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Ep. 09 Jai Yen – Jai Ron

podcast ep 9

MyFedesign Chiacchiere e Tea – un Podcast sulla Thailandia

Oggi vedremo insieme due espressioni contrapposte, che sono Jai Yen, che si può tradurre come “calmo”, e Jai Ron che si può tradurre come “impulsivo”. Queste due espressioni vengono usate per definire il carattere delle persone, ma, al contrario dell’italiano dove avere un carattere freddo, un “cuore di ghiaccio” è considerato negativo e avere un carattere caldo, “passionale” è positivo, qui in thailandia i Jai Yen, letteralmente “cuore freddo”, sono persone calme mentre i Jai Rôn, letteralmente “cuore caldo”, sono considerate persone impazienti, impulsive, delle teste calde.

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Buon ascolto (o buona lettura)!

Benvenuti sul podcast di MyFedesign. Io sono Fede, e sono qui per intrattenervi con qualche chiacchiera mentre sorseggio una buona tazza di tè caldo. Approfittatene per prendervi anche voi una pausa con me, oppure tenetemi come sottofondo mentre fate le faccende domestiche, o vi allenate, o fate qualche altra attività noiosa. In questa serie vi parlerò di alcune frasi e parole thailandesi particolari, perché non hanno una traduzione immediata, oppure perché non hanno un corrispettivo italiano. Se volete saperne di più sulla cultura thailandese, potete trovare altri post interessanti sul blog myfedesign.com.
Ma basta perderci in chiacchiere, passiamo subito all’argomento di oggi.


Introduzione e alcune curiosità sul tè verde al jasmine

Oggi vedremo insieme due espressioni contrapposte, che sono Jai Yen, che si può tradurre come “calmo”, e Jai Ron che si può tradurre come “impulsivo”. Il tè che accompagnerà le nostre riflessioni è un tè verde al jasmine, o gelsomino per dirla all’italiana, o “Malì” per dirlo alla thailandese (solitamente viene trascritto in inglese come “Malee” ma si pronuncia “Malì” con la i breve).

Il Malì è un piccolo fiore bianco molto profumato spesso utilizzato in Thailandia per realizzare ghirlande profumate, e ai semafori è possibile trovare qualcuno che le venda per tenerle in macchina, appendendole sullo specchietto retrovisore, come alternativa naturale ai profumi interni per auto.

Come potete immaginare, il tè verde al jasmine è un tè molto chiaro e delicato, e i fiori di gelsomino lo rendono molto profumato e naturalmente dolce. Si tratta di una scelta ideale da sorseggiare la mattina, per cominciare la giornata con calma, accompagnati da un sapore delicato, oppure per fare una pausa relax.

Il Malì inoltre è anche il fiore dedicato alle mamme; il gelsomino infatti ha un profumo così forte e duraturo che viene paragonato all’amore di una madre per i figli. Il suo essere una pianta sempreverde ha poi rinforzato questa immagine, rendendo il Malì un fiore che rappresenta un amore duraturo, che non svanisce mai.

È per questo che, nel giorno della festa della mamma, che in Thailandia cade il 12 Agosto, non è affatto insolito vedere qualcuno comprare delle ghirlande di Malì come regalo per la propria madre.


Jai Yen e Jai Rôn

Le due espressioni che vedremo oggi sono composte da 3 parole. La parola chiave presente in entrambe le espressioni è “Jai”, ovvero cuore. Ci sono poi i due aggettivi “Yen”, cioè freddo, e “Rôn”, cioè caldo.

Jai Yen quindi letteralmente sarebbe “cuore freddo”, ma non nel senso di “cuore di ghiaccio” o “senza cuore”. Una persona che è Jai Yen è una persona che agisce con calma, pensa prima di parlare e non si lascia trascinare dalle emozioni. Se litigate con una persona Jai Yen, questa non comincerà ad insultarvi, ma cercherà di ragionare con voi, cercando di farvi calmare per poter parlare da persone civili.

In contrapposizione al concetto di Jai Yen troviamo Jai Rôn, formato dai termini “cuore” e “caldo”. Anche in questo caso non dobbiamo pensare a qualcosa di romantico o passionale, poiché per i thailandesi essere una persona Jai Rôn significa essere una testa calda, che agisce prima di pensare, impulsiva e difficile da contenere.

Indicativamente, nella cultura thailandese una persona Jai Yen è vista in maniera più positiva di una persona Jai Rôn. E trovo che sia curioso la scelta di parlare di “cuore” quando si vuole parlare del carattere di una persona, della sua natura.


