,

Podcast sulla Thailandia, Ep.25 – Fum Fuay – ฟุ่มเฟือย

ragazza con tazza di tè in mano e titolo del podcast

MyFedesign Chiacchiere e Tea – un Podcast sulla Thailandia

Oggi vedremo insieme il termine Fum Fuay ( ฟุ่มเฟือย ), aggettivo che serve ad indicare qualcosa di non necessario, e che si può tradurre in italiano come “superfluo” ma anche, in un certo senso, “lussuoso”.

Powered by RedCircle

Per chi preferisse, può recuperarlo su YouTubeSpotifyApple PodcastGoogle PodcastCastbox e anche su Amazon Music oppure leggere qui sotto la trascrizione del copione.

Buon ascolto (o buona lettura)!


Benritrovati in un nuovo episodio del podcast sulla Thailandia di MyFedesign. Io sono Fede e sono qui per farvi un po’ di compagnia con questa chiacchiera in cui vedremo insieme alcune parole e frasi thailandesi particolari che ci permetteranno di approfondire la cultura thailandese.

Si tratta di parole che spesso necessitano di una spiegazione aggiuntiva alla semplice traduzione in italiano, perché nascondono un significato strettamente legato agli usi e costumi dei thailandesi.

Io sono qui con la mia immancabile tazza di tè, ma sentitevi liberi di tenermi in sottofondo mentre fate altro; potete ascoltarmi mentre fate una passeggiata o vi allenate, mentre fate la spesa oppure mentre vi occupate delle faccende domestiche.

E dopo questa breve introduzione, direi che è il momento di passare all’argomento di oggi.

La frase di oggi e il tè del giorno:

Oggi vedremo insieme la parola Fum Fuay ( ฟุ่มเฟือย ) che, se cercata sul dizionario, può assumere diversi significati tra cui “superfluo” e “lussuoso”. Ma prima di cominciare ad analizzare questo termine, vorrei spendere due parole sul tè verde più famoso della Cina e del Giappone, ossia il Matcha.

Infatti, sebbene oggigiorno colleghiamo immediatamente il Matcha al Giappone, in realtà questo tè ha origini cinesi, ed era diventato molto popolare durante la dinastia Song, ovvero tra il 960 e il 1279.

Il Matcha è diventato molto famoso perché è tra i tè più usati durante la cerimonia del tè tipica della Cina e del Giappone. Per preparare questo tè, che all’apparenza si presenta come una polvere di un colore verde acceso, sono necessari una tazza in ceramica e uno speciale strumento, il Chasen, che altro non è che una piccola frusta in bambù che permette di mescolare il tè in polvere con l’acqua bollente.

Per preparare il Matcha è sufficiente una quantità davvero minima di polvere; c’è da dire che i Chashaku, cucchiai appositi per dosare il matcha, realizzati anch’essi in bambù, assomigliano più a dei bastoncini larghi che a cucchiai veri e propri. Questo perché la parte piatta è davvero molto piccola, di appena un centimetro di larghezza.

Questo tè ha un gusto davvero molto particolare, e aggiungere troppa polvere al Matcha rischia di creare una bevanda eccessivamente pastosa. È per questo che si consiglia di usarne sempre poco, anche quando si sceglie di aggiungere il Matcha nella preparazione di altri piatti, come crèpes, gelati, torte, mochi e altri dolci.

Il suo colore vivace viene spesso sfruttato anche come colorante naturale nei cibi.

Qui in Thailandia il Matcha è diventato molto famoso negli ultimi dieci anni, soprattutto a causa della diffusione del famoso Cha Kiaw Nom, ovvero tè verde al latte, che viene realizzato appunto con il Matcha, e di cui vi ho parlato in un articolo dedicato sul blog, in cui vi ho spiegato come me lo preparo in casa.

