Quando si parla di famiglie thailandesi, gli appellativi utilizzati sono davvero tantissimi: per ogni ramo familiare infatti ci sono degli appellativi differenti, che permettono sì di capire facilmente di chi si sta parlando, ma che possono anche confondere le idee.
Abbiamo già visto una breve introduzione sugli appellativi thailandesi in questo post, ma oggi ci concentriamo su quelli che riguardano i parenti effettivi.
L’appellativo è un “titolo” che si aggiunge davanti al soprannome della persona di cui stiamo parlando, ma è anche possibile utilizzarlo singolarmente.
Se volessimo fare un paragone italiano, dire “zia Federica” o dire semplicemente “zia” è la stessa cosa (sempre se ci si sta riferendo alla medesima persona, ovviamente).
Appellativi thailandesi per fratelli e sorelle
Cominciamo dai fratelli e dalle sorelle, che ci permette di vedere subito un’eccezione per quanto riguarda ciò che abbiamo detto. Se vogliamo usare questi appellativi infatti non dovremmo usarli tutti, ma solo una parte.
Genericamente parlando P’ ( พี่ ) può significare sia “fratello più grande” sia “sorella più grande”. Nel parlato dunque si può usare P’+nome della persona indipendentemente dal suo genere.
Invece, se vogliamo parlare di un fratello o una sorella più piccola, dovremmo usare l’appellativo Nong ( น้อง ), ovvero Nong+nome della persona.
A determinare se si sta parlando di un fratello o di una sorella ci sono due termini, rispettivamente “maschio” ovvero Chai ( ชาย ) e “femmina” ovvero Sao ( สาว ).
P’Chai ( พี่ชาย ) significa letteralmente “fratello più grande”, o “fratellone”;
Nong Chai ( น้องชาย ) significa invece “fratello più piccolo”, o “fratellino”;
P’Sao ( พี่สาว ) significa letteralmente “sorella più grande”, o “sorellona”;
Nong Sao ( น้องสาว ) infine significa “sorella più piccola”, o “sorellina”.
Appellativi thailandesi per mamma e papà
Per dire “madre” e “padre” possiamo distinguere almeno tre differenti sostantivi, a seconda del tipo di linguaggio usato.
Nel linguaggio formale, ed in particolare nei documenti scritti o anche nei sermoni buddisti, possiamo trovare i termini “Manda” ( มารดา ) e “Bida” ( บิดา ), rispettivamente “madre” e “padre”.
Nel linguaggio comune però solitamente si usano i termini “Mae” ( แม่ ) e “Po” ( พ่อ ) che potremmo tradurre in italiano rispettivamente come “mamma” e “papà”. Questi due termini sono anche quelli che possiamo usare come appellativi per rivolgerci a qualcun altro, ad esempio i genitori dei nostri amici, aggiungendo però il Kun ( คุณ ) davanti se vogliamo mantenere un certo grado di formalità nel loro confronti.
Se vogliamo quindi salutare il papà di una nostra amica, possiamo dire “Sawasdee Kun Po” ( สวัสดีคุณพ่อ ) oppure, se vogliamo salutare la mamma “Sawasdee Kun Mae” ( สวัสดีคุณแม่ ).
Infine, possiamo trovare i soprannomi usati perlopiù dai bambini, ovvero “Mama” ( ม่าม้า che sarebbe da leggere come “Màa-Mâa” ) e “Papa” ( ป๊าป๋า che sarebbe da leggere come Páa-Pǎa ).
Appellativi thailandesi per i figli
Per quanto riguarda i figli, il discorso è molto simile a quello visto con “fratelli e sorelle”.
La parola “Luk” ( ลูก ) significa genericamente “figlio”, senza però chiarire se si stia parlando di un figlio maschio o femmina. Per specificare, dovremmo aggiungere i termini “maschio” ovvero Chai ( ชาย ) e “femmina” ovvero Sao ( สาว ), ottenendo così:
Luk Chai ( ลูกชาย ), ovvero figlio;
Luk Sao ( ลูกสาว ), ovvero figlia.
Per indicare più figli, sarà sufficiente ripetere la parola Luk due volte, ovvero “Luk Luk” ( ลูกๆ ). In questo caso però, non sarà possibile determinare se i figli di cui si sta parlando siano maschi o femmine. Luk Luk si può quindi usare per indicare tutti i figli, sia maschi sia femmine: sarà poi necessario chiedere (o dare) ulteriori informazioni per determinare il numero e il genere dei figli.
Appellativi thailandesi per gli zii
Per quanto riguarda gli zii, si possono distinguere 5 diversi soprannomi:
Lung ( ลุง ) si usa se stiamo parlando del fratello maggiore di nostra madre o di nostro padre
A ( อา ) si usa se stiamo parlando del fratello minore di nostra madre o di nostro padre
Pa ( ป้า ) si usa se stiamo parlando della sorella maggiore di nostra madre o di nostro padre.