Il cuore nella cultura occidentale

In Occidente il cuore rappresenta l’emotività, la spiritualità e la moralità dell’essere umano. Nell’antichità si pensava che il cuore fosse la sede della mente e dell’anima, tanto che per gli antichi egizi la cerimonia della pesatura del cuore era ciò che decretava se una persona meritasse di venir ammessa nei Campi dei Giunchi oppure se dovesse venir divorato dalla dea Ammit.

Aristotele sosteneva che il cuore fosse la sede dei 5 sensi, e che fosse la parte più importante del corpo poiché responsabile della respirazione. Inoltre, il cuore permette al sangue di riscaldare il corpo, e ciò portò Aristotele ad affermare che quando le cose muoiono non respirano, diventano fredde e questo è sintomo del fatto che l’anima ha lasciato il corpo.

Jai Yen Yen: una frase per invitare alla calma

Non ho studiato filosofia asiatica, quindi non saprei dire quanto questo pensiero sia radicato qui in Thailandia, ma una cosa è certa: quando una persona comincia ad agitarsi o a straparlare e mostra chiari segni di stress la frase che più spesso viene pronunciata è “Jai Yen Yen”.

Come abbiamo già visto nelle scorse puntate del podcast, ripetere una parola significa volerla rinforzare, quindi Jai Yen Yen sarebbe un rafforzativo per “calmati: prendi un bel respiro, calma le idee e cerchiamo di venirne a capo”.

Jai Yen Yen sembra quasi un consiglio: raffredda il tuo cuore con una doccia gelata, non per negare i sentimenti e le emozioni che provi, bensì per sovrastarli e permettere alla ragione di osservare la situazione in maniera oggettiva.

Calma e meditazione

Ne parlavo giusto l’altro giorno, nel post sul blog in cui parlo della meditazione Anapanasati. Dalla mia esperienza personale, posso dire che il buddismo che ho incrociato sulla mia via non vede in maniera negativa le emozioni, ma invita a distaccarsi da esse e riconoscerle per ciò che sono: emozioni umane, determinate da parole, eventi o persone.

Emozioni imperfette, causate non solo da cose esterne a noi, ma anche dal nostro sentirci apprezzati o ignorati, riconosciuti o dimenticati.

Una stessa frase può provocare diverse reazioni, a seconda di come la ascoltiamo e la interpretiamo. Facciamo un esempio?

Se incontriamo una parente dopo molto tempo che non ci vediamo, e lei ci esclama sorridendo “oh, ma come stai bene! Sei dimagrita?” possiamo leggere questa frase in due contesti. Uno positivo, in cui questa affermazione alimenta la nostra autostima perché qualcuno ci ha detto di vederci in forma, e uno negativo, in cui pensiamo che la persona dall’altra parte ci abbia mentito, e abbia fatto quell’affermazione solo per cortesia.

Ma dov’è la verità?

La meditazione ci suggerisce di guardare al sentimento che si è formato in noi dopo aver sentito quella frase e di riconoscerlo come un sentimento imperfetto, che dipende molto dalla visione che abbiamo di noi stessi.

Se ci sentiamo bene con noi stessi, probabilmente risponderemo con un sorriso al sentire quella frase, perché coincide con la nostra visione di noi. Se invece ci sentiamo grasse, quella frase ci può provocare un sacco di paranoie.

Il problema è davvero nella frase, o non è piuttosto nella nostra interpretazione, fatta in base al rapporto che abbiamo con il nostro corpo?

Lo so, lo so. La maggior parte dei parenti quando ti rivede dopo tanto tempo non ti chiede MAI se sei dimagrita, ma al contrario, se sei ingrassata. Diciamo che per il ragionamento che volevo fare, era più comodo farlo con la domanda “sei dimagrita?”.

Ma anche con il concetto di “sei ingrassata?” in realtà è possibile vedere un lato positivo: da una parte, alcune persone appartenenti alle vecchie generazioni possono intendere l’aver messo su qualche chilo come specchio dello star bene economicamente, poiché ci si può permettere di mangiare meglio. O magari ci vedono meglio perché l’ultima volta eravamo più sciupati a causa di stress e poche ore di sonno alle spalle.

Poi, non voglio negare che ci sia gente che invece lo dica proprio con l’intento di farci sentire inadeguati, o peggio, che ci metta nella situazione di doverci giustificare per aver preso qualche chilo in più.

Certo, la cosa migliore sarebbe riuscire a sorvolare su queste frasi, così come si farebbe con le solite frasi di conversazioni generiche. Ed è questo che suggerisce la meditazione: quelle sono parole, e ciò che provi in relazione a quella frase, in questo caso il pensiero di non essere abbastanza magra o in forma, è solo un pensiero generato dalla tua mente. TU NON SEI QUEL PENSIERO.

