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Podcast sulla Thailandia, Ep.24 – Din Ron – ดิ้นรน

ragazza con tazza di tè in mano e titolo del podcast

MyFedesign Chiacchiere e Tea – un Podcast sulla Thailandia

Nella puntata sul podcast sulla Thailandia di oggi vedremo insieme il termine “Din Ron” che possiamo tradurre come: adattarsi per forza ad una situazione negativa poiché non si hanno altre alternative, in attesa di un’occasione per sfuggire a quella realtà o, più genericamente, in attesa di tempi migliori.

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Buon ascolto (o buona lettura)!


Benritrovati in un nuovo episodio del podcast sulla Thailandia di MyFedesign. Io sono Fede e sono qui per farvi un po’ di compagnia con questa chiacchiera in cui vedremo insieme alcune parole e frasi thailandesi particolari che ci permetteranno di approfondire la cultura thailandese.

Si tratta di parole che spesso necessitano di una spiegazione aggiuntiva alla semplice traduzione in italiano, perché nascondono un significato strettamente legato agli usi e costumi dei thailandesi.

Io sono qui con la mia immancabile tazza di tè, ma sentitevi liberi di tenermi in sottofondo mentre fate altro; potete ascoltarmi mentre fate una passeggiata o vi allenate, mentre fate la spesa oppure mentre vi occupate delle faccende domestiche.

E dopo questa breve introduzione, direi che è il momento di passare all’argomento di oggi.

La frase di oggi e il tè del giorno

Il termine di oggi è una parola che ho imparato pochi anni fa, e che mi ha sorpreso per il significato negativo con cui viene percepita. Si tratta di “Din Ron” ( ดิ้นรน ) che può essere tradotto in italiano con “adattarsi per forza” o “sforzarsi”.

Ad accompagnarci oggi troviamo un tè reale: si tratta del tè conosciuto come Prince of Wales, che significa “Principe del Galles”.

Al contrario di ciò che potrebbe far pensare il nome, non si tratta di un tè inglese; il tè Prince of Wales è infatti realizzato con foglie cinesi, solitamente provenienti dalla provincia dello Yunnan.

Da questo possiamo dedurre che il nome di questo tè non è stato dato dai cinesi. Ed in effetti il Prince of Wales è un tè ideato nel 1921 dalla famosa azienda inglese Twinings, che è anche il fornitore ufficiale di tè della famiglia reale britannica.

L’azienda scelse di rendere omaggio all’allora principe del Galles, Edoardo. La cosa curiosa di questo tè è che fu poi tolto dal mercato una volta che Edoardo VIII salì al trono, ovvero nel 1936. Il divieto persiste fino ad oggi, ed in effetti se volete assaggiare questa bevanda, la potrete trovare solo al di fuori del Regno Unito.

Se mai vi dovesse capitare sotto mano, sappiate che questo Prince of Wales miscela tè nero, tè verde e ribes essiccato, per un aroma leggero e morbido. Il momento migliore della giornata per assaporarlo è la tarda mattinata, o almeno, così consiglia Twinings sia sulla confezione del tè sia sul sito ufficiale.

Cosa significa Din Ron

La prima volta che ho sentito la parola di oggi è stato nel 2014, ad una giornata dello sport organizzata dall’ufficio dove lavoravo come interior designer ad Hatyai.

Per quel giorno ci erano state date delle magliette dove era appunto riportata questa parola “Din Ron” ( ดิ้นรน ), ovviamente scritta in thailandese.

Non sapevo bene come interpretare quella parola, e le facce dubbiose dei miei colleghi mi avevano incuriosita.

Din Ron si può tradurre come “sforzarsi, adattarsi per forza”, ed ha una valenza negativa.

Din Ron si usa per indicare la situazione di qualcuno che deve adattarsi per sopravvivere, in senso letterale, cercando di sfuggire ad una determinata circostanza.

Tornando alla maglietta della giornata dello sport

Nel caso del nostro ufficio, molti miei colleghi avevano interpretato quella frase come un “adattati a come vanno le cose in questo ufficio, o cercati un altro lavoro”.

Parole forti, insomma, che non lasciano alcuna via di scampo e che suonano quasi come una condanna. (Ovviamente il proprietario dell’ufficio diede un’altra spiegazione del termine, ma al tempo non mi aveva convinto, tanto che ho completamente dimenticato il suo discorso di quel giorno).

In un certo senso, potremmo dire che questa parola è perfetta anche per descrivere la situazione della popolazione Ucraina di queste ultime settimane. Gli ucraini “Din Ron” alla ricerca di un futuro più roseo e sereno.

