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Podcast sulla Thailandia, Ep.22 – Pood Mai Oak – พูดไม่ออก

ragazza con tazza di tè in mano e titolo del podcast

MyFedesign Chiacchiere e Tea – un Podcast sulla Thailandia

Nell’episodio del podcast sulla Thailandia di oggi vedremo insieme la frase Pood Mai Oak ( พูดไม่ออก ) , che in italiano può essere tradotta con le frasi “rimanere senza parole” oppure “non riuscire a descrivere cosa si prova”.

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Buon ascolto (o buona lettura)!


Benritrovati in un nuovo episodio del podcast sulla Thailandia di MyFedesign. Io sono Fede e sono qui per farvi un po’ di compagnia con questa chiacchiera in cui vedremo insieme alcune parole e frasi thailandesi particolari che ci permetteranno di approfondire la cultura thailandese.

Si tratta di parole che spesso necessitano di una spiegazione aggiuntiva alla semplice traduzione in italiano, perché nascondono un significato strettamente legato agli usi e costumi dei thailandesi.

Io sono qui con la mia immancabile tazza di tè, ma sentitevi liberi di tenermi in sottofondo mentre fate altro; potete ascoltarmi mentre fate una passeggiata o vi allenate, mentre fate la spesa oppure mentre vi occupate delle faccende domestiche.

E dopo questa breve introduzione, direi che è il momento di passare all’argomento di oggi.

La frase di oggi e il tè del giorno:

La frase di oggi è Pood Mai Oak (พูดไม่ออก) che può essere tradotta come “rimanere senza parole”, ma non necessariamente a causa dello stupore.

Ad accompagnarci con le nostre riflessioni oggi troviamo un tè Oolong, originario della Cina e di Taiwan. Questo tè particolare ha un nome che deriva dal termine cinese “Wulong”, che significa “drago scuro”. Secondo un’antica tradizione, questo sarebbe il tè del tributo usato durante la cerimonia del tè, ma c’è anche chi crede che il nome derivi dalla forma particolare delle grandi foglie, che, una volta arrotolate ed essiccate, possono ricordare a chi le guarda dei piccoli draghi neri.

La cosa particolare di questo tè è che un altro nome con cui è conosciuto è “tè blu”, nonostante la bevanda non abbia affatto questo colore. Anzi, oggigiorno se chiedete un tè blu potreste ritrovarvi a bere un Butterfly Pea Tea, ovvero un tè realizzato a partire dai fiori della pianta del pisello tipica del sud est asiatico. Questi fiori donano alla bevanda un inconfondibile color blu scuro, che ha appunto portato molti a chiamarlo “tè blu”. Ma che non ha niente a che fare con l’Oolong.

Ma torniamo al nostro tè del giorno.

Il tè Oolong è un tè semiossidato; ciò significa che il processo di ossidazione è solo parziale, e a seconda del grado, è possibile avere un tè delicato dal retrogusto floreale oppure un tè più deciso con un retrogusto fruttato e tostato.

La possibilità di modificare le tempistiche del processo di ossidazione ha portato a sviluppare moltissime varietà di tè Oolong, ognuna con un gusto leggermente diverso dalle altre.

Anche la Thailandia ha sviluppato il suo tè Oolong, e nel nord, soprattutto nell’area di Chiang Mai e Chiang Rai, è possibile trovare moltissime piantagioni di questo tè.

L’uso della frase Pood Mai Oak nelle canzoni thailandesi

La frase Pood Mai Oak ( พูดไม่ออก ) si trova spesso nel testo delle canzoni romantiche. Sebbene la sua traduzione in italiano sia “rimanere senza parole”, oppure anche “ammutolirsi”, e il termine corrispondente in inglese sia “speechless”, in thailandese questa frase nasconde non solo l’incapacità momentanea di parlare, ma di riuscire ad esprimere un determinato concetto.

Nel caso delle canzoni, “Pood Mai Oak” viene usato per descrivere quella sensazione in cui ci si blocca e non si riesce a proferir parola riguardo al proprio stato d’animo.