È un ragionamento difficile da fare, se non si ha un po’ di pratica, ma se si ha un animo calmo e non ci si lascia trascinare dalle emozioni, lo si può fare più facilmente.


Riconoscere i propri difetti

Le persone Jai Rôn sono delle “teste calde”, impulsive che agiscono spesso prima ancora di rendersene conto o di pensare alle conseguenze delle proprie azioni o parole.

Forse la scelta per questo termine è stata fatta a causa della temperatura: il clima qui in Thailandia, soprattutto al sud, è sempre molto caldo, e si sa, il troppo caldo a volte può dare alla testa. Quando le temperature si alzano, si tende a essere più scorbutici e a rispondere male più facilmente.

Con il termine Jai Rôn si indicano anche tutte quelle persone che “si scaldano facilmente”. E sebbene questa cosa possa essere considerata negativa nella maggior parte dei casi, capire di essere una persona Jai Rôn, accettarlo e rivelarlo agli altri può rendere le relazioni molto più semplici.

Mi è capitato infatti di sentire persone definirsi “Jai Rôn” per far capire subito agli altri fino a che punto potersi spingere con loro: se sai che una persona tende a perdere le staffe facilmente, sai anche che dovrai cercare di evitare di prenderla eccessivamente in giro o di metterla in situazioni dove potrebbe agire d’impulso.

Ciò non giustifica le azioni di una persona, ed infatti su Google è pieno di domande su come fare a cambiare il proprio essere “Jai Rôn”, ma per lavorare sul proprio carattere ci vuole tanto tempo e pazienza. E spesso la pazienza è ciò che manca a chi è Jai Rôn.

Però dovete ammettere che il riconoscersi come una persona impulsiva è già un buon passo per migliorarsi, e soprattutto può aiutare chi ci è intorno ad avere un rapporto più sano, che sia un rapporto familiare, di lavoro o semplicemente di amicizia.


Tutto collegato al clima?

Una cosa strana, che mi è capitato di pensare quando penso a questi due termini, Jai Yen e Jai Rôn, riguarda la differente accezione che viene data loro in Italia e in Thailandia.

Se come abbiamo visto Jai Yen in thailandese viene visto come sinonimo di calma, e viene utilizzato come aggettivo per indicare una persona calma, avere un cuore freddo o di ghiaccio mi fa venire in mente la regina delle nevi della fiaba di Andersen, o la strega di Narnia. Entrambi i personaggi sono legati al ghiaccio e alla neve, e il loro cuore si è indurito al punto da non essere più in grado di percepire emozioni, né di provare compassione.

Jai Rôn in thailandese è usato per definire le “teste calde”, persone impulsive che si lasciano sopraffare dai sentimenti, ma in italiano una persona passionale è una persona che prova emozioni intense, che si lascia guidare dalla passione che ha per qualcosa e raggiunge i suoi obiettivi nonostante le difficoltà che incontra.

Il contrario di passionale, secondo il dizionario, è “asettico, distaccato, freddo, frigido”. E “passionale” è spesso utilizzato con un’accezione positiva, più che negativa.

Chissà se questa diversa percezione di caldo e freddo è dovuta anche al clima del luogo: qui in Thailandia infatti il freddo è qualcosa di ricercato, di desiderato, qualcosa che si pensa sia piacevole in contrasto con i 30 gradi fissi a cui sono abituati i thailandesi (anche se in realtà le temperature al sud si aggirano spesso sui 33-35 gradi di giorno).

Una diversa concezione di caldo e freddo

Una volta ero a pranzo con dei colleghi, e venne fuori la domanda: preferite il caldo o il freddo? Io, da brava freddolosa quale sono, risposi senza esitare “Meglio il caldo. Se ho caldo, bevo qualcosa di fresco o vado a farmi una doccia e mi passa”.

Un mio collega mi riprese, dicendo che il freddo era molto meglio, aggiungendo che non capiva come potessi preferire il clima thailandese rispetto a quello italiano. Parlammo per un po’, e gli raccontai anche di quel freddo che ti entra nelle ossa, come mi era capitato quando, da studentessa, mi era successo di dover aspettare il pullman a temperature di -12 gradi.

Fu allora che scoprii che quando i thailandesi parlano di “freddo”, spesso intendono temperature intorno ai 24-27 gradi. Inutile dirvi che quasi scoppiai a ridere, dicendo loro che per un italiano medio 24 gradi sono già molto caldo.

