MyFedesign Chiacchiere e Tea – un Podcast sulla Thailandia
Nell’episodio di oggi, vedremo insieme la frase “Khap Rot Di-i Di-i” che può essere tradotta come “guida con prudenza”, con il significato di “buon ritorno a casa”. Un augurio benevolo che si fa quando ci si congeda da qualcuno, e che, personalmente, mi scalda sempre un po’ il cuore.
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Ecco qui la quarta puntata del podcast sulle espressioni thailandesi comuni difficili da tradurre in italiano.
Per chi preferisse, può recuperarlo su YouTube, Spotify, Apple Podcast, Google Podcast, Castbox oppure leggere qui sotto la trascrizione del copione.
Buon ascolto (o buona lettura)!
Benvenuti sul podcast di MyFedesign. Io sono Fede, e sono qui per intrattenervi con qualche chiacchiera mentre sorseggio una buona tazza di tè caldo.
Approfittatene per prendervi anche voi una pausa con me, oppure tenetemi come sottofondo mentre fate le faccende domestiche, o vi allenate, o fate qualche altra attività noiosa. In questa serie vi parlerò di alcune frasi e parole thailandesi particolari, perché non hanno una traduzione immediata, oppure perché non hanno un corrispettivo italiano.
Se volete saperne di più sulla cultura thailandese, potete trovare altri post interessanti sul blog myfedesign.com.
Ma basta perderci in chiacchiere, passiamo subito all’argomento di oggi.
La frase di oggi è una perifrasi che ho interiorizzato e che mi è capitato di voler dire in italiano, senza però trovare una frase che avesse lo stesso significato.
La frase “Khap Rot Di-i Di-i” letteralmente si dovrebbe tradurre come “guida bene” oppure “guida con prudenza”, e si usa quando ci si congeda e si vuole augurare all’altra persona di tornare a casa senza problemi o inconvenienti.
Per la chiacchierata di oggi, ho davanti a me un altro tè nero, ma questa volta aromatizzato alla pesca e al frutto della passione. Si tratta di una combinazione particolare, perché la pesca, sebbene molto diffusa in Europa, è originaria della Cina ma praticamente sconosciuta in Thailandia, mentre i frutti della passione, o Maracuja, o Sawarod (nome thailandese) sono molto comuni qui.
Il frutto della passione è originario del Brasile, e si presenta con una buccia viola-rossastra oppure gialla, al cui interno è presente una polpa gialla con moltissimi semi.
Il nome è stato dato dai missionari che stavano cercando di convertire le popolazioni locali al Cristianesimo. Sembra infatti che il nome dato alla pianta fosse “fiore dalle cinque piaghe”, che si trasformò in “fiore della passione” per richiamare la passione di Gesù.
Le cinque ferite corrispondono ai 4 punti dove vennero infissi i chiodi su mani e piedi e la quinta ferita al costato. Secondo questa concezione, la corolla del fiore richiamerebbe invece la corona di spine, mentre i pistilli ricorderebbero i chiodi della crocifissione.
Si tratta di un tè molto profumato, con un aroma floreale e fruttato e dal gusto deciso, perfettamente bilanciato dal dolce della pesca e dall’asprezza del frutto della passione.
Andiamo ad analizzare la frase “Khap Rot Di-i Di-i”. La locuzione “Khap Rot” si traduce come “guidare” mentre la parola “Di-i” significa “bene”. Nella frase di prima però abbiamo visto che la parola “Di-i” compare per due volte; questo accade perché in thailandese per fare i superlativi spesso è sufficiente ripetere lo stesso termine due volte.
“Di-i” significa “bene”, quindi “Di-i Di-i” è “benissimo, molto bene”.
Traducendola letteralmente quindi la frase “Khap Rot Di-i Di-i” si traduce come “guida molto bene”, con il significato di “guida con prudenza”.
Questa semplice frase, apparentemente incomprensibile, perché è ovvio che chi si mette alla guida non voglia fare incidenti o andare fuori strada, in realtà nasconde un significato più profondo.
Quando qualcuno dice “Khap Rot Di-i Di-i”, non sta insinuando che l’altra persona non sappia guidare, o non sia nelle condizioni di mettersi al volante.