Personalmente credo che potremmo raggruppare le motivazioni in 3 categorie:

  1. chi canta Pood Mai Oak perché si trova in uno stato di negazione, ovvero non vuole riconoscere di essersi innamorato.
  2. chi canta Pood Mai Oak perché non conosce il sentimento che prova, perciò non sa come descriverlo. Oppure ciò che prova ha talmente tanti livelli differenti che combinano troppe emozioni che non possono essere tradotti in una sola parola. Un po’ come abbiamo visto con la parola Tuen Ten dello scorso episodio.
  3. chi canta Pood Mai Oak perché ha paura di un rifiuto e di ciò che questo potrebbe comportare. Ad esempio, il classico caso di un ragazzo innamorato della sua migliore amica e che, per paura di perdere la sua amicizia, decide di non confessare i suoi sentimenti per lei.

Significato della frase “rimanere senza parole”

La frase italiana “rimanere senza parole”, presuppone un momento di silenzio causato da una forte emozione, positiva o negativa che sia, come ad esempio sorpresa, rabbia, felicità, tristezza. Alcuni sinonimi di questa frase sono: sbalordirre, sbigottire, sconcertare, sgomentare, turbare.

Anche in thailandese è possibile che Pood Mai Oak sia il risultato di uno shock temporaneo, ma ci sono casi in cui il rimanere bloccati a metà di una frase sia causato da un eccessivo lavoro mentale.

A volte si hanno così tanti pensieri per la testa, collegati a loro volta a tutti i possibili scenari che possono nascere in base alle conseguenze delle nostre parole, che ci si ritrova sopraffatti dall’ansia di venir giudicati o fraintesi.

Difficoltà di concentrazione e Pood Mai Oak

Viviamo in una società in cui abbiamo una soglia di attenzione molto bassa, anche perché ci viene spesso descritto il multitasking, ovvero la capacità di fare più cose contemporaneamente, come una qualità che tutti dovremmo sviluppare.

Ma occuparsi di diverse cose allo stesso tempo, ci obbliga a dividere il nostro livello di attenzione sulle cose. Un basso livello di concentrazione comporta il dover riassumere i nostri pensieri e le nostre idee in poche parole per cercare di mantenere l’attenzione del nostro interlocutore e sperando che non fraintenda ciò che vogliamo dire.

Perché la limitatezza di dover usare poche parole per esprimersi porta spesso con sé una superficialità che può essere vista come mancanza di maturità e serietà, qualità che invece magari possediamo.

Mettiamo l’esempio della domanda “Come stai?”. ( per vedere come i thailandesi interpretano questa frase, leggi questo post )

Quante volte l’abbiamo chiesto in maniera superficiale, dando per scontato che l’altra persona avrebbe risposto “bene” e alzando gli occhi al cielo quando invece ci siamo trovati a dover ascoltare tutti i problemi dell’altra persona?

O se vogliamo metterci dall’altra parte, quante volte ce lo siamo sentiti chiedere e abbiamo sospirato dentro di noi mentre rispondevamo “bene”, perché sapevamo che era solo una domanda di circostanza e non volevamo appesantire con i nostri problemi l’animo della persona che ci stava davanti?

Ammetto che personalmente quando si tratta della domanda “come stai?” mi è capitato diverse volte di aggiungere la frase “intendo sul serio, come stai?” per far capire alle mie amiche che ero sinceramente preoccupata su come stessero, e che non dovevano farsi problemi se avevano bisogno di un momento di sfogo.

Pood Mai Oak e Book Mai Tuuk

Però, tornando alla nostra frase del giorno, in Thailandia mi è capitato di sentire rispondere alla domanda “come ti senti” la frase “Book Mai Tuuk” ( บอกไม่ถูก ).

Book ( บอก ) e Pood ( พูด ) significano entrambi parlare, e la frase Book Mai Tuuk può essere tradotta come “non saprei dirlo” nel senso di “non lo so”.