Gli unici appellativi che cambiano sono quelli che riguardano la sorella minore di nostra madre e di nostro padre .
Se si tratta della zia da parte di mamma, ovvero, la sorella più piccola di mamma, dovremmo usare il termine “Na” ( น้า ).
Se invece si tratta della sorella minore di papà, si userà lo stesso termine usato per lo zio “minore”, ovvero A ( อา ).
La particolarità di avere così tanti sostantivi per distinguere l’età degli zii permette di capire facilmente il rapporto d’età tra i propri genitori e gli zii.
Per quanto riguarda i mariti o le mogli degli zii ci sono due scuole di pensiero: quella più diffusa vuole assegnare il corrispettivo per età legata al nostro parente, a prescindere dalla reale età del coniuge in questione.
Quindi, ad esempio la moglie dello zio che chiamiamo “Lung” sarà automaticamente “Pa” anche se magari lei ha meno anni di nostro padre o di nostra madre.
La seconda scuola di pensiero prevede invece di attribuire l’appellativo in base all’età effettiva della persona; quindi, se la moglie dello zio che chiamiamo “Lung” è più giovane dei nostri genitori, potremmo anche chiamarla “A”.
Invece, quando si parla di sconosciuti, si può scegliere gli appellativi in base all’età della persona rispetto ai propri genitori.
Appellativi thailandesi per i nonni
In thailandese i nonni materni e i nonni paterni hanno appellativi diversi.
Se si sta parlando dei genitori da parte di mamma, si useranno i termini “Yay” ( ยาย ) e “Ta” ( ตา ), rispettivamente nonna e nonno.
Se invece si sta parlando dei genitori da parte di papà, si useranno i termini “Ya” ( ยา ) e “Pu” ( ปู่ ).
Appellativi thailandesi per i nipoti
Per parlare di nipoti, ritorniamo al concetto già espresso con fratelli e figli.
Il termine “Lan” ( หลาน ) indica genericamente tutti i nipoti, sia maschi sia femmine.
Aggiungendo i termini “maschio” ovvero Chai ( ชาย ) e “femmina” ovvero Sao ( สาว ), otterremmo i corrispettivi di nipote maschio e nipote femmina, ovvero:
Lan Chai ( หลานชาย ), ovvero nipote maschio;
Lan Sao ( หลานสาว ), ovvero nipote femmina.
Appellativi thailandesi per i cugini
Il termine usato per indicare i cugini è uno solo, ovvero “Luk P’ Luk Nong” ( ลูกพี่ลูกน้อง ). In questo termine generico possiamo riconoscere la presenza sia di P’, ovvero fratello o sorella maggiore, e Nong, ovvero fratello o sorella minore.
Insomma, se è vero che ci è sufficiente imparare una sola parola per indicare i cugini, è anche vero che questa parola non ci dà alcun dettaglio né sul genere dei cugini, né sul loro rapporto di parentela con chi parla (se sono ad esempio cugini materni o paterni).
Appellativi thailandesi per i fidanzati
Sebbene i fidanzati non siano ancora legalmente parte della famiglia, è importante conoscere anche questi termini per avere una migliore panoramica dei rapporti sociali thailandesi.
Il termine Fen “แฟน” può indicare sia il fidanzato, sia la fidanzata. Anche in questo caso, è possibile aggiungere i termini “maschio” ovvero Chai ( ชาย ) e “femmina” ovvero Sao ( สาว ) per distinguere tra il fidanzato “Fen Chai” ( แฟนชาย ) e la fidanzata “Fen Sao” ( แฟนสาว ).
Perciò, se sentiamo la frase “Mee Fen” ( มีแฟน ), dove il termine “Mee” ( มี ) significa “avere”, non possiamo capire a priori se si tratti di una fidanzata o di un fidanzato.
Sebbene in passato Fen fosse usato solo tra persone che si frequentavano, attualmente questo termine è usato anche tra le persone sposate. Oltre ai termini relativi marito e moglie, che vedremo tra poco, nel linguaggio quotidiano informale spesso quando ci si riferisce al proprio coniuge si può sentire usare il termine “Fen”.
Appellativi thailandesi per marito e moglie
Per quanto riguarda moglie e marito possiamo distinguere due termini per ogni persona, uno appartenente al linguaggio formale, e uno usato spesso nella quotidianità, appartenente al linguaggio volgare.
Paraya ( ภรรยา ) è il termine utilizzato nel linguaggio formale per dire “moglie”.
Sami ( สามี ) è il termine utilizzato nel linguaggio formale per dire “marito”.
Nel linguaggio volgare invece troviamo rispettivamente i termini Mia ( เมีย ), moglie, e Pua ( ผัว ), marito.
