Recentemente ho avuto modo di recuperare il cartone Disney di Raya e l’ultimo drago, e non ho potuto fare a meno di notare moltissimi dettagli che sembravano davvero molto ispirati alla cultura thailandese (e più in generale alla cultura del sud est asiatico).
Su Ko-Fi vi avevo già parlato di come il cartone di Raya e l’ultimo drago mi abbia particolarmente colpito, facendomi “sentire a casa” (in maniera molto simile a come mi sono sentita guardando “Luca”), mostrandomi, per una volta, una cultura asiatica più simile a ciò che conosco e che non fosse quella cinese o giapponese (ed in effetti prima di Raya, l’unica principessa Disney asiatica era Mulan).
Un team multiculturale, che conosce bene il sud est asiatico
Raya e l’ultimo drago è un film Disney, ma nonostante i due direttori siano occidentali (Donald Hall è americano, mentre Carlos López Estrada è messicano), i due sceneggiatori del team sono persone con un background che affonda le radici nel sud-est asiatico: Qui Nguyen ha infatti origini vietnamite, mentre Adele Kim è malese.
Inoltre, facendo una breve ricerca in rete sul cartone, ho scoperto che la responsabile della storia è una thailandese, Fawn Veerasunthorn, che ha avuto modo di supervisionare con cura le scelte fatte durante la realizzazione del cartone, oltre che a influenzare alcuni momenti prendendo a piene mani dalla cultura thailandese.
Durante le varie interviste, è stato particolare sentire come il team abbia viaggiato per vari stati del sud est asiatico, dando così ai disegnatori l’opportunità di vedere con i propri occhi i reali riferimenti da sfruttare per rendere la storia più realistica, aggiungendo dettagli secondari apparentemente invisibili, ma che hanno sicuramente colpito nel segno tutti gli spettatori del sud est asiatico. Basti osservare tutti gli oggetti di scena presenti nella cucina di Benja e Raya: si noterà che tutti i frutti sono effettivamente tipici del sud est asiatico (e, durante un’intervista, la produttrice Osnat Shurer ha confessato di aver fatto cambiare alcuni dei frutti in Mangoot/Mangosteen perché aveva riconosciuto delle mele, che invece non sono natie di queste terre).
Inutile dire che Raya qui in Thailandia è stato molto apprezzato come cartone, e lo dimostrano gli infiniti video di content creator thai che hanno analizzato nel dettaglio quasi ogni frame del film per cercare degli easter egg o dei riferimenti alla propria cultura.
L’idea di partenza per la storia di Raya
Un fiume a forma di drago, che collega diverse regioni abitate da popolazioni simili, ma allo stesso tempo differenti. Questa era l’idea iniziale dell’ambientazione per Raya, e non deve dunque stupire l’immediato collegamento mentale con il fiume Mekong, che collega la Cina con il sud est asiatico, andando ad attraversare diversi stati tra cui Vietnam, Thailandia, Laos, Cambogia e Myanmar (o Birmania).
Tra l’altro, uno dei nomi locali dato al fiume in alcune parti del Vietnam è traducibile con “fiume dei nove draghi”, nonostante il Mekong non abbia davvero una forma che possa richiamare un drago, come invece accade nel cartone.
Piccola curiosità: il nome “Mekong” dovrebbe derivare dall’abbreviazione del nome thailandese Mae Nam Khong ( แม่น้ำโขง ), dove “Mae Nam” ( แม่น้ำ ) significa “fiume”, ma letteralmente potrebbe anche essere inteso come “Madre delle Acque” – come in molte culture, anche in Thailandia i fiumi erano molto importanti per lo sviluppo della civiltà, ed in particolare dei villaggi e successivamente delle città, basti pensare che Bangkok fu scelta come capitale successiva ad Ayutthaya proprio perché si era sviluppata intorno al fiume Chao Phraya.
Togliendo il termine “Nam” da Mae Nam Khong, ecco che si ottiene Mae Khong, (letteralmente “madre Khong”), la cui traslitterazione è poi stata semplificata in Mekong.
Kumandra: ispirazioni reali per creare un mondo fantastico
Il termine Kumandra è un termine inventato per indicare la terra dove si svolge la storia di Raya. Una fase iniziale molto importante fu quella in cui si scelse di non prendere un solo stato e una sola cultura di riferimento per la realizzazione del cartone, bensì di creare un mondo fantastico che riproponesse la realtà multiculturale del sud est asiatico: in fondo il messaggio del film doveva suonare qualcosa di simile a “nonostante le differenze, siamo un unico popolo, con tante cose in comune”.