Queste due frasi sono usate praticamente come sinonimi, e le si può spesso trovare usate insieme per rinforzare il concetto di sentirsi bloccato e incapace di descrivere le proprie emozioni.

Pood Mai Oak come sintomo di un problema

Pood Mai Oak, oltre ai significati che abbiamo visto, può essere a lungo andare un sintomo di un problema più grande.

Quando si parla di identificazione di un ictus, in thailandese è proprio la frase Pood Mai Oak che viene usata per indicare la difficoltà di parlare.

Ed in effetti non ve l’ho detto finora, ma il termine Oak ( ออก ) significa “uscire”. Diciamo che se volessimo essere molto letterali potremmo tradurre il Pood Mai Oak come “le parole non riescono ad uscire”.

Ma se rimaniamo in ambito medico, Pood Mai Oak è una situazione di cui bisogna fare attenzione, soprattutto nella sua frequenza, poiché può essere sintomo di due problemi che possono essere classificati come diametralmente opposti.

Pood Mai Oak può essere sintomo dell’afasia, ovvero del disturbo psichiatrico che porta a perdere la capacità di comporre frasi e comprendere il linguaggio, ma anche della depressione.

In quest’ultimo caso infatti il Pood Mai Oak si sviluppa dall’incapacità di spiegare il proprio problema, o dalla stanchezza che si può provare alla sola idea di dover far cercare di far capire agli altri ciò che si sta provando. Può essere una sensazione che nasce a causa di diversi episodi in cui si è stati fraintesi o in cui i propri problemi sono stati classificati come “poco importanti” o ridicolizzati da parte di coloro a cui ci si era confidati.

Riassumendo i significati di Pood Mai Oak

Insomma, la frase Pood Mai Oak non può essere liquidata semplicemente con un singolo termine italiano, bensì potremmo usare: rimanere senza parole, restare ammutoliti, non trovare le parole, non riuscire a descrivere cosa si prova.

Oltre a Pood Mai Oak, è possibile usare un suo sinonimo, ovvero Book Mai Tuuk, che si può tradurre come: non lo so spiegare, non saprei dire.

Un consiglio direttamente da “Alice nel paese delle Meraviglie”

Quando penso alla frase Pood Mai Oak, non posso fare a meno di ricordare la celebre citazione di Alice nel Paese delle Meraviglie:

“Comincia dal principio, e continua fino alla fine, poi fermati.”

Alice nel Paese delle Meraviglie, Lewis Carrol

In fondo, quando ci si trova in una situazione in cui Pood Mai Oak, la cosa migliore è prendersi un momento per riorganizzare pensieri e parole, cominciare dall’inizio, per poi arrivare alla fine.

Non che questo sia facile: non sempre è chiaro capire qual è l’inizio, ma si potrebbe dire che cominciare è già un buon inizio; ci sarà tempo per fare modifiche e aggiunte una volta che si avrà cominciato a spiegare i propri pensieri ed emozioni. Purché, ovviamente, dall’altra parte ci sia qualcuno disposto a rimanere in ascolto per un po’.

Alice, nel suo viaggio, si ritrova a dover spiegare molte volte chi è, da dove arriva e cosa ci fa nel paese delle meraviglie. Ma la cosa più sbalorditiva è che tra la famosa versione Disney e i rispettivi libri di Lewis Carrol ci sono moltissime differenze.

Differenze tra libri e cartone

Il primo libro “Alice nel pase delle meraviglie”, lo scoprii alle medie, quando la nostra prof di italiano ce lo propose come lettura in classe. Già allora mi resi conto che le due opere erano da vivere in maniera completamente differente, e il paese delle meraviglie assunse un aspetto ancora più particolare e misterioso rispetto al cartone.

E la seconda avventura di Alice, descritta nel libro “Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò”, rese ancora più accattivante quel mondo strano e bizzarro.

Il cartone della Disney prende a pieni mani da entrambi i romanzi, scegliendo gli incontri che più si prestavano a essere rappresentati visivamente ad un pubblico di bambini – sebbene credo che tutti rimanemmo un po’ traumatizzati dalla fine delle povere piccole ostriche.

