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Podcast sulla Thailandia, Ep.21 – Tuen Ten – ตื่นเต้น

ragazza con tazza di tè in mano e titolo del podcast

MyFedesign Chiacchiere e Tea – un Podcast sulla Thailandia

Nella puntata del podcast sulla Thailandia di oggi vedremo insieme la parola Tuen Ten ( ตื่นเต้น ), che indica l’insieme di emozioni che si prova quando ci si sente agitati, nervosi ed eccitati. Un turbinio di sensazioni contrastanti e difficili da descrivere a parole, ma che tutti noi abbiamo sentito almeno una volta nella vita.

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Buon ascolto (o buona lettura)!


Episodio no. 21 del podcast di MyFedesign

Benritrovati in un nuovo episodio del podcast sulla Thailandia di MyFedesign. Io sono Fede e sono qui per farvi un po’ di compagnia con questa chiacchiera in cui vedremo insieme alcune parole e frasi thailandesi particolari che ci permetteranno di appro fondire la cultura thailandese.

Si tratta di parole che spesso necessitano di una spiegazione aggiuntiva alla semplice traduzione in italiano, perché nascondono un significato strettamente legato agli usi e costumi dei thailandesi.

Io sono qui con la mia immancabile tazza di tè, ma sentitevi liberi di tenermi in sottofondo mentre fate altro; potete ascoltarmi mentre fate una passeggiata o vi allenate, mentre fate la spesa oppure mentre vi occupate delle faccende domestiche.

E dopo questa breve introduzione, direi che è il momento di passare all’argomento di oggi.

La frase di oggi e il tè del giorno:

La parola di oggi è Tuen Ten (ตื่นเต้น) che può essere tradotta come “essere agitati”, e rappresenta sia il sentimento di nervosismo sia l’essere eccitati per un determinato evento.

Prima di andare a vedere nel dettaglio questo termine, voglio parlarvi di quello che credo sia il tè più famoso nel mondo: l’English Breakfast.

Si tratta del classico tè che viene servito per colazione, ed è caratterizzato da un gusto forte e deciso che si sposa perfettamente con biscotti e brioche.

Io ho scoperto solo recentemente il nome di questo tè quando ho cominciato a fare più attenzione al nome riportato sulle confezioni di tè al supermercato. Prima lo chiamavo semplicemente “tè classico”, ed effettivamente anche Twinings usa il termine “classico” per definire questa tipologia.

L’English Breakfast è ottenuto da una miscela di tè neri provenienti da Assam, Ceylon e dal Kenya. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, non si sa con certezza quando è nato questo tè, e anche sul luogo della sua creazione ci sono versioni contrastanti; secondo alcuni l’English Breakfast non sarebbe molto “english”, e sarebbe invece stato inventato da Richard Davies a New York nel 1843.

Un’altra versione della storia invece vuole che l’English Breakfast sia nato durante il regno di re Edoardo VII, che ha regnato sul Regno Unito dal 1901 fino al 1910. Tra chi sostiene questa teoria c’è anche la famosa casa britannica Twinings, che collega la nascita dell’English Breakfast al momento storico in cui si è affermata la tipica colazione inglese così com’è conosciuta ancora oggi in tutto il mondo.

Il significato di Tuen Ten

Tuen Ten (ตื่นเต้น) è la parola ideale per rappresentare uno stato di agitazione generica. Può essere un’agitazione positiva, ed in questo caso si potrebbe usare il termine “eccitato”; ad esempio Tuen Ten perché si sta avvicinando la data di un concerto o di una partita a cui non si vede l’ora di assistere.

Ma Tuen Ten può acquisire anche una connotazione negativa, e in questi casi si può parlare più di nervosismo che di eccitazione. Ad esempio, Tuen Ten perché si deve fare una presentazione importante, oppure perché si deve subire un’operazione.

In realtà non è propriamente corretto dividere nervosismo ed eccitazione: e Tuen Ten rappresenta perfettamente quest’unione di emozioni difficile da spiegare a parole, ma che tutti noi abbiamo provato almeno una volta nella vita.