La perifrasi “Khap Rot Di-i Di-i” è pari ad un augurio che si fa quando ci si saluta, dopo un incontro di lavoro o dopo una serata tra amici. Viene utilizzato spesso al posto di “Ci vediamo” o “Goodbye / Arrivederci”, ma che non si concentra su un momento futuro in cui ci si incontrerà di nuovo.
Si tratta di un buon augurio che si fa all’altra persona quando ci si separa, e che lascia una sensazione di importanza. Immaginate di salutare un amico dicendogli “buon ritorno a casa”, invece di
un semplice “ciao”. Non percepite una sensazione e un significato diverso tra questi due saluti?
Alcuni potrebbero ribattere che questa frase viene spesso pronunciata solo per educazione, ma personalmente mi piace pensare che nasca dalla concezione buddista di “compiere buone azioni” o perlomeno di cercare di comportarsi bene.
Ma si può davvero considerare una buona azione augurare un buon ritorno a casa? Beh, a chi augura di tornare a casa senza problemi non ne viene in tasca nulla. Per chi sente “Khap Rot Di-i Di-i” invece, questa semplice frase può essere più significativa di un semplice “ciao / arrivederci”.
Personalmente, quando qualcuno mi augura “Khap Rot Di-i Di-i” mi aiuta anche a concentrarmi meglio sull’azione del guidare, e a mettermi nella mentalità di mettermi al volante.
“Khap Rot Di-i Di-i”… “Guida bene… Fai attenzione” “Buon ritorno a casa”. Non so, a me questa frase scalda un po’ il cuore.
Più che una frase che voglia sminuire le mie capacità di guida, “Khap Rot Di-i Di-i” per me assume un significato che mescola preoccupazione e affetto (ovviamente, dipende anche da chi viene pronunciata quella frase, e il contesto). Ma forse, sono solo io che voglio leggere tutto in chiave romantica.
Ed ora, invece della solita storiella, vorrei parlarvi invece di alcune curiosità inerenti la guida e le strade qui in Thailandia.
Qui si guida sulla sinistra, e sebbene possa sembrare non intuitivo, personalmente mi sono trovata molto meglio a guidare all’inglese, soprattutto quando si parla di parcheggi.
E, credetemi, in città come Hatyai e Phuket è essenziale saper parcheggiare bene ed in fretta, perché i parcheggi sono pochi, soprattutto a Phuket, e capita spesso di doversi infilare in spazi ristretti tra una macchina e l’altra.
E se ad Hatyai è quasi sempre possibile trovare un parcheggio in una via secondaria o in una traversa, a Phuket è praticamente un miracolo trovare un parcheggio in città.
Insomma, c’è un motivo per cui i thailandesi preferiscono spostarsi in motorino: parcheggiare è molto più semplice!
Un’altra curiosità riguardante la macchina: qui la quasi totalità delle automobili ha il cambio automatico. Quando mi sono trasferita, e ho cominciato a pensare ad acquistare una macchina, mi sono sentita dire diverse volte che un determinato modello non aveva la versione “cambio manuale”.
Ed io, profondamente convinta di volere una macchina che sapessi già guidare, in modo da potermi concentrare solo sul dover guidare seduta a sinistra, senza dover imparare anche a guidare con il cambio automatico, mi impuntai che avrei comprato solo una macchina con il cambio manuale, facendo stupire tutte le venditrici (tra l’altro, all’epoca, non avrei neanche saputo a chi rivolgermi per imparare a prendere confidenza con il cambio automatico – ed infatti ho imparato solo diversi anni dopo, grazie ad un collega architetto che mi fece fare pratica approfittando della possibilità di usare l’auto dell’ufficio per andare a visitare i diversi siti dove avevamo dei lavori di interior design).
Ho conosciuto anche diversi colleghi che non erano in grado di guidare la mia macchina, e quei pochi che avevano un po’ di esperienza con i cambi manuali era perché avevano avuto modo di guidare dei pick up, che, appunto, non sono dotati del cambio automatico.
Per quanto riguarda le strade, sono molto ben tenute, e viaggiare tra una provincia e l’altra è molto rilassante, sempre se vi piace guidare. Il vantaggio principale è che qui è possibile spostarsi liberamente per tutto il territorio senza problemi, dovendosi preoccupare solo della benzina.
Anche le strade che collegano una provincia all’altra sono gratuite, e attualmente le uniche autostrade a pagamento che conosco si trovano all’interno della capitale, a Bangkok.