Fatto sta che questa famosa citazione, ovvero “Comincia dal principio, e continua fino alla fine, poi fermati” nel cartone viene attribuita al Cappellaio Matto e al Leprotto Bisestile (che però nell’originale si chiama Lepre Marzolina), mentre nel libro è il Re del paese delle meraviglie a pronunciare quelle parole non ad Alice, bensì al Bianconiglio, o Coniglio Bianco, come viene chiamato nella versione originale del racconto, durante il processo per la sparizione delle tartine pepate.

Riflessioni a partire dalla citazione

Ad ogni modo, estrapolando questa frase dal suo contesto, possiamo vedere che in effetti è un ottimo consiglio per quando non si sa come descrivere le proprie emozioni e pensieri: troppo spesso quando chiacchieriamo con qualcuno finiamo per dare per scontato che una cosa per noi normale lo sia anche per il nostro interlocutore.

E se questa cosa può succedere anche tra persone nate e cresciute nella stessa città, figuriamoci quando ci si confronta con una cultura totalmente differente dalla propria!

Per esempio: come spieghereste ad un thailandese perché si dice “salute” a qualcuno che ha appena starnutito? Oppure cosa significa quel “buon appetito” che si augura quando ci si mette a tavola?

Entrambe queste espressioni in thailandese non esistono, e sono quindi necessarie molte parole per cercare di far capire ad un thailandese, che non ha l’abitudine di fare questi “auguri” in queste due determinate situazioni, qual è il loro significato intrinseco.

Come accennato prima, Pood Mai Oak può verificarsi anche a causa di un senso di disagio all’idea di dover parlare con qualcuno che si pensa non abbia davvero intenzione di starci a sentire, finendo per fraintendere le nostre parole.

Immagino che tutti abbiamo sperimentato in prima persona quella sensazione di disagio del “non mi va di parlare di quell’argomento, ma ormai me l’hanno chiesto e non so come rispondere”.

Ecco, in questi casi, la frase “Pood Mai Oak” potrebbe essere un’ottima scorciatoia per evitare di rispondere ma anche per far capire all’altra persona che la risposta a quella domanda è più complicata di quanto potremmo esprimere in una sola frase.

Un esempio potrebbe essere la domanda “ma quindi state insieme?” che potrebbe essere fatta a due persone che si stanno frequentando da un po’. Oppure “Quando vi sposate?” o la classica “A quando un bambino?” Molti vorrebbero una risposta semplice e concisa, ma più spesso la situazione non è così semplice, e potrebbero esserci molti motivi che impediscono di dare una risposta secca.

Conclusioni personali

Personalmente, non posso non pensare che, se qualcuno rispondesse al “Pood Mai Oak” con un “Comincia dal principio, e continua fino alla fine, poi fermati” mostrerebbe di voler dare la giusta attenzione al suo interlocutore, e questa attenzione può aiutare l’altro a sbloccarsi e riuscire finalmente a trovare le parole giuste proprio mentre ci descrive la situazione.

Insomma, Pood Mai Oak potrebbe anche essere un segnale, per chi se lo sente dire, di dover mettere da parte i propri pregiudizi per un attimo e cercare di ascoltare attentamente le considerazioni dell’altro, non pensate?

Conclusione

Ed eccoci arrivati alla fine di questo episodio del podcast di MyFedesign. Grazie per avermi dedicato un po’ del vostro tempo; spero che la puntata di oggi vi sia piaciuta.

Oggi abbiamo visto insieme la frase Pood Mai Oak ( พูดไม่ออก ) , equivalente dell’inglese Speechless e che in italiano può essere tradotta con le frasi rimanere senza parole, restare ammutoliti, non trovare le parole, non riuscire a descrivere cosa si prova.

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E mentre sorseggio il mio ultimo sorso di tè, vi auguro buona giornata e spero di rivedervi anche nella prossima puntata.

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