Kumandra è quindi la trasposizione fantastica di un mondo che prende a piene mani dalle culture di questi paesi: Myanmar (o Birmania), Thailandia, Cambogia, Laos, Vietnam, Malesia, Singapore, Indonesia, Filippine, Brunei Darussalam (conosciuto più semplicemente con il singolo nome di “Brunei”).
Una delle motivazioni date durante le interviste è che, essendo questo il primo film Disney ispirato al sud est asiatico, non si voleva fare torto a nessuno degli stati presenti in questa parte di mondo.
C’è poi da dire che per secoli gli Occidentali (o Farang, come direbbero i thailandesi) hanno chiamato i territori di Thailandia, Myanmar, Laos, Vietnam, Cambogia e Malesia, come un’unica penisola, ovvero “indocina”, andando così a confondere le varie popolazioni e lingue di questi stati, e trattandoli come fossero un unico territorio.
Ispirazioni dalla cultura thailandese
Di seguito, voglio riportarvi 15 elementi ispirati alla cultura thailandese; ho preferito lasciare da parte tutto ciò che è stato ispirato da altre culture, principalmente perché non sono un’esperta delle tradizioni degli altri paesi del sud est asiatico, e non volevo trasformare questo post in un banale elenco fortemente ispirato dai contenuti di altri siti.
Queste ispirazioni sono il risultato di ciò che ho notato con mia mamma durante la nostra prima visione, confermati anche da altri content creator thailandesi e internazionali, e ciò che ho sentito durante le interviste con Kun Fawn.
1. Il racconto della leggenda dei draghi ( Nang Yai )
Lo stile utilizzato durante il racconto di Raya della leggenda dei draghi ricorda molto le figure del Nang Yai, con queste immagini 2D colorate che si muovono a schermo, andando a realizzare interessanti effetti di prospettiva e profondità negli sfondi del racconto.
2. La maschera di Benja ( uno Yak, un gigante della mitologia buddista thailandese )
La maschera indossata da Benja all’inizio del film, quando affronta Raya nella sala della sfera, richiama molto l’estetica degli Yak ( ยักษ์ ), giganti della mitologia buddista thailandese, caratterizzati da corna e da pelle scura, solitamente rappresentata con i colori rosso o verde, anche se esistono anche statue di Yak con la pelle bianca.
Le statue di Yak in Thailandia sono molto diffuse, soprattutto nei templi, ma anche l’aeroporto di Suvarnabhumi ne ha ben due nell’area del check in; inoltre, si tratta di figure che abitano l’immaginario thailandese, e che sono presenti in moltissime storie raccontate sia a teatro, sia in TV.
In questo momento della storia, viene inscenata una battaglia, poiché Benja vuole allenare Raya perché in futuro possa prendere il suo posto: il fatto che indossi una maschera può quindi anche richiamare il classico teatro thailandese Khon, i cui spettacoli uniscono danza e arti marziali.
3. Il saluto dei popoli di Kumandra ( il Wai thailandese )
Le popolazioni di Kumandra hanno un saluto che richiama molto il Wai thailandese, anche se non nella forma: il Wai infatti prevede di unire i palmi davanti al petto, mentre nel saluto di Kumandra le mani vanno a formare un cerchio, che richiama la sfera dei draghi che li salvò tempo addietro.
Se si osserva con attenzione tutte le volte in cui viene eseguito questo saluto, si noterà che, quando questo viene fatto nei confronti dei draghi, le mani vanno portate davanti al volto, in alto, esattamente come avviene con il Wai nei confronti di Buddha.
4. Il rito per richiamare Sisu
( il rito buddista di versare l’acqua in una ciotola mentre si prega )
Durante una delle interviste tenute da Kun Fawn, la head director ha spiegato che è stata lei stessa a riproporre il reale rito buddista di versare l’acqua mentre si prega come rito per richiamare Sisu. E, sebbene questo rito possa in qualche modo ricordare anche il Rod Nam che si fa durante il Songkran, in realtà si tratta di un evento che viene spesso fatto al tempio, durante le cerimonie.
5. Il togliersi le scarpe prima di entrare in un luogo sacro
Ogni volta che Raya entra in un luogo sacro, si vede chiaramente che lo fa lasciando le scarpe all’ingresso; si tratta di un elemento fortemente presente nella cultura thailandese, che prevede di togliersi le scarpe anche quando si entra in casa di altre persone, per lasciare fuori polvere e sporcizia, ma per approfondire maggiormente l’argomento vi rimando a questo post.