Fum Fuay: significato e utilizzo

Il termine di oggi è l’aggettivo Fum Fuay ( ฟุ่มเฟือย ), che possiamo tradurre come “superfluo”. Questa parola si usa solitamente con i termini: Kong ( ของ ), che significa genericamente “cosa” e Chiwit ( ชีวิต ), ovvero “vita”.

Kong Fum Fuay sono tutte quelle cose futili e superflue che si acquistano più per soddisfare un proprio desiderio che per vera necessità.

Invece Chiwit Fum Fuay indica una vita vissuta superficialmente, in cui ci si circonda di oggetti di cui si potrebbe fare a meno, ma che si sceglie di avere perché ci facilitano la vita o semplicemente perché ci piacciono.

Kong Fum Fuay sono ad esempio tutti quegli oggetti da collezione, come monete e banconote antiche, o le statuine dei personaggi di anime, cartoni animati e videogiochi, o tutto il merchandise dei gruppi kpop e più genericamente tutti quegli oggetti che possiamo raggruppare nella categoria “soprammobili” o “prendipolvere”.

Fum Fuay e Jam Pen

Fum Fuay si contrappone all’aggettivo “Jam Pen” ( จำเป็น ), che significa invece “necessario”, “essenziale”.

Kong Jam Pen, ovvero le cose necessarie, sono tutte quelle cose di cui non possiamo fare a meno per vivere; potremmo quindi far rientrare in questa categoria tutte quelle cose fondamentali come ad esempio acqua, cibo, casa, vestiti, soldi…

Ma nel presente possiamo aggiungere anche alcuni elettrodomestici, come il frigorifero, il forno e i fornelli che ci permettono di prepararci da mangiare e di conservare il cibo.

Per alcuni, il cellulare è un “Kong Jam Pen”, perché permette di rimanere in contatto con parenti, amici e colleghi di lavoro o clienti.

Ma, se prendiamo gli smartphone come esempio, dobbiamo anche fare attenzione a ciò che noi consideriamo “Jam Pen” e cosa è realmente “Jam Pen”.

Altri significati di Fum Fuay e sinonimi

Tra gli altri significati che vengono dati a Fum Fuay c’è infatti anche “lussuoso”. Questo perché spesso le cose che non sono essenziali possono essere considerate “di lusso”, ovvero un qualcosa in più di cui potremmo anche fare a meno, se fossimo davvero messi nella condizione di dovervici rinunciare – o, più banalmente, non poter acquistare.

Piccola parentesi: in realtà il termine più diretto per dire “lussuoso” è “Roo Raa” ( หรูหรา ), che però è più spesso da intendersi come stile – ad esempio, se uno vuole decorare casa con uno stile lussuoso dirà “Roo Raa” e non “Fum Fuay”.

Potremmo infatti dire che Fum Fuay porti con sé una visione più negativa, legata ad un giudizio espresso sul livello di necessità di un oggetto – spesso determinato da una terza persona.

Nuove necessità

Tornando all’esempio del cellulare, potremmo infatti chiederci se è davvero un bene di prima necessità al giorno d’oggi. Solo perché tutti quelli che conosciamo ne hanno uno, non significa che sia davvero indispensabile, perché chi ha la mia età sa bene che si può benissimo vivere anche senza (in fondo, quando ero piccola io, i cellulari non c’erano).

Certo, avere un cellulare semplifica di molto la vita, soprattutto ora che viviamo in una società che sfrutta molto internet per accedere a diversi servizi pubblici e privati.

Immaginatevi di fare un colloquio di lavoro e non avere un recapito telefonico personale da dare, né un contatto Whatsapp, Line o un indirizzo email per essere contattati.

In effetti, in questo momento storico possiamo dire che il cellulare sia un Kong Jam Pen, indipendentemente dalla marca che scegliamo di acquistare.

Kong Jam Pen può essere contemporaneamente anche Fum Fuay?

Ed è qui che arriva il dilemma: può una cosa considerata necessaria, Kong Jam Pen, essere anche considerata Fum Fuay?