Viaggiare in macchina risulta quindi molto conveniente, ed è uno dei motivi per cui nei miei 10 anni di permanenza qui, ho avuto modo di visitare quasi tutte le province del sud, a partire da Songkhla, Patthalung, Trang, Krabi, Suratthani, Phang Nga per arrivare fino a Phuket.
E sulla strada ci sono moltissime pompe di benzina dove poter sgranchire le gambe, bersi un buon tè e andare in bagno.
Durante le festività più grandi, come il Songkran, ovvero il capodanno thailandese, il capodanno cinese, le feste musulmane dopo la fine del Ramadan e il capodanno classico tra Dicembre e Gennaio, sulle strade è possibile trovare diversi posti di blocco, dove sono state allestite aree predisposte al riposo, con tanto di snack, bevande analcoliche e possibilità di farsi fare dei massaggi nel caso si sentisse qualche dolore alla schiena o alle spalle dovuti a lunghe ore passate al volante.
Insomma, qui si può davvero pensare di prendere la macchina e guidare senza meta, fermandosi quando si intravede un paesaggio particolare o una costruzione nuova.
E spero di poterlo rifare presto, non appena la situazione Covid sarà rientrata.
Ancora una curiosità riguardante le targhe dei veicoli. Le targhe thailandesi sono composte da due consonanti thailandesi e una serie di numeri a seguire, da un minimo di 1 fino a 4 cifre.
Sotto il numero di targa, è presente anche una scritta, sempre in Thailandese, che identifica la provincia di appartenenza del veicolo. Ciò significa che quella macchina, o motorino, è stata comprata in una determinata provincia.
La particolarità è che è però possibile, al momento dell’acquisto e del rilascio della targa, di chiedere non solo di far registrare la macchina a Bangkok (ed infatti, sulla strada è possibile trovare moltissime targhe KrungThep, ovvero il nome thailandese della capitale), ma è anche possibile chiedere determinati numeri di targa.
La numerologia in Thailandia è spesso presa molto sul serio, soprattutto nelle famiglie di origine cinese. E se alcuni potrebbero chiedere una targa con i propri numeri fortunati, come data di nascita, o numero preferito, molti preferiscono “andare sul sicuro”, scegliendo dei numeri che dovrebbero portare fortuna. Tra i più ricercati ci sono sicuramente le targhe con tutte le cifre uguali, ad esempio 888 o 9999.
Ed in particolare, il numero 9 è da sempre visto come numero fortunato per via dell’assonanza del nome “kao”, ovvero “nove”, alla parola “kao na-a” ovvero “andare avanti”. Una targa come 999 o 9999 si pensa possa augurare al proprietario di avanzare nella vita, per raggiungere sempre i suoi traguardi.
Solitamente le targhe sono di colore bianco, ma è possibile trovare sulle strade anche veicoli con targhe di altri due colori; le targhe verdi solitamente identificano le vetture degli aeroporti o delle compagnie di noleggio, mentre le targhe rosse sono targhe temporanee che vengono date a chi compra un veicolo nuovo, in attesa della targa bianca.
Infine, è possibile anche trovare veicoli dotati di doppia targa: la prima thailandese, come quella che vi ho descritto poco fa, ovvero con due consonanti thailandesi e una serie di cifre, da un minimo di 1 fino a 4, e una internazionale, riportante lo stesso numero della targa thailandese ma con delle lettere inglesi al posto di quelle thai.
Queste targhe internazionali sono spesso montate su veicoli che si spostano tra diversi paesi, e qui al sud solitamente si tratta di macchine che vanno e vengono dalla Malesia.
Grazie per essere arrivati fino alla fine di questo episodio del podcast di MyFedesign.
Nell’episodio di oggi, abbiamo dato un’occhiata alla frase “Khap Rot Di-i Di-i” che può essere tradotta come “guida con prudenza”, con il significato di “buon ritorno a casa”. Un augurio benevolo che si fa quando ci si congeda da qualcuno, e che, personalmente, mi scalda sempre un po’ il cuore.
Se vi è piaciuta questa puntata e volete lasciarmi un vostro commento, potete trovare tutti gli episodi sia sul blog myfedesign.com sia nella playlist sul canale YouTube MyFedesign. E mentre sorseggio il mio ultimo sorso di tè, vi auguro buona giornata e spero di rivedervi anche nella prossima puntata.
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