Una frase ironica ma che fa pensare

Poco tempo fa, mia mamma ha visto una frase che ci ha fatto ridere. La frase in questione era un adesivo applicato sulla fiancata di un pick-up nel parcheggio di un supermercato, e recitava:

Chiwit Tong Din Ron Praw Kwam Jon Man Nah Klua

ชีวิตต้องดิ้นรนเพราะความจนมันน่ากลัว

Letteralmente sarebbe “Nella vita bisogna Din Ron perché la povertà fa paura.

In questa frase la parola Din Ron assume un significato molto profondo: non è semplicemente un combattere contro le avversità, ma anche un doversi adattare, non inteso come un qualcosa di positivo, bensì come ad una forzatura: se non mi adatto, non ne uscirò mai, perché non posso cambiare la situazione negativa in cui mi trovo.

Potremmo quindi tradurre la frase di prima con “nella vita bisogna doversi adattare, perché la povertà fa paura”.

Un nuovo significato per Din Ron

Tenendo conto di questa nuova sfumatura, pensiamo ad una persona che deve accettare un lavoro che non gli piace, con gente che gli sta antipatica o che si approfitta delle sue capacità (o della sua incapacità di dire di “no” alle richieste degli altri) e un capo che gli paga lo stipendio minimo, senza riconoscere mai i suoi sforzi e negandogli le ferie e facendogli fare continuamente gli straordinari.

Questa persona probabilmente sta facendo quel lavoro solamente per riuscire a pagarsi l’affitto, la macchina, le bollette o più semplicemente per mantenersi.

Mi torna in mente Nani, la sorella di Lilo, del cartone di Lilo e Stitch, che agli innumerevoli colloqui di lavoro diceva sempre “è il lavoro dei miei sogni, ho sempre sognato di fare questo lavoro!” sfoggiando un sorriso a 32 denti, mentre nella realtà le sarebbe andato bene qualsiasi lavoro, pur di riuscire a mantenere se stessa e la sua sorellina.

Quasi riesco a immaginarmi Nani dire tra sé, prima dell’ennesimo colloquio “Tong Ding Ron” : mi devo adattare, devo farlo perché altrimenti non arriveremo a fine mese. (Possiamo tradurre “Tong” ต้อง come verbo “dovere” )

Si tratta di un concetto di combattere che però è molto più passivo di quanto si potrebbe immaginare: Din Ron significa anche accettare di abbassare il capo, ed essere presi a pesci in faccia pur di non perdere il lavoro e rischiare di rimanere senza un soldo in tasca.

Perché, come diceva l’adesivo della macchina che vi ho citato prima, “la povertà fa paura”.

Din Ron come frase negativa

Insomma, Din Ron non è una parola che si vorrebbe usare per sé stessi, a meno di non star raccontando a posteriori le difficoltà che si è riusciti a superare, una volta raggiunta una certa stabilità.

E sicuramente non è una parola che si vuole sentirsi dire: se qualcuno consiglia ad un altro “Din Ron” è un po’ come se volesse ricordargli la negatività della situazione in cui si trova, facendogli così pesare le sue scelte e andando così a incrinarne la salute mentale.

Din Ron da un certo punto di vista può anche comportare la perdita dell’amor proprio e del proprio orgoglio: può portare a dover stringere i denti, chiudere forti i pugni e annuire mentre in realtà dentro di sé si stanno accumulando stress e pensieri negativi.

Din Ron nell’attualità

Purtroppo in questi ultimi anni ho sentito spesso usare questo termine: finché c’è il Covid “Tong Din Ron”, in attesa che la situazione migliori. Ora che la situazione Russia-Ucraina sta portando a una crisi economica di portata internazionale, “Tong Din Ron” cambiando le proprie abitudini e cercando di risparmiare.

Forse Din Ron viene spesso percepito dai thailandesi con una valenza negativa anche a causa della sensazione di impotenza che si prova di fronte alla situazione che ci sta mettendo in difficoltà.

Din Ron perché non puoi fare nulla per cambiare la tua situazione, quindi tanto vale che ti adatti, cambiando le tue abitudini, il tuo modo di fare, il tuo modo di rispondere e di trattare gli altri. Rischiando così di dover indossare una maschera che non corrisponde alla propria vera identità.

Din Ron: una situazione temporanea

Fortunatamente però, Din Ron non è da considerare come una situazione permanente. Din Ron è un qualcosa che bisogna fare temporaneamente, almeno fino a quando non arriva un’occasione che ci permette di migliorare la nostra vita e cambiare finalmente le cose.

Così come succede per Cenerentola.

Ho sempre amato non solo il cartone della Disney, ma anche proprio il personaggio di Cenerentola, di cui ho visto quasi tutti i film e rivisitazioni e di cui, al liceo, ho anche approfondito le origini della storia originale.