Rimaniamo sull’esempio del cellulare.

Ricordo che mi è capitato diverse volte di chiacchierare con i miei colleghi, quando usciva un nuovo modello di iPhone o Samsung, sul fatto che cambiare cellulare, quando il “vecchio” aveva magari appena un anno ed era ancora in buono stato, era da considerare “Fum Fuay”, perché il voler l’ultimo modello era più un capriccio personale che una vera e propria necessità.

Inoltre, i miei colleghi thailandesi avevano la tendenza a considerare “Fum Fuay” l’acquisto di un cellulare di ultima generazione se poi non si sfruttavano appieno tutte le sue funzioni.

Ad esempio, mi è capitato di incontrare architetti e ingegneri con sottobraccio un iPad che però non sapevano neanche fare lo zoom sulle foto o che non erano in grado di aprire le mail da lì; e, inevitabilmente, veniva da pensare che quell’iPad fosse un Kong Fum Fuay comprato più per mettersi in mostra con gli altri che per un utilizzo reale.

Ecco quindi che un bene che potremmo dire di prima necessità, lavorativamente parlando, può essere considerato come un qualcosa di futile se non lo sappiamo usare o se non sappiamo sfruttare tutte le sue funzioni.

Viene infatti spesso da chiedersi: hai davvero bisogno di spendere tutti quei soldi per comprare un cellulare che userai solo per fare chiamate e fare una foto ogni tanto? Non sarebbe meglio puntare invece su un modello più economico, che si limiti a rispondere alle tue necessità?

Distinguere le cose “Fum Fuay” per gestire meglio i propri acquisti

Dopo questo esempio potrebbe sembrare che Fum Fuay sia un qualcosa di negativo, ed in effetti è proprio usato con quest’accezione, ma non credo che sia per forza da intendere così: avere una Chiwit Fum Guay, ovvero avere uno stile di vita superficiale e lussuoso, non è un peccato. A patto di avere i mezzi per poter vivere in quel modo.

È un mio diritto scegliere come spendere i miei soldi, e quindi avrò il diritto di comprare Kong Fum Fuay senza che gli altri debbano farmi i conti in tasca.

Certo è che, se invece devo rinunciare a delle cose necessarie per comprare quelle cose superflue, allora forse è bene che ci pensi due volte prima di metter mano al portafoglio.

Facciamo un esempio semplice e vicino a me: ammetto che mi piacerebbe molto comprare una videocamera per fare i video del canale, ma so benissimo che si tratterebbe di un acquisto superfluo, visto che comunque la qualità video attuale con il cellulare non è così male (e poi, diciamocelo, più del 70% delle video lezioni sono fatte da grafica, quindi in realtà non è veramente necessario un upgrade della risoluzione del video).

Ciò non significa che non comprerò la vidocamera, bensì che, essendo per me una cosa Fum Fuay, posso aspettare prima di acquistarla.

Al contrario, le ruote della macchina, che erano consumate e che necessitavano di essere cambiate, erano un acquisto Jam Pen che non ho potuto rimandare, anche perché ne andava della sicurezza durante la guida.

Poco importa che mi abbiano portato a sforare il budget massimo che mi ero imposta per le spese mensili: la sicurezza alla guida è più importante.

Insomma: avere ben chiaro quali sono le nostre necessità e distinguere tra Kong Fum Fuay e Kong Jam Pen può aiutarci a gestire meglio i nostri soldi.

Senza dover per forza rinunciare alle cose Fum Fuay; in fondo, se una cosa ci porta felicità, sia essa una semplice statuina da mettere sulla scrivania o un banale soprammobile da sistemare su una mensola, non deve per forza essere considerata come un male solo perché non ha una sua utilità.

Volendo, possiamo dire che il suo scopo è quello di donarci un momento di felicità e di soddisfazione, soprattutto se si tratta di oggetti che ci divertiamo a collezionare.