Ricordo di una volta in cui dei miei amici erano andati in viaggio nel nord della Thailandia, e mi avevano raccontato di quanto freddo facesse lì la notte: solo 18 gradi!

E io pensavo tra me e me, “quando c’erano 18 gradi a Villar, andavo a scuola in maniche corte”… Però ammetto che ora, dopo 10 anni passati qui al tropico, anche io comincio a sentir freschino se nelle giornate più piovose durante la stagione dei monsoni ci sono “solo” 21 gradi… (l’ho già detto che sono freddolosa, vero?)


Una piccola fiaba per concludere

Voglio concludere l’episodio di oggi raccontandovi della mia favola preferita. Da bambina, il libro che più amavo farmi leggere era “la gallinella rossa”. A dire il vero, non ho mai incontrato nessuno che conoscesse questa favola, e non ho idea di come quel piccolo libricino con le pagine spesse sia finito nella mia libreria.

Quello che so però e che la nostra gallinella rossa, protagonista della fiaba, è una figura che rappresenta alla perfezione il mio concetto di “Jai Yen”: una gallinella paziente, che sa aspettare il giusto tempo per le cose e che sa anche rispondere a modo quando è necessario, senza però dover alzar la voce.

C’era una volta, in una fattoria lontana lontana, una gallinella rossa. Una mattina, la gallinella rossa stava beccando qua e là nell’aia quando capitò su alcuni chicchi di grano. Come sarebbe stato bello piantare i chicchi, coltivare un po’ di grano e farne del buon pane!

Così la gallinella rossa raccolse i chicchi e disse: “Chi mi aiuterà a piantare questo grano?”
“Non io” starnazzò l’anatra.
“Né io” miagolò il gatto.
“Né io” grugnì il maiale.
Così la gallinella rossa piantò i chicchi di grano tutti da sola.

Con l’aiuto del sole e della pioggia il grano crebbe e crebbe, fino a diventare alto e dorato.

“Chi vuole aiutarmi a tagliare il grano?”
“Non io” starnazzò l’anatra.
“Né io” miagolò il gatto.
“Né io” grugnì il maiale.
Così la gallinella rossa tagliò il grano tutto da sola.

“Chi vuole aiutarmi a portare il grano al mulino perché sia macinato?” chiese la gallinella.
“Non io” starnazzò l’anatra.
“Né io” miagolò il gatto.
“Né io” grugnì il maiale.
Così la gallinella rossa portò il grano al mulino tutto da sola.

Quando la gallinella tornò dal mulino con un sacco di farina chiese “Chi vuole aiutarmi a cuocere il pane?”
“Non io” starnazzò l’anatra.
“Né io” miagolò il gatto.
“Né io” grugnì il maiale.
Così la gallinella rossa impastò la farina tutta da sola.

Poco dopo aveva cotto una pagnotta calda e gustosa.
“Ora, chi vuole aiutarmi a mangiare il pane?” chiese la gallinella rossa
“Io lo voglio!” starnazzò l’anatra.
“E anch’io!” miagolò il gatto.
“Io pure!” grugnì il maiale.

“Oh no, che non volete!” disse la gallinella rossa “io ho piantato il grano. Io l’ho tagliato. Io l’ho portato al mulino perché fosse macinato. E io ho preparato questo pane senza che nessuno di voi tre mi aiutasse!”

Quindi la gallinella rossa prese un po’ di burro fresco, si sedette all’ombra di un albero e mangiò la pagnotta… tutta da sola!


Breve riassunto della puntata prima dei saluti

Grazie per essere arrivati fino alla fine di questo episodio del podcast di MyFedesign.

Oggi abbiamo visto insieme i termini “ Jai Yen e Jai Rôn, ovvero “calmo” e “impulsivo”. Queste due espressioni sono in netto contrasto tra loro, e vengono usate per definire il carattere delle persone, ma, al contrario dell’italiano dove avere un carattere freddo è considerato negativo e avere un carattere caldo, passionale è positivo, qui in thailandia i Jai Yen, letteralmente “cuore freddo”, sono persone calme mentre i Jai Rôn, letteralmente “cuore caldo”, sono considerate persone impazienti, impulsive, delle teste calde.

Se vi è piaciuta questa puntata e volete lasciarmi un vostro commento, potete trovare tutti gli episodi sia sul blog myfedesign.com sia nella playlist sul canale YouTube MyFedesign. E mentre sorseggio il mio ultimo sorso di tè, vi auguro buona giornata e spero di rivedervi anche nella prossima puntata.

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