Sebbene questi ultimi due termini siano abbastanza usati tra amici e colleghi stretti, e spesso si possono sentire anche nei telefilm, quando si vuole utilizzare un termine meno formale ma un po’ più rispettoso nei confronti del proprio partner si può anche utilizzare il termine “Fen” che abbiamo visto poco fa. Nel caso delle coppie sposate, è più corretto interpretare Fen come “partner” invece che come “fidanzato/a”.
Appellativi thailandesi per i suoceri
Per quanto riguarda i suoceri, fortunatamente i termini che li riguardano sono molto facili, e si tratta di parole che abbiamo già visto.
Il papà della moglie è semplicemente “Po Paraya” ( พ่อภรรยา ), mentre la mamma della moglie è “Mae Paraya” ( แม่ภรรยา ).
Parallelamente quindi il papà del marito sarà “Po Sami” ( พ่อสามี ) mentre la mamma del marito è “Mae Sami” ( แม่สามี ).
Appellativi thailandesi per nuora e genero
Per i genitori di lei, il marito della figlia è “Luk Koey” ( ลูกเขย ), mentre per i genitori di lui, la moglie del figlio è “Luk Sapai” ( ลูกสะใภ้ ). Da notare come, per entrambi i genitori, la nuora e il genero sono chiamati “Luk”, ovvero “figli”, che sottolinea ancora di più l’appartenenza alla famiglia.
Appellativi thailandesi per i cognati
I termini “Sapai” e “Koey” ricompaiono nelle diciture legate al termine cognato e cognata.
In particolare, i fratelli e le sorelle di lui potranno chiamare la moglie del fratello come “Sapai”, aggiungendo davanti il termine “P’” o “Nong” a seconda dell’età del marito.
Per i fratelli e le sorelle maggiori di lui, lei sarà “Nong Sapai” ( น้องสะใภ้ ), perché è la moglie del loro “Nong Chai”.
Per i fratelli e le sorelle minori di lui, lei sarà “P’ Sapai” ( พี่สะใภ้ ), perché è la moglie del loro “P’ Chai”.
Anche in questo caso, spesso l’appellativo per sorella (che nel caso della cognata, viene considerata una sorella acquisita) è lo stesso usato per il fratello. Per semplificarla in italiano, se si tratta della moglie del “fratellone”, allora verrà considerata come una “sorellona”, mentre se si tratta della moglie del “fratellino”, sarà considerata come “sorellina”.
Lo stesso discorso si può fare per il termine cognato.
Per i fratelli e le sorelle maggiori di lei, lui sarà “Nong Koey” ( น้องเขย ), perché è il marito della loro “Nong Sao”.
Per i fratelli e le sorelle minori di lei, lui sarà “P’ Koey” ( พี่เขย ), perché è il marito della loro “P’ Sao”.
Appellativi da usare non solo in famiglia…
Questi appellativi, come abbiamo già visto, possono essere usati anche per rivolgersi a chi è al di fuori della famiglia ma con cui abbiamo un rapporto abbastanza stretto: per scegliere l’appellativo più adatto, possiamo partire dall’età della persona, e dall’eventuale relazione che ha con i nostri genitori.
Ad esempio, per un’amica di nostra madre potremmo chiamarla “zia”, ovvero scegliendo tra “Pa” e “Na” in base alla sua età rispetto a quella di nostra madre (nel caso abbiano la stessa età, si può chiedere come l’altra persona preferisce essere chiamata: ci sono persone che preferiscono essere considerate “Pa” e c’è chi invece preferisce essere interpellata come “la zia più giovane”, ovvero “Na”)
Per quanto riguarda i nostri colleghi sul lavoro, possiamo rivolgerci a loro come se fossero nostri fratelli o sorelle se hanno circa la nostra età, e loro si rivolgeranno con l’appellativo corrispettivo – ad esempio, se noi chiamiamo un collega di un paio d’anni più vecchio di noi “ P’ ”, lui ci chiamerà “ Nong ”.
Le uniche eccezioni sono le persone che hanno la nostra stessa età: per questi amici/colleghi/conoscenti possiamo rivolgerci direttamente usando il loro soprannome, senza aggiungere alcun appellativo davanti.
Vorrei però sottolineare che, a parte questa eccezione, è sempre bene ricordarsi di usare gli appellativi, perché per i thailandesi sono molto importanti.
Infine vorrei ricordare che questi appellativi thailandesi familiari possono essere usati anche con la signora del bar da cui andiamo a prendere il caffè ogni mattina (e che potremmo chiamare o “zia” o “nonna”, a seconda della sua età), ma non con persone con cui si deve mostrare un certo grado di rispetto, come ad esempio dei clienti, un insegnante o un dottore.
Per queste persone è possibile usare “Kun” ( คุณ ) , che potremmo tradurre come “Signor” o “Signora”, oppure, per la categoria degli insegnanti i termini “Kru” ( ครู ) e “Ajarn” ( อาจารย์ ) e per la categoria dei medici “Mo-o” ( หมอ ).
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