Per riassumere potremmo dire che una cosa Fum Fuay è un qualcosa che non ci serve davvero, un qualcosa di cui possiamo fare a meno, ma il cui possesso può aiutarci a migliorare un qualche aspetto della nostra vita.

Ma, oltre alle domande: “questa cosa mi serve davvero? posso farne a meno?”, io personalmente aggiungerei anche “l’avere questa cosa mi porterebbe un po’ di felicità?”. Ed ecco che, improvvisamente, sembra un po’ meno sbagliato fare un acquisto che gli altri potrebbero definire “inutile”.

Non solo oggetti materiali

Chiwit Fum Fuay non significa solo acquistare oggetti superflui, ma può includere anche tutte quelle attività che possono portare un po’ di lusso nella nostra vita.

Come ad esempio, farsi la manicure e la pedicure dall’estetista, oppure farsi la tinta dalla parrucchiera, o scegliere di mangiare nei ristoranti di lusso e fare shopping sfrenato acquistando vestiti di marca.

Si tratta di azioni che rientrano nella cura del proprio corpo (unghie e capelli) e bisogni essenziali (mangiare e vestirsi). Ma sono i dettagli a fare la differenza.

È davvero necessario per una ragazza farsi le unghie?
O truccarsi?
O tingersi i capelli di un colore diverso da quello naturale?

Ognuno avrà la sua idea al riguardo, ma la risposta più corretta da dare dovrebbe essere “se quelle cose la fanno stare bene, e lei se lo può permettere, perché dovrei impedirglielo, o peggio, giudicarla per quello?”

Per quanto riguarda il mangiare e il vestirsi, potremmo quasi riprendere il discorso fatto poco prima per i cellulari. Avere un cellulare è ormai d’obbligo nella nostra società, ma è il prezzo del cellulare che può farcelo percepire come un Kong Fum Fuay.

Allo stesso modo, mangiare un piatto semplice cucinato in casa, oppure recarsi in un ristorante 5 stelle e fare un pasto completo con diversi antipasti, primi e secondi, senza dimenticare dolce e caffè, possono essere percepiti in maniera molto differente semplicemente per la differenza di prezzo.

Così come comprare vestiti da una catena low cost rispetto al comprare vestiti di marca.

Una differenza data dal prezzo

Molto spesso le cose costose, sebbene possano teoricamente appartenere alla categoria di cose necessarie, Kong Jam Pen, vengono catalogate come “Fum Fuay” perché si spendono più soldi del normale per avere una cosa che si potrebbe avere a metà del prezzo.

O almeno, questo è quello che spesso ci si sente dire dalla gente.

“Perché comprare l’ultimo modello di iPhone, se il tuo iPhone attuale ha meno di un anno?”

“Perché spendere tutti quei soldi per un caffè da Starbucks, quando te lo puoi preparare tranquillamente a casa per meno della metà del prezzo?”

“Perché comprare quella borsa di Chanel, quando potresti prenderne una a metà del prezzo di una marca semi-sconosciuta?”

Questo tipo di domande, che mi è capitato di sentire spesso, declinate semplicemente cambiando di volta in volta marche e cibi, spesso rimandano un senso di gelosia e invidia da parte di chi le pronuncia. Perché l’affermazione sottintesa a queste domande è una sola: “che spreco di soldi”.

Eppure, la risposta più banale è “perché me lo posso permettere. Quindi non preoccuparti di ciò che faccio con i miei soldi”.

Usare Fum Fuay per riflettere su ciò che pensiamo

Questo discorso mi riporta alla mente un esempio che ho sentito in un video di Lavendaire – sì, lo so, vi ho già citato il canale di Aileen diverse volte sul blog, ma non ci posso fare nulla, amo i suoi contenuti e spesso trovo molti spunti di riflessione.