Ad esempio, quando ci siamo ritrovati ad un evento in cui abbiamo dovuto interagire con degli sconosciuti e ci siamo impappinati mentre ci presentavamo, o peggio, non abbiamo prestato attenzione ai nomi delle altre persone e ci siamo trovati a parlare con loro senza avere la minima idea di come si chiamassero e senza osare chiedere loro di ripetere il proprio nome.

È una sensazione davvero particolare, a tratti piacevole e a tratti angosciante: Tuen Ten quando ci prepariamo ad un esame importante, che sia inerente la scuola o per ottenere la patente: è un misto di “non sono sicura di passare, non ho studiato abbastanza, non mi sento preparata” e dall’altra parte un “se lo passo sarà un grande traguardo, mi sono esercitata molto, darò il mio meglio”.

Altri esempi

Vediamo qualche altro esempio per capire meglio questa sensazione.

Tuen Ten è ciò che sente un bambino durante la recita scolastica. Da una parte si sentirà agitato sia perché vuole fare bella figura davanti ai suoi genitori e amici, sia perché ha paura di dimenticare la sua battuta o di inciampare quando entrerà in scena.

Tuen Ten è però anche quella sensazione di agitazione che si crea quando ci si prepara per andare ad un appuntamento con qualcuno che si è appena conosciuto: un misto di voglia di fare una bella impressione, di non fare figuracce e allo stesso tempo di trovare dei punti in comune con quella persona e sperare di trovarla interessante e che lei senta lo stesso interesse nei nostri confronti.

Come tradurre Tuen Ten in italiano?

Insomma, sarebbe sbagliato usare il termine “nervosismo”, che in italiano ha una connotazione prettamente negativa, e anche “agitazione” non mi sembra il termine migliore, perché spesso questo termine tecnicamente può essere utilizzato come sinonimo di inquietudine e turbamento.

Se dovessi cercare un termine un po’ più positivo mi viene in mente “eccitazione”, che però spesso in italiano viene collegato all’ambito sessuale – mentre il corrispondente inglese “exciting” ha un utilizzo più simile a Tuen Ten anche nel linguaggio di ogni giorno.

Un’altra parola italiana che si potrebbe usare per tradurre Tuen Ten potrebbe essere “emozionato”, che però mi sembra sia un po’ troppo poco “potente” per descrivere tutti questi sentimenti.

Insomma, personalmente mi sembra che dietro a “Tuen Ten” si nasconda un turbinio di emozioni e pensieri contrastanti che creano un meraviglioso ossimoro che ci scuote psicologicamente, e a volte anche fisicamente, per un determinato periodo di tempo.

Tuen Ten: un turbinio di emozioni familiare difficile da descrivere a parole

Non si tratta di un qualcosa che ha una connotazione negativa, a meno che non ci si ritrovi in balia di questo marasma di emozioni: in un certo senso, è proprio questo “Tuen Ten” a permetterci di gustare maggiormente ciò che riusciamo ad ottenere.

Fare una bella presentazione lavorativa, partecipare ad un evento sociale in cui conosciamo persone interessanti con cui allacciare dei rapporti di amicizia, riuscire a passare un esame difficile oppure semplicemente un appuntamento romantico andato bene: l’agitazione che provavamo prima di questi momenti si trasforma facilmente in soddisfazione per i risultati raggiunti se tutto va bene. La soddisfazione più grande però, almeno per me, riguarda il come noi abbiamo affrontato quegli eventi.

Tuen Ten è ciò che proviamo quando ci troviamo ad affrontare una situazione al di fuori della nostra “comfort zone”; non sento Tuen Ten se esco con la mia migliore amica, non perché non mi importi di lei, ma anzi, perché con lei sono a mio agio, mentre se devo partecipare ad un meeting con persone che non conosco, situazione quindi che può mettermi a disagio, sentirò tutte le emozioni del Tuen Ten.

Come ridurre il Tuen Ten

Nella parte finale dell’episodio di oggi, invece di raccontare una storia inerente alle emozioni che sono racchiuse all’interno del significato di Tuen Ten, vorrei soffermarmi su alcuni consigli utili per combattere questo stato.

Come detto prima, Tuen Ten diventa effettivamente negativo solo se l’agitazione e il nervosismo ci bloccano. Gli attacchi di panico e i disturbi causati dall’ansia sono conseguenze dirette del non essere riusciti a gestire, volontariamente o involontariamente, la sensazione di Tuen Ten.