6. Tuk Tuk, il nome del compagno d’avventure di Raya,
nonché mezzo di locomozione ( il famoso Tuk Tuk thailandese )
Il nome scelto per il compagno d’avventure di Raya è un chiaro riferimento al famoso Tuk Tuk thailandese, conosciuto non solo nei vari paesi del sud est asiatico, ma anche dai turisti occidentali. Ovviamente il riferimento è solo nel nome, visto che questo curioso animale inventato (per metà carlino e per metà armadillo) non ha nulla che ricordi il mezzo di trasporto.
7. Benja, Tong, Boun e Noi ( nomi thailandesi? )
Non ho trovato effettive conferme sul web, ma ammetto che questi quattro nomi mi sono suonati molto thailandesi, in particolare Noi che è un nome molto diffuso tra le ragazze e significa “piccola”.
Boun potrebbe richiamare il “Bun” di “Tambun” (per approfondire il significato, potete recuperare la puntata 6 del podcast), ma sempre in associazione ad altri termini, e solitamente l’ho visto trascritto come “Boon” o “Bun”, ad esempio nei nomi “Boonaek” e “Boonchai”.
Un discorso simile si potrebbe fare con Benja, che ho sentito come prefisso in diversi nomi thailandesi, come ad esempio Benjaphon.
Tong, a seconda di come si pronuncia e come si scrive, potrebbe sia significare “dovere” ( ต้อง ), sia “bandiera” ( ธง ), oppure anche “oro” ( ทอง ). Controllando sul sito di Wikipedia in thailandese, la trascrizione scelta è “ทอง” che, scritto così, significa “oro”, anche se non è confermato da nessuna parte che effettivamente la scelta del nome per questo personaggio sia stata fatta per il significato che ha in thailandese.
8. I costumi di Raya ( costumi tipici thailandesi )
Per quanto riguarda i costumi indossati da Raya, dobbiamo fare due distinzioni tra i vestiti di Raya bambina e quelli da adulta.
Nelle scene di Raya da giovane, la ragazza indossa un tipico Chut Thai ( ชุดไทย ) che lascia nella parte superiore una spalla scoperta, ma nella parte inferiore non presenta il classico Patung, bensì dei pantaloni, molto più comodi per i combattimenti, che sono stati presi in prestito dai tradizionali abiti thailandesi maschili.
Da adulta invece, la parte superiore del vestito sembra essere un unico pezzo di stoffa che fascia perfettamente il corpo di Raya, e si chiama Tabengman ( ตะเบงมาน ); si tratta di un vestito tipico delle donne guerriere (lo si può vedere indossato anche dalle due guerriere di Phuket, nella statua a loro dedicata).
9. Le fattezze del drago Sisu ( i Naga, o Nakee )
La maggior parte delle persone, sentendo la parola “Drago”, la assocerà alla classica figura del drago occidentale a quattro zampe, con grandi ali sulla schiena e che sputa fuoco dalla bocca. In Asia però, i draghi sono figure più simili a serpenti con arti, lunghi e sinuosi, legati nella maggior parte dei casi all’elemento dell’acqua, sia esso rappresentato da laghi, fiumi o dall’oceano.
Sisu, l’ultimo drago della storia, è sicuramente ispirato a queste ultime figure, ed in particolare molti possono riconoscere alcuni elementi tipici dei Naga o Phaya Nak, di cui vi ho parlato in diversi post; ad esempio il corno sulla fronte è molto simile a quello che si può vedere sulle statue dei templi, oppure la capacità di Sisu di trasformarsi in umana (come succede anche alla protagonista del telefilm Nakee).
Durante la storia, Sisu ripete diverse volte che l’unica cosa che le riesce bene è “nuotare”, ed in effetti il drago può volare solo dopo aver recuperato un altro pezzo di sfera, che racchiude la capacità di uno dei suoi fratelli di creare delle piccole nuvole che le permettono così di raggiungere il cielo.
10. La cucina di Raya e Benja (una cucina tipica thailandese, senza tavolo da pranzo)
Quando Benja e Raya si recano in cucina, gli occhi più attenti avranno notato l’assenza di un tavolo da pranzo; ed in effetti, padre e figlia si siedono su un lungo mobile basso, che è posizionato al centro della stanza.
Questo mobile basso, che i thailandesi chiamano “Tang” ( ตั่ง ) è a metà tra un tavolo e un sofà, ed è tipico delle cucine tradizionali thailandesi. Può infatti venir utilizzato sia per appoggiare ingredienti da utilizzare, oppure piatti già pronti, ma anche per sedersi.
Essendo rialzato rispetto al pavimento, permette di non sedersi letteralmente a terra, pur mantenendo però la classica postura con le gambe incrociate.
11. Cibi, dolci e spezie
Non avete idea di quanti riferimenti ai tipici piatti thailandesi si nascondono in tutto il film!
