailandia di oggi vedremo insieme un’espressione thailandese molto usata per incoraggiare gli altri. Si tratta della frase “Su Su” (สู้ๆ) che può essere tradotta come “Fighting!” e viene usata per esprimere il proprio supporto ad un amico in difficoltà, perché magari sta avendo una giornata difficile o un periodo complicato, o in vista di una sfida importante, come un esame o un evento sportivo.

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Buon ascolto (o buona lettura)!

Benvenuti sul podcast sullla Thailandia di MyFedesign. Io sono Fede, e sono qui per farvi un po’ di compagnia mentre sorseggio una buona tazza di tè caldo.

Se volete potete fare una pausa con me, oppure potete tenermi in sottofondo mentre fate qualche attività noiosa, come allenarvi, lavare i piatti o pulire la casa.

In questa serie vi parlerò di alcune frasi e parole thailandesi particolari, perché non hanno una traduzione immediata, oppure perché non hanno un corrispettivo italiano, o ancora perché nascondono una curiosità riguardante la cultura thailandese.

Se vi interessano questi argomenti, sappiate che potete trovare altri post interessanti sul blog myfedesign.com, mentre se volete approfondire la lingua thailandese vi consiglio di passare sul nostro canale YouTube.

Ma ora, passiamo subito all’argomento di oggi.


Bentornati! Introduzione alla frase di oggi

Bentornati al podcast! Oggi si riprendono i nostri appuntamenti bi-settimanali del Venerdì, e si torna subito con un’espressione curiosa, che si compone di due semplici parole: Su Su สู้ๆ.

Questa espressione viene usata per incoraggiare qualcuno, e si traduce in inglese come “Fighting!” quindi si potrebbe tradurla in italiano come “Forza!” oppure “Dai che ce la fai!” o ancora “Ce la puoi fare!”

Il tè del giorno: il Cha Thai

Per la chiacchierata di oggi voglio parlarvi di quello che credo di poter definire il mio tè preferito in assoluto: si tratta del tè tipico thailandese, caratterizzato da un colore arancione forte e un gusto intenso e dolce.

Il suo nome thailandese è “Cha thai” (ชาไทย), anche se non saprei dirvi se ha un nome internazionale, e da quanto so il Chai Tea (che mi è capitato di leggere nei menù inglesi di diverse caffè e bar), sebbene abbia un nome simile, in realtà non è la stessa varietà di tè.

Il Cha Thai esiste nelle varietà Cha Yen (ชาเย็น), ovvero tè freddo, e Cha Ron (ชาร้อน), ovvero tè caldo. Il termine “Cha” (ชา) significa tè in thailandese, ed in effetti quando si parla di “cha” molto spesso si intende proprio questa specifica qualità di tè.

Il Cha Thai in realtà ha un colore molto scuro, ma assume la colorazione arancione quando lo si mescola con il latte e il latte condensato.

Ebbene sì, la ricetta originale prevede che questo tè venga addolcito non solo tramite lo zucchero, ma anche mescolando un po’ di latte e del latte condensato.

Non è sicuramente un tè da bere spesso, soprattutto se si vuole fare attenzione agli zuccheri, ma io lo trovo davvero squisito, e non è facile resistervi.

Per quanto riguarda il Cha Yen, esiste una variante tipica del sud che si chiama “Cha Chak” (ชาเย็น), ed è possibile trovare nei mercati: si tratta di un tè freddo ma shakerato in maniera manuale, facendolo versare tra due contenitori per far creare molte bolle e renderlo così più schiumoso.

I venditori di Cha Chak solitamente attirano i clienti proprio grazie ad un piccolo spettacolo in cui tengono i due contenitori uno per mano, e versano il tè facendo piroette e girando su se stessi.

Sul canale YouTube di MyFedesign, tra l’altro, dovrebbe ancora esserci un video che feci diversi anni fa ad una bancarella durante una fiera, se vi va di vedere come viene realizzato il Cha Chak.

Nel caso del Cha Ron, questo viene solitamente servito in un piccolo bicchiere di vetro, e solitamente il latte condensato si trova in fondo al bicchiere, per cui sarà necessario mescolare prima di berlo.

Si tratta di un tè perfetto per la colazione, ed è facile trovarlo come alternativa al caffè per iniziare la giornata.

Esistono poi due varianti di questo tè: il Cha Dam Yen (ชาดำเย็น), dove “Dam” (ดำ) significa “nero”. Si tratta del Cha Yen, quindi del tè freddo, nero, ovvero senza l’aggiunta di latte. Invece il Cha Manao Yen (ชามะนาวเย็น) è la variante del Cha Dam Yen, ovvero il Cha Yen senza latte, ma con l’aggiunta di limone.

Un’espressione thailandese per incoraggiare: Su Su!

L’espressione Su Su! (สู้ๆ) è formata dalla ripetizione di una parola: Su. Però, per quanto mi risulta, questa parola singola non è mai utilizzata da sola.

Quindi, in questo caso, il termine “Su Su” non è un rafforzativo, ma è da considerare come una parola unica.

Se un tuo amico deve dare un esame importante a scuola, lo puoi incoraggiare dicendogli “Su Su!”.

Se la tua collega a lavoro sta avendo una giornata no, in cui tutto le va storto, le puoi mostrare il tuo sostegno con queste due semplici sillabe “Su Su!”

Se tuo cugino sta per affrontare una gara sportiva, lo puoi incoraggiare prima dell’inizio della competizione dicendo “Su Su!”

Insomma, “Su Su!” è un’espressione perfetta da usare in molti contesti. Spesso non possiamo aiutare fisicamente l’altra persona, o perché effettivamente non possiamo essere lì con lei, oppure più semplicemente perché quel determinato problema lo può risolvere solo lei.

Ma con le parole “Su Su!” possiamo dimostrarle il nostro supporto, incoraggiarla, infonderle forza e coraggio.

“Su Su!” quindi può anche essere utilizzata per confortare qualcuno, per fargli sapere che gli siamo vicini, anche se non possiamo risolvere il suo problema.

Ad esempio lo potremmo usare con una persona a noi cara che sta seguendo un determinato percorso terapeutico o psicologico.

Ma anche con qualcuno che ha appena subito un lutto e deve trovare le forze per riprendersi per andare avanti con la sua vita.

Non potete immaginare quante volte in italiano mi sia trovata in una conversazione in cui sono rimasta senza parole, perché non sapevo cosa dire, e l’unica espressione che mi veniva in mente era “Su Su!”

E dire all’altra persona “Forza e coraggio!” non sembrava la cosa più adatta, anche perché suona così “fuori luogo” come espressione… E non sempre dire “Dai, vedrai che si risolverà tutto per il meglio” è la cosa migliore da dire.

Il significato nascosto dell’espressione Su Su!

Su Su nasconde in sé, almeno secondo il mio punto di vista, un’accezione che sottolinea la volontà dell’individuo di voler migliorare la propria situazione.

Più che un “le cose si aggiusteranno”, sembra incitare “rimboccati le maniche e vedrai che puoi farcela!”. Non riesco davvero a pensare ad un’altra espressione italiana se non “incitare”.

Portandola su un piano sportivo, si potrebbe dire che quando diciamo “Su Su!” ad un thailandese è un po’ come se facessimo il tifo per quella persona.

Così come sugli spalti i tifosi incitano i calciatori alla vittoria, senza però giocare loro in prima persona quella partita, così possiamo incoraggiare qualcuno a raggiungere un traguardo, senza però intervenire direttamente.

“Dai, ce la puoi fare!”
Ecco, forse quest’espressione si avvicina all’idea, o meglio, alla sensazione, che mi dà la frase “Su Su!”

Però non credo di averla sentita spesso in italiano. Se dovevo dare un esame difficile, il massimo che potevo sentirmi augurare era “in bocca al lupo!” che però è appunto più un augurio che un incoraggiamento.

“Ti auguro che le cose vadano bene” sembra quasi una preghiera, affinché una forza esterna intervenga ad aggiustare le cose. Mentre “Su Su” mi sembra invece abbia una forza interna fortissima: non puoi startene con le mani in mano ad aspettare che le cose migliorino da sole; devi intervenire. Fatti forza, e fai qualcosa, su agisci!

Aiutati, che poi Dio ti aiuta

Ad alcuni potrebbe sembrare un po’ semplicistico dire a qualcun altro “Dai, fai qualcosa, io rimango qui a fare il tifo per te”. Se tu fossi veramente un amico, dovresti aiutarmi, non rimanere a guardare, magari poi ridendo di me nel caso in cui non ce la dovessi fare.

Ma non è così; una parte della mentalità buddista che mi ha sempre affascinato è l’idea per cui siamo nati soli, e moriremo soli; l’unica persona che sarà effettivamente sempre al nostro fianco, no matter what, ovvero, non importa se nei momenti felici o nei momenti di sofferenza, siamo proprio noi.

Anche volendo, non possiamo abbandonarci. E ci sono battaglie che sono solo nostre, che solo noi possiamo affrontare e vincere.

Buddha stesso ci dice che prima di salvare gli altri, dobbiamo salvare noi stessi. E per salvare noi stessi, dobbiamo agire sui nostri pensieri e sulle nostre percezioni.

Ma più spesso noi siamo i nostri stessi nemici: la convinzione di non essere abbastanza, o la pigrizia che ci porta a rimandare eventi importanti perché abbiamo paura delle conseguenze. In momenti come questi, quando non riusciamo a lavorare con noi stessi per andare avanti, avere qualcuno che ci incoraggia può cambiare le cose.

Su Su! ovvero: rimboccarsi le maniche e affrontare le sfide

Se devo dare un esame, non posso mandare la mia migliore amica al posto mio. È un ostacolo che devo riuscire a superare da sola. Stessa cosa se devo affrontare un’operazione chirurgica, o se più banalmente voglio far valere le mie ragioni e i miei diritti sul posto di lavoro.

Non posso mandare un sostituto, e certamente non posso stare ferma ad aspettare che le cose si risolvano magicamente da sole.

Quindi avere le spalle coperte, e sapere di avere qualcuno dietro di me ad incoraggiarmi soprattutto quando mi sento giù, è sicuramente un ottimo asso nella manica per trovare le forze ed allearmi con me stessa per affrontare ogni situazione.

Così come deve fare la mamma di un bimbo che impara a camminare, che deve imparare a mettersi da parte, perché il bambino possa imparare a muovere da solo i primi passi. Ma la mamma può rimanere lì accanto a lui per incoraggiarlo affinché possa trovare la forza di muovere i piedi, uno dopo l’altro, imparando a gestire l’equilibrio del suo piccolo corpo.

Il mare saprà sempre come incoraggiarti

E, se non c’è nessuno a fare il tifo per noi, c’è un detto thailandese, per cui chi ha bisogno di incoraggiamento deve andare al mare. Se si ascolta attentamente il rumore delle onde che si infrangono sulla riva, si potrà sentire il mare sussurrare “Su Su!”

La frase thailandese nello specifico è เวลาท้อใจ แนะนำให้ไปทะเล เพราะเสียงทะเล จะบอกเราว่า “สู้ๆ”
Che si può effettivamente tradurre con “quando sei giù, ti consiglio di andare al mare, perché il rumore del mare ti dirà “Su Su!” “

Storia di un piccolo pulcino

Per il tema di oggi avevo in mente una storiella molto carina, di cui però non riesco più a ritrovare la fonte; il libro da cui è tratta infatti è ancora nella mia casetta in Italia. Mi permetto quindi di prenderla come spunto per finire la puntata del podcast di oggi, perché rappresenta al meglio il concetto di “Su Su!”.

C’era una volta, in un posto buio e stretto, un piccolo pulcino, che dormiva serenamente e passava le sue giornate a osservarsi intorno.

Si riteneva un pulcino molto intelligente, che aveva analizzato ogni millimetro del suo mondo, osservando i cambiamenti di luce e calore nel tempo, e stava studiando gli strani suoni che ogni tanto lo scombussolavano.

Non sapeva, il piccolo pulcino, di essere ancora dentro l’uovo, e che doveva ancora nascere: era perso nei suoi pensieri e nei suoi studi, senza avere nessuno ad insegnargli cosa fosse realmente il mondo.

Ma in fondo, il suo mondo non era forse limitato all’interno del guscio?

Le giornate passavano una uguale all’altra, ma ogni tanto gli sembrava di sentire una voce parlargli dolcemente, e nell’ultimo periodo gli sembrava che lo spronasse a far qualcosa. Lui però non riusciva a distinguere bene le singole parole, ma il tono caloroso e affettuoso lo cullava dolcemente e gli dava delle buone sensazioni.

Un mattino si svegliò sentendosi tutto schiacciato: cos’era successo? Il mondo si era ristretto nella notte? Oppure era lui a essere diventato troppo grande? Forse era arrivata la sua fine?

Il piccolo pulcino si spaventò all’idea: non era pronto a morire, c’erano ancora tante cose che voleva studiare all’interno del suo piccolo mondo. Cercò di farsi più piccolo, sperando così di poter riuscire a rimanere lì dentro ancora per un po’.

Ma ecco quella voce tornare a incitarlo. Di chi era quella voce? E cosa stava dicendo?
Il piccolo pulcino cercò di concentrarsi, ma una parte di lui gli diceva di non fidarsi: non era forse felice nel suo mondo? Perché avrebbe dovuto ascoltare una voce che non sapeva neanche da dove arrivava? E se fosse stata una trappola?

Ma il calore di quella voce e la curiosità ebbero il sopravvento: il pulcino prese la sua decisione, e cominciò a beccare contro il suo piccolo cielo, che altro non era che l’interno del guscio dell’uovo.

E beccando qui, e beccando là, il guscio finalmente si incrinò: il piccolo pulcino sbirciò il mondo lì fuori, e vide una bella gallinella sorridente, che gli parlava con decisione dicendogli: “Bravo! Un ultimo sforzo! Dai che manca poco!”.

Incoraggiato da quelle parole, e riconoscendo il tono di voce che lo aveva cullato nei giorni passati, il pulcino trovò le forze per rompere tutto il guscio, e trovare finalmente la forza di nascere.

Conclusione

Grazie per essere arrivati fino alla fine di questo episodio del podcast di MyFedesign.

Oggi abbiamo visto l’espressione “Su Su”, una frase usata dai thailandesi per incoraggiare chi sta affrontando delle difficoltà o delle sfide e vuole mostrargli il suo supporto, così come mamma chioccia incoraggia il piccolo pulcino che esce dall’uovo, senza però rompere il guscio per lui, ma rimanendo lì accanto e facendogli coraggio.

Se vi è piaciuta questa puntata e volete lasciarmi un vostro commento, potete trovare tutti gli episodi sia sul blog sia nella playlist sul canale YouTube MyFedesign.

E mentre sorseggio il mio ultimo sorso di tè, vi auguro buona giornata e spero di rivedervi anche nella prossima puntata.

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