In particolare, in questo video (che tra parentesi, purtroppo non sono riuscita a ritrovare), fatto in collaborazione con un’altra content creator, di cui adesso mi sfugge il nome, si parlava di un esempio molto semplice e banale: immaginate di essere in un bar, e di vedere una ragazza sui vent’anni entrare con una borsa di Gucci e ordinare un caffè.

Molti, nel vedere una ragazza così giovane con una borsa così costosa potrebbero cominciare ad avere pensieri negativi su di lei, chiedendosi come fa a permettersi una borsa del genere, se per caso non è un falso, se non è uno spreco di soldi spendere così tanti soldi a quell’età per un oggetto…

Si tratta di giudizi che vanno a creare nella nostra testa un’idea di quella persona senza neanche averci parlato. Giudizi che nascono dalla semplice vista di un oggetto che consideriamo essere un Kong Fum Fuay.

La domanda che dovremmo farci, quando ci troviamo ad avere pensieri del genere, è un’altra: perché questa cosa mi dà fastidio?

Si tratta di gelosia? Magari proprio per quell’oggetto? Perché magari anche noi, nel profondo, vorremmo comprare una borsa di marca, ma non ce lo possiamo permettere?

Perché mi danno fastidio le cose Fum Fuay degli altri?

Non sappiamo nulla di quella persona, magari quella borsa è un regalo, o magari è quella persona è riuscita a risparmiare per anni prima di riuscire a comprare quello sfizio…

Eppure, questa situazione ci dà fastidio. Non è la donna in sé a darci fastidio, ma il suo possedere un oggetto che riteniamo “Fum Fuay”, non necessario, superfluo.

E la stessa sensazione la possiamo provare in altri contesti simili, semplicemente cambiando l’oggetto Fum Fuay in possesso dell’altra persona, sia esso un dispositivo elettronico, come cellulare, tablet, computer, oppure una macchina di lusso, una casa, un abito, un paio di scarpe…

Le cose Fum Fuay possono quindi sì portare felicità a chi le possiede, ma anche causare emozioni contrastanti a chi le vede e non può possederle.

Ma il problema è negli oggetti in sé, o piuttosto nel come vengono percepiti dalle persone?

Una borsa non è altro che un oggetto che ci permette di portare con noi altri oggetti più facilmente. È il valore che noi diamo a quella borsa a renderla un bene di lusso oppure un oggetto “normale”.

Ecco quindi che si può sfruttare l’accezione negativa che viene data all’aggettivo Fum Fuay come punto di partenza per lavorare su se stessi, per capire meglio i propri desideri nascosti e le proprie necessità. E chissà, forse può anche insegnarci che a volte è più utile concentrarsi su di sé piuttosto che fissarsi sulle capacità finanziare degli altri e rischiare di alimentare così una gelosia inutile.

Conclusione

Ed eccoci arrivati alla fine di questo episodio del podcast di MyFedesign. Grazie per avermi dedicato un po’ del vostro tempo; spero che la puntata di oggi vi sia piaciuta.

Oggi abbiamo visto insieme il termine Fum Fuay ( ฟุ่มเฟือย ), aggettivo che serve ad indicare qualcosa di non necessario, e che si può tradurre in italiano come “superfluo” ma anche, in un certo senso, “lussuoso”.

Se volete lasciarmi un vostro commento, potete trovare tutti gli episodi sia sul blog myfedesign.com sia nella playlist sul canale YouTube.

Per ricevere tutti gli aggiornamenti sulla pubblicazione di nuovi contenuti vi consiglio di seguire la pagina Facebook, oppure l’account Instagram o se preferite Twitter; mi trovate sempre con il nome “MyFedesign”.

E siete curiosi di leggere anche qualche cosa in più riguardante il dietro le quinte o se voleste supportare questo progetto, potete trovarmi anche su Ko-Fi.

E mentre sorseggio il mio ultimo sorso di tè, vi auguro buona giornata e spero di rivedervi anche nella prossima puntata.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *