Luk Khrueng ( ลูกครึ่ง ) è una parola thailandese che serve a identificare tutte quelle persone che hanno genitori di due nazionalità differenti. Nel mio caso, io posso presentarmi come “Luk Khrueng” metà italiana e metà thailandese, ma, più genericamente, questo termine è usato anche per indicare persone che non hanno nessuno dei genitori thailandese.
Etimologia e significato generico
Letteralmente, in questa parola possiamo riconoscere due termini: da una parte abbiamo Luk ( ลูก ), che si può tradurre come figlio/figlia/figli/figlie [nota: in thailandese le parole non hanno singolare né plurale, e non hanno un genere, come invece succede in italiano]. La parola che segue è Khrueng ( ครึ่ง ) che letteralmente significa “metà”.
Sebbene la traduzione letterale sarebbe quindi “figlio a metà”, in realtà potremmo più genericamente “figlio di due persone che appartengono a nazionalità differenti tra loro”.
Al contrario del termine Farang quindi, chiunque può essere un Luk Khrueng: sia chi ha un genitore occidentale e uno asiatico, sia chi ha un genitore asiatico (o occidentale) e uno di origine africana, sia chi ha due genitori europei ma provenienti da differenti stati, sia chi ha due genitori asiatici provenienti da due stati diversi.
Ciò fa capire quanto ampia sia la categoria dei Luk Khrueng, che si ritrovano quindi ad avere una sola cosa in comune: il fatto di essere l’unione di due culture differenti.
Tutti Luk Khrueng, ma tutti differenti
Non tutti i Luk Khrueng sono uguali, non solo perché possono non avere alcuna cultura in comune, a seconda dei paesi di provenienza dei genitori, ma soprattutto perché i Luk Khrueng vivono il loro essere “metà e metà” in maniera differente, a seconda di come vengono cresciuti in famiglia.
Ci sono Luk Khrueng che si sentono perfettamente “metà e metà”, ma c’è anche chi si riconosce in solo una delle due culture dei genitori. Ciò dipende soprattutto da come i genitori espongono i bambini alle proprie culture: ho conosciuto Luk Khrueng italo thailandesi, nati e cresciuti in Italia che conoscevano pochissimo la Thailandia, magari non ci erano mai stati in tutta la loro adolescenza ed infanzia. Ma ho anche conosciuto Luk Khrueng italo thailandesi, cresciuti in Italia, ma che parlavano fluentemente sia il thailandese, con la madre in casa, sia l’italiano, che usavano invece a scuola e con la famiglia paterna.
Alla ricerca di un termine italiano simile
Ricordo che da bambina, probabilmente alle elementari, leggemmo un racconto inerente una ragazza mulatta, e, dopo aver scoperto che quel termine indicava un figlio mezzo-sangue, collegandolo erroneamente come significato alla definizione Luk Khrueng, mi definii mulatta, per poi scoprire invece che non lo ero affatto, perché quella parola presumeva che i genitori fossero un colono europeo e un africano.
I Luk Khrueng in Thailandia
In Thailandia ci sono moltissimi Luk Khrueng, sia tra la gente comune, sia tra le star della televisione: solitamente questi figli mezzosangue hanno alcune caratteristiche fisiche più occidentali (i thailandesi invidiano molto i nasi e il taglio degli occhi degli occidentali) anche se solitamente i tratti rimangono molto asiatici.
Devo ammettere che esistono anche le eccezioni, io, ad esempio, spesso non vengo riconosciuta come Luk Khrueng, perché ho tratti molto più occidentali, per cui mi capita spesso che i thailandesi mi identifichino come una Farang – per poi farsi venire qualche dubbio quando comincio a parlare, ma questa è un’altra storia. Tuttavia, mi è anche capitato di essere scambiata per una thailandese al 100%, o meglio, per una musulmana del sud della Thailandia.
Alcune delle star thailandesi Luk Khrueng più famose
Di seguito, qualche foto presa da internet di qualche star thailandese mezzo-sangue, vi riporterò solo le nazionalità e non i nomi – sono molto ignorante in materia, non mi interessa molto seguire le vite dei VIP thailandesi e internet non aiuta perché spesso riportano i nomi in thailandese e i nomi veri sono DIFFICILISSIMI da leggere!
Per approfondire…
Per saperne di più riguardo ai Luk Khrueng, consiglio di recuperare anche questo episodio del podcast, in cui vi parlo un po’ di più anche della mia esperienza personale e di multi-nazionalità.
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