Mentre cercavo informazioni su questo termine mi sono imbattuta in moltissimi contenuti thailandesi che riportavano consigli su come ridurre il Tuen Ten.

La cosa che più mi ha colpito è l’uso della parola “ridurre”: come detto prima, tutte le sensazioni legate all’agitazione non sono considerate totalmente negative, per cui non si deve cercare di eliminare completamente il Tuen Ten, quanto ridurlo per evitare di rimanere paralizzati durante l’evento che ci provoca questo stato.

Ecco quindi qualche consiglio su come si può cercare di gestire il Tuen Ten e riuscire comunque a godersi la situazione in cui ci si trova.

Consiglio numero 1

Il primo consiglio che viene dato è sempre quello di ricordarsi di respirare. Sebbene quest’azione sia automatica, è bene soffermarsi sul proprio respiro per riprendere il controllo della situazione.

Si potrebbe quasi dire che il primo consiglio sia fermarsi a meditare secondo “Anapanasati”, ovvero la meditazione che si basa sull’osservazione del respiro: se avete letto i post sulla meditazione buddista presenti sul blog, ricorderete che questa tipologia di meditazione si concentra proprio sulla consapevolezza di ogni ispirazione ed espirazione.

Sentire il proprio respiro muoversi ci obbliga a concentrarci sul momento presente, mettendo così da parte tutte le preoccupazioni e le ansie e riprendere così il controllo di sé.

Consiglio numero 2

Il secondo consiglio è di accettare il presente: presumibilmente per questo evento ci siamo dovuti preparare. Dobbiamo quindi essere consapevoli delle nostre capacità e conoscenze: abbiamo fatto tutto quello che potevamo per arrivare pronti a questo momento, quindi non dobbiamo dubitare del lavoro che abbiamo fatto.

In particolare, se parliamo di un evento in cui bisogna parlare davanti ad un gruppo di persone, dobbiamo ricordare che avere fiducia in sé, accettando quindi le proprie conoscenze e capacità in quel dato momento, ci aiuta anche a mostrarci sicuri di fronte al nostro pubblico.

E, se riprendiamo il primo consiglio, ricordarci di respirare mentre parliamo, facendo quindi le dovute pause ed evitando di parlare tutto d’un fiato, rinforzerà l’idea del pubblico di avere davanti a sé una persona competente che sa di cosa sta parlando.

Uno dei migliori consigli che mi sia mai stato dato è proprio questo: mostrati sicuro e nessuno dubiterà delle tue conoscenze. Ma se tu stesso mostri di dubitare di ciò che sai o non sai, allora anche l’altra persona comincerà ad avere i tuoi stessi dubbi.

Ciò non si limita all’ambito lavorativo, ma anche al rapporto con gli altri; se ci mostriamo poco sicuri di noi potremmo trovare facilmente persone che cercheranno di metterci i piedi in testa e approfittarsi di noi, e se ciò accade dopo pochi minuti di conoscenza, beh, capite anche voi che quasi sicuramente si finirà per instaurare una relazione tossica da cui poi sarà difficile liberarsi.

Consiglio numero 3

Un altro ottimo consiglio per prevenire lo stato di Tuen Ten è l’avere chiaro il proprio scopo: sapere dove si vuole arrivare ci aiuta a concentrare le nostre energie verso quell’obiettivo, invece di lasciare che le emozioni di nervosismo e agitazione prendano il sopravvento.

E, insieme a questa consapevolezza, non deve mancare anche un po’ di sana compassione e comprensione del prossimo.

Sapere perché ci si trova ad un determinato evento e capire perché gli altri sono lì può aiutarci anche a uscire dalle situazioni di disagio: ad esempio, quando vivevo ad Hatyai partecipavo ad un sacco di meeting per architetti a cui partecipavano molte aziende del settore edile. Il mio scopo era di rimanere aggiornata sui materiali più usati e capire quali avrei potuto usare nei miei progetti da interior designer; volevo migliorarmi insomma.

Non deve quindi stupire il fatto che ci andavo sempre da sola, mentre altri erano lì solo per fare amicizia, per mangiare o perché il loro professore li aveva invitati e non avevano saputo rifiutare.