Piccola parentesi: la versione dei fratelli Grimm era molto più cupa rispetto alla versione edulcorata che conosciamo tutti, ma ci sono versioni ancora più macabre, come quella Sarda in cui Cenerentola, convinta dalla matrigna, uccide la madre decapitandola mentre la donna sta cercando una cosa in fondo ad una cassa.

Cenerentola di Into the Woods

La mia Cenerentola preferita è quella che compare nel musical Into the Woods, interpretata da Anna Kendrick.

Questa Cenerentola risponde alla contraddizione su cui si basa la storia della povera orfana trattata come una serva dalla matrigna e dalle sorellastre. La contraddizione riguarda proprio la magica scarpetta persa durante la fuga dal castello.

Se Cenerentola può indossare la scarpetta alla perfezione, perché la perde?

Insomma, se la scarpetta è perfetta per il suo piede, non ha senso pensare che Cenerentola possa perderla involontariamente.

Ed in effetti, nel musical è Cenerentola stessa a togliersi la scarpa per vedere cosa avrebbe fatto il principe per trovarla.

Fino a quel momento Cenerentola ha vissuto “Din Ron”, adattandosi alla nuova situazione di serva della matrigna e delle sorellastre, incapace di ribellarsi per paura di trovarsi in mezzo a una strada, senza un soldo in tasca.

Nella versione Disney Cenerentola non sembra quasi risentire dei comportamenti nei suoi confronti, ma ricordiamo che di questa ragazza noi non conosciamo neppure il nome di battesimo: Cenerentola è infatti un nomignolo datole dalla matrigna e dalle sorellastre perché la ragazza è sempre sporca di cenere.

L’incontro con il principe rappresenta per Cenerentola la prima occasione di fuga da quella casa in cui l’aspettano solo ordini e lavori da fare.

E se Disney ci racconta la storia puntando sulla versione romantica, Into the Woods ci mostra una Cenerentola più razionale e che non crede subito alle avances del Principe.

Ci vorranno infatti tre incontri prima che Cenerentola prenda in considerazione la serietà del Principe nei suoi confronti: e per essere davvero sicura delle sue intenzioni, decide di metterlo alla prova.

Il Principe infatti, per evitare che Cenerentola scappi per l’ennesima volta, ha fatto cospargere di pece i gradini del castello, in modo da intrappolare la ragazza ed impedirle di andarsene.

È allora che Cenerentola decide di dare un’occasione al Principe, lasciando una scarpa nella pece, e poi correndo verso casa.

Din Ron e la paura del cambiamento

Vivere “Din Ron”, dovendo sopportare e subire i sopprusi della matrigna e delle sorellastre, ha influenzato talmente tanto la psiche di Cenerentola, che la ragazza non riesce a credere alla possibile via di fuga che il Principe le sta offrendo.

Ed infatti, prima di accettare di sposarlo, lo mette alla prova, aspettando di vedere come farà a trovarla avendo come indizio solo una sua scarpa.

E, nel vedere questa Cenerentola farsi così tante domande riguardanti il comportamento del Principe nei suoi confronti, viene quasi da chiedersi se la ragazza voglia essere salvata:

E se l’amore che il Principe ha per lei dovesse svanire dopo pochi mesi? Il Principe dice di essersi innamorato a prima vista, ma se incontrasse qualcun altra e la abbandonasse?

E se la vita a corte non fosse così meravigliosa come lei se l’è sempre immaginata?

E se lei non riuscisse ad adattarsi alla vita di corte, avendo fatto la serva tutta la vita?

E se le altre persone al castello non l’avessero accettata come moglie del Principe?

Vivere Din Ron è sì complicato, ma a volte ciò che si conosce fa meno paura dell’ignoto. Al punto che, persino Cenerentola, nata tra gli agi e finita a fare la serva, impiega un bel po’ prima di convincersi a darsi una possibilità e cercare di cambiare la sua situazione, per vivere una vita migliore e più serena.

Conclusione

Ed eccoci arrivati alla fine di questo episodio del podcast di MyFedesign. Grazie per avermi dedicato un po’ del vostro tempo; spero che la puntata di oggi vi sia piaciuta.

Oggi abbiamo visto insieme il termine “Din Ron” che possiamo tradurre come: adattarsi per forza ad una situazione negativa poiché non si hanno altre alternative, in attesa di un’occasione per sfuggire a quella realtà o, più genericamente, in attesa di tempi migliori.

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E mentre sorseggio il mio ultimo sorso di tè, vi auguro buona giornata e spero di rivedervi anche nella prossima puntata.

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