A partire dalla classica zuppa Tom Yum, e al riso bollito servito da Boun a Raya e Sisu come loro primo pasto insieme, non mancano né i classici dolci thailandesi, a forma di frutta ma realizzati con farine colorate, né molti street food tipici, dagli spiedini di maiale alle polpette (soprattutto nell’area del villaggio costruito sul fiume).
Tra l’altro, piccola curiosità: la ricetta che Benja sta preparando nella scena qui sotto sembrerebbe essere stata realizzata seguendo la ricetta originale del Tom Yum, con particolare attenzione per la natura dei vari ingredienti che vengono utilizzati per realizzare il piatto, come a riprova che, nonostante le differenze, è possibile creare qualcosa di buono se si collabora – questa scena è quindi stata creata per rappresentare la metafora tra il creare un piatto unendo diversi ingredienti differenti e la volontà di riunire i diversi popoli di Kumandra in un’unica nazione, come nell’antichità.
Ed in effetti il papà di Raya propone di creare un piatto utilizzando:
- pasta di gamberetti proveniente dalla regione della Coda (Tail)
- citronella proveniente dalla regione dell’Artiglio (Talon)
- germogli di bambù provenienti dalla regione del Dorso (Spine)
- peperoncini provenienti dalla regione di Zanna (Fang)
- zucchero di palma proveniente dalla regione di Cuore (Heart)
12. Le arti marziali thailandesi: Krabi Krabong e Muay Thai
Nella scena in cui Raya e Namaari combattono da adulte, nella regione di Dorso, al villaggio di Tong, le due inizialmente si affrontano con le spade, e poi a mani nude.
Se il secondo stile di combattimento può essere facilmente ricondotto al famoso Muay Thai, non si può dire lo stesso per la parte con le spade, che invece richiama una forma di combattimento ancora più antica, il Krabi Krabong ( กระบี่กระบอง ).
“Krabi” ( กระบี่ ) in thailandese significa “spada”, ma in realtà nel Krabi Krabong si possono utilizzare diversi tipi di arme sia lunghe sia corte.
13. Il villaggio sul fiume
Sebbene non siano unici della Thailandia, i mercati sul fiume sono sicuramente molto diffusi in tutto il territorio siamese; nel cartone possiamo vedere una città costruita sul fiume, ma possiamo riconoscere tra le varie strade, attraversate prima da Raya e poi da Sisu, molte insegne che indicano la presenza di numerosi negozi e bancarelle di street food.
Il fatto che poi questa scena si svolga di notte non è un caso, bensì un richiamo ai numerosi mercati notturni tipici del sud est asiatico, organizzati in questo momento della giornata proprio per sfuggire al caldo afoso del pomeriggio.
14. Rispetto verso gli anziani
Forse non tutti se ne saranno accorti, ma dopo che il guerriero Tong è stato sconfitto e legato, Raya si inginocchia per parlare con lui: si tratta di un gesto davvero minuscolo, ma Raya sembra davvero incarnare questo aspetto della cultura thailandese, per cui è considerato maleducato rivolgersi a qualcuno di più anziano mentre si è in una posizione superiore alla sua.
Avevo parlato di questo concetto anche in un post dedicato al significato che danno i thailandesi all’azione del “sedersi”, ma in questo caso lo stesso concetto viene applicato anche al parlare: poiché Tong ha più anni di lei, Raya si inginocchia per “essere al suo stesso livello” e potergli così parlare senza mancargli di rispetto (nonostante in quel momento i due possano considerarsi ancora nemici).
15. Il palazzo della regione del cuore (the Heart Palace)
Gli interni della sala del trono del palazzo della regione da cui proviene Raya sembrano essere stati ispirati dagli interni della sala del palazzo reale di Bangkok, in particolare la parte che sovrasta il trono, oltre che alle numerose decorazioni dorate sulle pareti.
BONUS! Rueang Kin Rueang Yai
Ad un certo punto del film ho davvero esclamato questa frase: si tratta del momento in cui Benja spiega alla giovane Raya di come speri di riuscire a riunire tutti i popoli di Kumandra, e per riuscire a parlare di pace con i vari rappresentanti delle varie regioni, cosa c’è di meglio se non condividere un buon pasto tutti insieme?
Come vi ho raccontato nella puntata 34 del podcast, “Rueang Kin Rueang Yai” ( เรื่องกินเรื่องใหญ่ ) si può tradurre con “il “mangiare” è una questione importante”. Ed in effetti, in questo caso il mangiare ha un valore più importante della guerra e di tutte le dispute che hanno diviso le varie nazioni: nel momento in cui tutti decidono di mangiare insieme, le armi e le diffidenze vengono momentaneamente messe da parte, per lasciar spazio alla convivialità e alle delizie portate in tavola.
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