La gente si stupiva di vedermi lì sempre da sola, e io ho sempre avuto la tendenza a salutare e sorridere a tutti, ma non mi interessava aggiungermi alle loro conversazioni perché, banalmente, non ero lì per fare amicizia. Anche se poi ho avuto anche modo di conoscere gente e di collaborare con alcuni di loro al di fuori da quei meeting.

Okay, raccontata così non c’è nulla di strano, ma ora vi svelo un po’ di ciò che si nasconde dietro questo racconto: sono quel tipo di persona che se si ritrova al centro dell’attenzione comincia a sentirsi a disagio, e se devo tenere discorsi in pubblico tendo ad agitarmi e a sudare freddo. In più, stiamo parlando di eventi in cui effettivamente non conoscevo nessuno, ed in più ero cosciente che il mio thailandese non era tanto ampio quanto avrei voluto: se da una parte mi poteva capitare di non capire cosa mi veniva detto da un’altra persona, c’era poi sempre quella volta in cui parlavo e la gente mi riprendeva perché magari avevo sbagliavo la pronuncia o confondevo le parole.

Insomma, non posso dire che questo tipo di eventi non mi mettessero un po’ d’ansia: ma con il Tuen Ten si può imparare a convivere, e ho partecipato talmente a tanti di questi eventi che poco a poco la sensazione di agitazione è diminuita e ho cominciato a sentirmi un po’ più a mio agio.

Cominciare a chiedersi anche perché le altre persone fossero lì mi ha aiutato molto a partecipare a questi eventi: pensare che non fossero lì per prendermi in giro o per “giudicarmi” è stato liberatorio – come si dice, si è sempre molto preoccupati di ciò che gli altri pensano di noi dimenticando che anche loro sono preoccupati di ciò che noi pensiamo di loro.

Anzi, nel mio caso specifico, probabilmente, la maggior parte degli architetti presenti erano più agitati di me perché lì si conoscevano praticamente quasi tutti: alcuni erano stati studenti dei professori presenti e ci tenevano a fare bella figura con loro, e soprattutto, con i loro ex compagni di classe.

Applicare i consigli con costanza

Ovviamente questi consigli si rivelano utili se usati con costanza: non ci si può aspettare di riuscire in un solo tentativo. E, come vi dicevo all’inizio di quest’ultima parte, questi consigli non sono per eliminare la sensazione di Tuen Ten, bensì per attenuarla in modo da non esserne in balia.

Sentire del Tuen Ten è anche ciò che ci può dare quella “scarica di adrenalina” nel voler superare i propri limiti, e a vivere secondo il detto “think outside the box”, o meglio, ad allargare i confini di quel box.

Curiosità sui termini che compongono Tuen Ten

E per finire, un’ultima curiosità: molte parole thailandesi nascono dall’unione di due parole differenti per creare un nuovo significato. Ciò vuol dire che il significato dei singoli termini non è necessariamente collegato al significato della parola formata dalla somma di quei due termini.

Però, soprattutto per chi come me si avvicina allo studio del thailandese con l’occhio di uno straniero, è utile associare parole semplici che già si conoscono per memorizzarle più facilmente.

Nel caso di Tuen Ten, possiamo riconoscere due parole: Tuen ( ตื่น ) che da solo significa “svegliarsi” e Ten ( เต้น ) che da solo significa “ballare”. Trovo particolarmente divertente che per descrivere lo stato di emozioni di agitazione, eccitazione e nervosismo sia stato scelto di mettere insieme due parole tanto diverse. Però si potrebbe dire che l’ossimoro tra queste due azioni sia perfetto per descrivere quel mix di emozioni che si nascondono dietro Tuen Ten, non trovate?

Conclusione

Ed eccoci arrivati alla fine di questo episodio del podcast di MyFedesign. Grazie per avermi dedicato un po’ del vostro tempo; spero che la puntata di oggi vi sia piaciuta.

Oggi abbiamo visto insieme la parola Tuen Ten, che indica l’insieme di emozioni che si prova quando ci si sente agitati, nervosi ed eccitati. Un turbinio di sensazioni contrastanti e difficili da descrivere a parole, ma che tutti noi abbiamo provato almeno una volta nella vita.

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E mentre sorseggio il mio ultimo sorso di tè, vi auguro buona giornata e spero di rivedervi anche nella prossima puntata.

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